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E’ rappresentato da una sola specie, (Castanea sativa) ed è una pianta che può raggiungere i 30 metri di altezza, formando grandi foreste sulle alpi e sugli Appennini.
Il castagneto da frutto rappresenta una vera e propria coltivazione agricola per la cura costante che comporta da parte del proprietario. Oggi però la castanicoltura è in netto regresso, sia perché è venuta meno la sua importanza di nutrimento povero per le popolazioni montanare, sia per la comparsa di due funghi parassiti: il cancro del castagno e il mal dell'inchiostro. Questi due fenomeni hanno portato alla rinaturalizzazione di molti castagneti da frutto, con la formazione di un bosco misto di maggior valore naturalistico.
Molto diffuso è stato anche il governo a ceduo per ricavare pali per l’agricoltura, ma in molti casi questi cedui hanno subito un abbandono e iniziato a evolversi verso una formazione a fustaia mista con altre latifoglie.
Il castagno fiorisce tra giugno e luglio.

Caratteristiche organolettiche

Il miele di castagno tende a rimanere liquido, a causa della forte componente di fruttosio. L’eventuale cristallizzazione è molto lenta, non sempre regolare.
Il colore è ambrato scuro, con tonalità rossiccio-verdastre nel miele liquido; se cristallizzato, assume un colore marrone. Sia l’odore che l’aroma sono intensi, è poco dolce, amaro, molto persistente.

Alcune parole o espressioni usate per descrivere l’odore:
aromatico, pungente,acre, verde, vegetale/erbaceo, di legno, di tannino, fenolico, amaro, di ceci lessati, di cartone bagnato, di sapone di Marsiglia

Alcune parole o espressioni usate per descrivere il gusto/aroma:
simile all’odore

Variazioni sul tema: il castagno si presenta spesso, misto a tiglio (in questo caso viene familiarmente chiamato “castiglio”), a causa della sovrapposizione delle fioriture. Prende allora una nota medicinale, mentolata. Se misto a melata, il colore è più scuro, il sapore meno amaro rispetto a quando è totalmente di nettare.
Il miele di castagno è una delle principali produzioni nazionali, ma ha fatto fatica ad affermarsi nei gusti di chi acquista il miele, sia per il colore scuro, sia per l’aroma forte e amaro. Solo dagli anni ’80 ha cominciato ad avere un suo mercato. Prima molti apicoltori praticavano addirittura una transumanza “di fuga” per evitare di produrlo.
E’oggi uno dei mieli più utilizzati in cucina e in abbinamento con formaggi soprattutto stagionati (pecorini, caprini), ma anche con ricotta.
Sono bellissimo...
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