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L'arnia
In questa seconda dispensa, si parlerà delle attrezzature e dei supporti tecnici e
meccanici che ci permettono di allevare e fare produrre le api; la principale di queste
"attrezzature" è senz'altro l'arnia.
In passato nella nostra regione, così come nelle altre regioni italiane l'apicoltura si
praticava esclusivamente o quasi con arnie villiche o a "favo fisso" (in sardo casiddu)
costruite con materiali disparati, dal sughero alle tavole di legno ai tronchi cavi ai
contenitori metallici.
Con questo tipo di alveari l'apicoltore non è in grado di assecondare lo sviluppo degli
alveari, di correggere eventuali anormalità, di prevenire e curare le malattie, di ricavare
il miele e la cera senza distruggere i favi e spesso uccidendo le api. Tutto ciò può
essere facilmente fatto utilizzando le arnie razionali con il telaio mobile.
Le arnie villiche erano (purtroppo ancora oggi per alcuni sono) quasi sempre disposte
in senso verticale, con l'ingresso per le api localizzato nella metà della parete anteriore
oppure in basso, in prossimità della base; all'interno dell'arnia si trovano le cosiddette
croci, formate da bastoncini che si incrociano a diverse altezze e che vengono utilizzate
dalle api come punto d'appoggio per la costruzione del favo.
Per una apicoltura moderna e razionale però le api devono essere alloggiate in
un'arnia di tipo razionale, cioè a favi mobili che , inventata in America nella metà
dell'ottocento si è da allora diffusa diventando uno strumento imprescindibile per
l'apicoltura moderna. (Fig. 1)
Nelle arnie razionali si costringono le api a
costruire i favi all'interno di speciali telai di legno
che sono semplici cornicette che con un semplice
accorgimento costruttivo possono essere estratti
dall'alveare senza che la cera venga danneggiata.
Nelle arnie razionali attualmente in uso in Italia
l'estrazione dei telaini avviene attraverso il tetto,
dopo avere rimosso il soffitto dell'arnia ed il
coprifavo, questo tipo di alveari sono detti “a favo
freddo”, in quanto i telaini sono disposti
perpendicolarmente all’ingresso dell’arnia.
Questo tipo di arnie si differenziano da quelle in uso in Germania, Austria e nei paesi
del nord Europa che hanno i telai che si estraggono dal retro della cassa, cioè sono
posizionati parallelamente all’ingresso e che vengono definiti “a favo caldo”
Attualmente, a causa dell'avvento della Varroa distructor, si preferiscono arnie
razionali a dieci telaini da nido (non più dodici come una volta) dotate di fondo mobile o
comunque di griglia in rete e con vassoio metallico a scorrimento, che permettono una
più agevole lotta a questo parassita.
Attualmente sono fortunatamente in disuso le arnie "costruite" dagli stessi apicoltori o
da artigiani che pur essendo più economiche presentano lo svantaggio di non avere le
2misure standard e perciò di non potere scambiare materiale con le arnie attualmente in
commercio.
Tanto nel nido quanto nel melario dell'arnia possono trovare alloggiamento da 10 a
12 telai (in Sardegna meglio 10), generalmente si preferisce disporre nel melario un
telaino di meno per rendere più agevoli le operazioni di smielatura; le misure dei telai
da nido sono esattamente il doppio di quelle dei telai da melario.
Nelle zone costiere della Sardegna e comunque per una forma di apicoltura moderna,
produttiva e razionale si devono preferire le arnie da nomadismo, sia dotate di
portichetto sia del tipo cubik, per potere meglio sfruttare le caratteristiche produttive
della flora; la fioritura nell’intera isola è infatti abbastanza scalare, comincia in
prossimità della costa nel periodo di Febbraio con l'asfodelo, l’acetosella, il rosmarino ed
il mandorlo per proseguire poi a Marzo - Aprile ancora con il rosmarino, il tarassaco e la
bocca di leone la lavanda ed il cardo, per parlare solo delle fioriture spontanee.
Nel periodo successivo il grosso delle fioriture si sposta nelle colline basse e
successivamente sulle alte colline e sugli altopiani, quali la Giara di Gesturi e quelli di
Macomer, dove le fioriture iniziano almeno due mesi dopo.
Il grosso delle fioriture termina nel periodo di giugno - luglio con l'eucaliptus.
Per quanto riguarda l’utilizzo delle casse per l'apicoltura transumante o nomadismo, si
attuano in fase costruttiva degli accorgimenti che rendono più agevoli gli spostamenti
che sono:
- Ganci per fissare il fondo dell'arnia al nido;
- Tettoia piana e coperta di lamiera zincata;
- Fascia di protezione o angolari per evitare lo scorrimento delle varie parti dell'arnia;
- Distanziatori tra un telaio e l'altro;
- Presenza del portichetto intorno all’ingresso;
- Maniglie laterali per una salda presa.
Molto importante in definitiva è che l'arnia sia razionale con le misure standard in
modo che i pezzi siano intercambiabili , costruita con materiali adatti e che venga
effettuata una periodica manutenzione che ne aumenti la durata nel tempo.
Attrezzi per lo svolgimento dell'apicoltura
L'arnia a telaini mobili è l'elemento principale su cui si fonda l'apicoltura moderna;
affinché si possa lavorare correttamente sono altresì necessari altri attrezzi e materiali:
- Maschera e guanti: La maschera può essere di tulle nero o meglio di rete metallica,
deve proteggere il viso dell'apicoltore mantenendosi rigida senza aderire al viso, nel
qual caso le api potrebbero ugualmente pungere. I guanti da apicoltore sono
generalmente di pelle con un copribraccio dotato di elastico terminale, utile per
impedire alle api di penetrare all'interno. E' opportuno portare la maschera ogni volta
che si visita l'alveare mentre i guanti sono sconsigliati sia per questione di sensibilità e
precisione nelle operazioni sia per avere una certa "paura" delle punture che ci
permetterà di acquisire la delicatezza e la decisione necessarie .
3- Affumicatore: per potere correttamente lavorare su un alveare è opportuno utilizzare
sempre l'affumicatore, questo è costituito da un cilindro metallico dotato di due fori in
cui avviene la combustione di tela di iuta, cartone, legno essiccato o sostanze
appositamente preparate dalle ditte che commercializzano prodotti per l'apicoltura, e da
un mantice che attraverso i due fori, di cui quello superiore dotato di beccuccio, invia il
fumo all'interno dell'alveare rendendo più mansuete le api.
Queste infatti, temendo di essere scacciate dall'alveare, ingurgitano grandi quantità di
miele, cosa che gli rende difficile utilizzare il pungiglione.
- Leva staccafavi: viene utilizzata per aprire le arnie mediante il distacco ed il
sollevamento del coprifavo, per staccare i telaini propolizzati, per eliminare gli eccessi di
cera e gli accumuli di propoli. Costruita generalmente in acciaio la leva presenta da una
parte un raschietto e dall'altra una linguetta piegata ad angolo che permette di staccare
i telaini facendo forza sulle linguette laterali.
- Spazzola: viene utilizzata per portare via le api dai telaini, può essere tranquillamente
sostituita con delle penne d'uccello o con dei rametti di rosmarino.
- Arnietta di servizio: molto comoda anche come cassetta degli attrezzi è utilizzata
quando si visitano famiglie molto numerose per sistemare il primo telaio estratto
dall'arnia che verrà riposizionato alla fine; in caso di necessità può essere utilizzata
come arnia piglia sciame.
- Diaframma: il diaframma è un pannello, generalmente di legno o di masonite (ma puo
essere anche di plastica), utilizzato per restringere lo spazio a disposizione della famiglia
quando questa si riduce di numero e non riesce a presidiare e riscaldare l’intero volume
della cassa. Il diaframma deve essere perfettamente combaciante con le pareti laterali e
con il soffitto della cassa per isolare il più ermeticamente possibile gli spazi.
- Foglio cereo: il foglio cereo è un supporto costruito in cera d'api e stampato con le
impronte delle celle da operaia. La funzione dei fogli cerei è molteplice, anzitutto il
risparmio del miele utilizzato dalle api per la formazione della cera (fino a otto Kg. di
miele per produrre un Kg. di cera); il maggior ordine nell'alveare dovuto al fatto che i
fogli cerei sono disposti parallelamente l'uno all'altro e così vengono costruiti;
limitazione del numero dei fuchi dovuto al fatto che le cellette sovraimpresse sono solo
da operaia.
Per il montaggio del foglio cereo sul telaio è necessario forare quest'ultimo ed armarlo
con filo di ferro zincato opportunamente teso, si poggia il foglio cereo sull'armatura e si
riscalda quest'ultima con corrente elettrica a basso voltaggio (12 volt); così facendo il
filo di ferro fonde parzialmente la cera e vi si incorpora fissando il foglio cereo.
- Smielatore: lo smielatore è una "macchina" utilizzata per estrarre il miele dai favi con
la forza centrifuga dovuta alla rotazione, può essere a motore o manuale, può
contenere da quattro a trentadue telaini da melario e da due a sedici telai da nido.
- Coltello e forchetta per disopercolare: sono utilizzati per asportare gli opercoli che
vengono utilizzati dalle api per chiudere le cellette piene di miele maturo, i coltelli
possono essere dotati di una resistenza elettrica che facilita il distacco della cera.
- Filtro a sacco e maturatore: il filtro a sacco viene usato per separare il miele dalla cera
e dalle altre particelle in sospensione, il maturatore è un recipiente per uso alimentare,
4d'acciaio inox munito di rubinetto che viene utilizzato per fare decantare il miele e per
eliminarne l'umidità in eccesso.
- Escludiregina: è una griglia d'acciaio di dimensioni tali da non permettere il passaggio
della regina e dei fuchi mentre può essere facilmente attraversata dalle operaie, serve
per evitare che la regina salga nel melario per deporre le uova, può essere dotata di
telaio esterno in legno per distanziare il melario dal nido in modo che le api non lo
saldino con la propoli.
- Apiscampo: è formato da un pannello in legno dotato di un dispositivo che convoglia
le api verso una sola direzione, veniva utilizzato per eliminare le api dal melario
convogliandole nel nido, in genere il risultato è ottimale se nel melario non vi è
presenza di covata e se almeno il 50% del miele presente è opercolato, vene sono di
molti tipi ed il migliore funzionamento si ha con il tipo a stella e con quello tondo.
Deve essere lasciato in posizione per almeno 24 ore, motivo per cui è attualmente
caduto in disuso.
- Soffiatore: strumento a motore che ha attualmente sostituito l’apiscampo nelle
aziende professionali e tra gli apicoltori hobbisti di discreto livello tecnico, consiste in un
motore a spalla oppure fornito di sostegno e ruote che invia aria compressa in un tubo
che la soffia verso i telai con miele che devono essere liberati dalle api.
Un melario si può liberare in pochi secondi con un notevole risparmio di tempo e di
manodopera.
- Trappole raccogli polline: sono utilizzate per la raccolta del polline, consistono in una
griglia traforata attraverso la quale passano le api che sono costrette a rilasciare il
polline che viene raccolto in un cassettino situato inferiormente; il polline raccolto viene
poi dissecato e preparato per la commercializzazione.
- Sceratrice solare o a vapore: utilizzando il calore del sole o il calore generato
elettricamente scioglie la cera e la separa dalle impurità tramite un filtro a maglia sottile
o tramite una serie di rilievi posti su di un piano inclinato.
- Nutritore: serve per fornire il nutrimento alle api in periodi particolari (dopo la
sciamatura, in periodo di scarso raccolto, nutrizione stimolante o di soccorso ecc. ecc.),
è di due tipi, a tasca o esterno. Attualmente è più usato quello esterno, consta di un
recipiente forato posto tra il coprifavo appositamente forato ed il tetto dell'arnia
attraverso il quale le api possono accedere allo sciroppo di zucchero e miele; il nutritore
a tasca si dispone al posto di uno dei telaini da nido e viene riempito di sciroppo, è
scarsamente utilizzato perché favorisce il saccheggio.
Sono bellissimo...
Administrafan