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Pellegrinaggio Macerata Loreto: Cristo è qualcosa che sta accadendo ora
Scritto da Simone Baroncia
Lunedì 11 Giugno 2012 05:45


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L’ex calciatore della nazionale azzurra, Lorenzo Minotti, partecipando per la prima volta al pellegrinaggio Macerata-Loreto, giunto alla 34^ edizione, ha subito esclamato: “Sembra di essere ad una finale mondiale”, riferendosi ai quasi 90.000 pellegrini che hanno partecipato a questo momento di fede popolare, che partiti sabato notte da Macerata sono giunti al far del giorno di domenica a Loreto, dopo aver sentito le testimonianze dello stesso Minotti e dell’attore Paolo Cevoli. Nel pellegrinaggio notturno è stato meditato il messaggio di Julian Carròn sulla santità: “L’affezione di Cristo per ciascuno di voi determini lo sguardo che porterete alle persone e alle cose lungo il cammino, così che Lui non sia ridotto a un puro nome, ma diventi il contenuto nuovo della vostra autocoscienza: ‘Non vivo più io, ma Cristo vive in me’. Nessun limite o peccato ci strappi di dosso l’umile certezza di avere incontrato il Signore che plasma ogni fibra del nostro essere e ci fa ripartire sempre”. Ma le grandi testimonianze sono arrivate dalla gente colpita dal recente terremoto in Emilia Romagna.
Infatti il vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori, ha affermato che: “Il nostro pensiero va a coloro che sono senza lavoro e ai fratelli colpiti dal terremoto che sono vicini e li porteremo con noi nella Casa Santa solida e sicura nella fede in cui ci attende l’abbraccio della Santa Famiglia”. Infatti il presidente dell’associazione ‘Amici del Pellegrinaggio’, Ermanno Calzolaio, ha letto una lettera di Alberto Malagoli, residente a San Felice sul Panaro: “Quando è avvenuta la scossa delle 4.05 ci siamo precipitati fuori, tremanti e sbigottiti con dentro la consapevolezza che mai potrà ritornare tutto come prima. Le cose solite che costituiscono il luogo dei nostri affetti e del nostro sostentamento si incrinano. Dentro me in un istante vengono spazzate via tutte le false certezze. Per un attimo ho tremato, temevo non rimanesse niente, solo il vuoto. Poi scoprivo dentro me l'irrompere di un fatto eccezionale e misterioso, totalmente positivo: ‘C'è Qualcuno che mi vuol bene e si rende presente attraverso questo fatto terribile ai nostri occhi’. Nasce una positività e una consapevolezza di una grande occasione per me. Non sapevo come sarebbe potuto avvenire! … Donami Signore la semplicità del bambino, spezza la durezza del mio cuore, fammi ri-desiderare di abbandonarmi nelle tue braccia”.
Al pellegrinaggio si è avuta anche la testimonianza di Claudio Bottini, impiegato in un’azienda di credito di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, che ha incentrato la riflessione sull’attuale crisi economica: “Questa contemporaneità ho la grazia di sperimentarla anche nell’ambiente di lavoro dove tra alcuni è nata un’amicizia profonda scaturita intorno all’Angelus durante la pausa mensa, condividendo per come si può la vita quotidiana, i bisogni che nascono, fino a vivere insieme settimanalmente la scuola di comunità anche con persone di diversa estrazione”. Prima dell’inizio della Messa è stato letto il messaggio di papa Benedetto XVI, che ha auspicato che: “il significativo evento susciti sempre più il desiderio di conoscere e seguire Cristo, quale risposta ai bisogni più profondi dell’uomo , e di sperimentare la presenza viva ed operante nell’oggi della storia e della Chiesa”.
Così durante l’omelia il card. Mauro Piacenza, Prefetto per la Congregazione per il Clero, ha ricordato ai fedeli il senso del pellegrinaggio: “Ha senso mettersi in cammino solo se si ha una meta da raggiungere e la fatica è meno grave se si cammina con i fratelli. Il pellegrinaggio è una metafora della vita. Noi sappiamo che esiste una metà unica e meravigliosa che chiamiamo vita. Camminando vogliamo testimoniare che la vita ha una meta e che non camminiamo da soli ma con Gesù. Non aspettatevi il miracolo ma aspettatevi il cammino… E’ necessario avere qualcosa di presente, che, in tutta la sua evidenza, ci appaia come carico di ragioni per la libertà e capace di determinare - non appena suscitare, ma determinare! - la nostra affezione autentica. Solo Cristo presente, celebrato e adorato nell’Eucaristia e pubblicamente riconosciuto in quella vittoria, gloria di Cristo nel mondo, che è il popolo, è ragione sufficiente per vivere e per sperare, per ringraziare e per continuare a camminare insieme.
Ogni Eucaristia celebra il sacrificio e la vittoria di Cristo, e Lo rende a noi contemporaneo. In ogni Eucaristia siamo chiamati ad immergerci in questa nuova realtà, che ‘dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva’. In questi tempi non semplici per il nostro Paese e per l’Europa, in questi tempi di insicurezza e di terrore, quando perfino le forze della natura paiono ricordare drammaticamente all’uomo post-moderno il suo strutturale limite, domandiamo la semplicità del cuore di poter riconoscere ‘ciò che sta accadendo ora’. Non tra qualche istante, non stanotte, non domattina, ma ora! Sta accadendo il miracolo della tua libertà che è qui, presente, e della libertà dell’altro che, come te, è disposto a mettersi totalmente in gioco”.
Sono bellissimo...
Gio71@