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LUCIO DALLA/ Se basta la parola "amico" a mandare in crisi certi ideologi

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2012 10:12
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05/03/2012 10:12
 
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FUNERALE LUCIO DALLA. IL GIORNO DOPO
- Il tributo a Lucio Dalla che Bologna ha offerto è di quelli che, a parte i prevedibili, forse inevitabili momenti di retorica, non possono lasciare indifferenti. Questo piccolo uomo, figlio di una Bologna molto diversa da quella di oggi, continuava a essere amato, amatissimo: segno che un uomo può stabilire una continuità tra tempi diversi.
Un simile amore non si può dare per scontato. Altri cantanti, non meno bravi di lui, non hanno ricevuto un saluto così caloroso. E c'è da scommettere che lo stesso accadrà per chi, ancora vivo, ha scritto canzoni forse più belle delle sue, o ha conosciuto un consenso più unanime. Segno che quello che un uomo dà al suo prossimo non è quantificabile in libri, versi, canzoni, dipinti, film. Il curriculum vitae, il palmarès non contano più.
La notizia della morte di Lucio Dalla ha riempito per qualche ora la mia testa di una quantità di sue canzoni, che tante volte ho cantato, da solo o in compagnia. Alcune bellissime (Piazza Grande, La casa in riva al mare, Itaca, 4 marzo 1943, Nuvolari, Caruso), altre simpatiche, altre decisamente brutte (penso a Balla ballerino o a Futura).
Dalla non ha mai cercato di mantenere uno standard di accettabilità: si è immerso con coraggio e umiltà nel mare del nostro tempo, mettendo sul bancone del mercato quello che riusciva a portare in superficie. Non ha mai messo l'estetica davanti alla vita, perché il bello sta nella vita, non nell'estetica. Per questo Dalla era amato.
Dalla era amato perché ha attraversato molte fasi, accettandole tutte: l'esordio un po' sbarazzino di Quand'ero soldato e di In cielo con la sua poesia stralunata; il sogno di un "fado" all'italiana, con 4 marzo, Itaca, Piazza grande; la fase più intellettuale di Nuvolari; quella super-popolare, da stadi pieni con tanto di accendini bic agitati nel buio (Caro amico ti scrivo ecc.); quella più autoriale che ha prodotto gioielli di maturità come Attenti al lupo o Caruso.
La sua forza è stata quella di attraversare ciascuna di queste fasi cercando di ascoltare in profondità, con attenzione, quello che il presente, vissuto sempre in una precisa circostanza, gli suggeriva. Ho l'impressione che sia riuscito a vivere tanto il successo di massa quanto l'attività meno appariscente come altrettante occasioni propizie. Tutto serve per capire qualcosa di più, per fare un passo avanti.
Sono bellissimo...
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