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L’ISIS SI AVVICINA. SALVINI: NO AGLI SBARCHI

Di Melissa Toti Buratti il 17 febbraio 2015


Si parla di Isis ogni giorno a qualsiasi ora; si sente nominare questo nome ai telegiornali, si legge sui quotidiani e su internet, per poi finire a parlarne anche tra le mura domestiche o nel proprio luogo di lavoro senza però, forse, conoscere bene il significato di questo nome: l’Isis, per la maggior parte delle persone, è un gruppo organizzato che punta a conquistare l’Occidente e a distruggere tutto ciò che si pone in opposizione alle sue ideologie.
Per chiarire un po’ le idee, “Isis” è la sigla di “Stato islamico dell’Iraq e della Siria”, ed è un’organizzazione islamica estremista sulla linea di al-Qaida, i quali principi fondamentali sono un ritorno all’Islam nei secoli tra l’ottavo e il dodicesimo, quando questa era considerata la civiltà più brillante di tutto il mondo antico. Inoltre, promuove la violenza religiosa e considera infedeli tutti coloro che non condividono la sua interpretazione del Corano. Insomma, l’Isis si potrebbe considerare come il nuovo Hitler d’Oriente, volto a sopprimere qualsiasi tipo di diversità e lanciato alla conquista di tutto il mondo Occidentale.

I componenti dell’Isis fanno sentire le loro minacce e la loro disumanità attraverso i numerosi video che caricano sul Web e che possono venire visualizzati da ogni parte del mondo. La macchia nera dell’Isis si sta muovendo con rapidità verso Ovest e porta con sé un odio che sembra intensificarsi ogni giorno di più. Allo stesso tempo, i Paesi europei, se al loro interno si sentono perseguitati e intimoriti, esternamente si mostrano forti e uniti contro la grande minaccia integralista, soprattutto l’Italia, che in questi giorni si vede il nemico islamico appena a due passi da sé. Fondamentalmente però, il Paese si vede spaccato in due: da una parte, ci sono coloro che non intendono lasciarsi andare ai pregiudizi e vogliono continuare a favorire l’integrazione e soccorrere i rifugiati dall’Africa; dall’altra, in costante crescita, ci sono i sostenitori di Salvini, che puntano ad un’autodifesa premeditata volendo chiudere le porte a qualsiasi straniero desideroso di entrare.

Il leader della Lega, che si potrebbe considerare il portavoce di questa ribellione in favore dell’aumento dei controlli sulla frontiera e della cessazione degli sbarchi dall’Africa, scrive con tono evidentemente indignato sul suo social network: “Finchè lo dicevamo noi di Lega Nord, che i migranti dall’Africa potevano essere considerati un pericolo di infiltrazione islamica, eravamo considerati razzisti, cattivi e omofobi, mentre adesso che si stanno svegliando anche tutti gli altri Partiti come Forza Italia, allora è lecito tutto”. E proprio ieri, sempre sul suo profilo Facebook, il politico afferma: “Scommetto che anche Casini sarà costretto a dare ragione alla Lega sul no agli sbarchi e sul pericolo del terrorismo islamico. Peccato che alla Lega diano ragione sempre tardi… Ma noi non ci arrendiamo!”, raccogliendo moltissimi commenti a suo favore, da nord a sud. D’altro canto, se un partito come Lega Nord è riuscito a trovare consensi e ammirazione persino dal sud del Paese, significa che i cittadini italiani si stanno riconoscendo in quanto tali e non in base alle coordinate geografiche sud/nord.
Si sentono, da Trento fino ad Agrigento, discriminati in casa loro, poveri e messi da parte, abbandonati dal proprio governo che sembra, ai loro occhi, giocare alle preferenze e essere incurante del fatto che una grande minaccia potrebbe, con gran facilità, nascondersi tra i fuggitivi e sbarcare sulle coste siciliane in qualsiasi momento.

Sono bellissimo...
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