Ibra schianta la Roma, Milan in allungo Lo svedese pareggia su rigore il gol di Osvaldo. Poi inventa una prodezza nel finale del match

MILANO - Zlatan Ibrahimovic batte Roma 2-1. Non è solo la differenza del campione, che spesso determina le vittorie costruite però insieme con la squadra, in questo caso è proprio il giganteggiare del ragazzone del ghetto di Malmoe a cambiare faccia alla partita. Due gol, 22 in campionato su 23 presenze, ma soprattutto due gol a cancellare una pesante crisi milanista che si manifesta nella parte finale della partita. La Roma, all’undicesima sconfitta, viene punita oltre i suoi demeriti. Luis Enrique è un allenatore che può insegnare qualcosa al paludato modo di pensare italiano che, malgrado molte finte rivoluzioni, è sempre ancorato al piccolo cabotaggio che si trasforma in grande solo con il risultato. L’allenatore spagnolo quando capisce che può vincere la partita tenta di riuscirci. Un altro avrebbe difeso l’1-1 e con il Milan abbrustolito del finale ci sarebbe riuscito. Mette Lamela per i tre punti e gli va male. Non raccoglie nulla, se non il nostro apprezzamento. È destino, la Roma paga sempre un dazio molto alto per i suoi errori.
LA PARTITA - A San Siro, dopo essere andata in vantaggio con Osvaldo a fine primo tempo, si avvicina al raddoppio con Totti (errore clamoroso su occasione d’oro: tenta un cucchiaio invece di randellare) e Marquinho (respinta di Abbiati) a inizio ripresa. Il Milan, che nel primo tempo ha colpito un palo con il peperino El Shaarawy, pareggia con Ibrahimovic su rigore (ottavo in campionato) per fallo di mano di De Rossi, si avvicina al 2-1 ancora con Ibra e con Muntari: grande opposizione di Stelelenburg. Poi stramazza, improvvisamente stravolto. Ed è qui che si deve scrivere un altro capitolo della fenomenologia di Ibra: sgusciante, perfido, impaurisce Kjaer che va per lucciole lasciandogli spazio: il gigante supera Stekelenburg con un pallonetto e spinge in rete di testa il 2-1, irrorando di ottimismo un ambiente che, con l’infortunio di Thiago Silva, a tre giorni dal Barcellona («Difficile il recupero», dirà poi Allegri ai cronisti), poteva sbandare pericolosamente. Non c’è solo Ibra, ma solo il Milan ce l’ha.