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Le prime immagini del 34° Pellegrinaggio Ecco le prime foto dell'ultima edizione del Pellegrinaggio Macerata Loreto. Nei prossimi giorni continueremo

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    Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per il XXXIV Pellegrinaggio


    Data: Sab, 09/06/2012
    A SUA ECCELLENZA REV.MA MONS. CLAUDIO GIULIODORI VESCOVO DI MACERATA-TOLENTINO- RECANATI-CINGOLI- TREIA

    In occasione del pellegrinaggio a piedi da Macerata alla Santa Casa di Loreto, promosso dal movimento di Comunione e Liberazione unitamente a questa Diocesi ed alla Prelatura di Loreto,il Sommo Pontefice rivolge il suo cordiale saluto ai partecipanti ed auspica che il significativo evento susciti sempre più il desiderio di conoscere e seguire Cristo, quale risposta ai bisogni più profondi dell’uomo , e di sperimentare la presenza viva ed operante nell’oggi della storia e della Chiesa.

    Con tali voti il Santo Padre, per intercessione della Beata Vergine Maria, invoca su vostra Eccellenza, sul Card. Mauro Piacenza che presiede la celebrazione eucaristica, sui presuli, sui sacerdoti e sui pellegrini tutti copiose grazie celesti, e volentieri invia la benedizione apostolica.
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    00 11/06/2012 23:14
    Con il Papa, testimone di Cristo presente, in questi tempi di insicurezza e terrore
    Comunicato stampa n: 8
    Data: Sab, 09/06/2012
    Il cardinale Mauro Piacenza, alla Messa del Pellegrinaggio. Dall’Emilia una testimonianza di fede e solidarietà. Domani a Loreto attese 90mila persone.

    I tempi sono duri per tutti: per la società civile, per l’economia, per la stessa Chiesa. E come se non bastasse, ecco anche il terremoto che, come ha detto il cardinal Piacenza nell’omelia di questa sera, sembra «ricordare drammaticamente all’uomo post-moderno il suo strutturale limite».
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    00 11/06/2012 23:15
    Il manifesto e il depliant del Pellegrinaggio 2012

    Presentiamo il manifesto del prossimo Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto che si terrà sabato 9 giugno, con partenza alle ore 20.30 presso lo Stadio Helvia Recina di Macerata.

    Oltre al manifesto vi proponiamo anche il depliant con il programma, le intenzioni di preghiera e le indicazioni tecniche per partecipare al gesto.
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    00 11/06/2012 23:16
    Testimonianza di Alberto Malagoli
    Data: 2012
    Mi chiamo Alberto ed abito con la mia famiglia a San Felice Sul Panaro, ultimamente venuta alla ribalta per essere uno degli epicentri del terremoto del 20 maggio scorso. Ciò che è accaduto è storia comune da queste parti...
    La casa è lesionata (non gravemente) e parte del capannone in cui svolgo l'attività di verniciatura industriale è crollato distruggendo il forno di verniciatura, cuore dell'azienda.

    Quando è avvenuta la scossa delle 4.05 ci siamo precipitati fuori, tremanti e sbigottiti con dentro la consapevolezza che mai potrà ritornare tutto come prima.
    Le cose solite che costituiscono il luogo dei nostri affetti e del nostro sostentamento si incrinano. Dentro me in un istante vengono spazzate via tutte le false certezze.
    Per un attimo ho tremato, temevo non rimanesse niente, solo il vuoto.

    Poi scoprivo dentro me l'irrompere di un fatto eccezionale e misterioso, totalmente positivo: «C'è Qualcuno che mi vuol bene e si rende presente attraverso questo fatto terribile ai nostri occhi». Nasce una positività e una consapevolezza di una grande occasione per me. Non sapevo come sarebbe potuto avvenire!
    Ho rivisto gli amici significativi della mia vita, ho pensato al cammino di scuola di comunità come fiume di grazia e anche alla durezza del mio cuore appesantito dall'approccio intellettuale che ho sempre avuto col Cristianesimo.
    Davanti al capannone distrutto non mi è bastato pensare che ce l'avrei fatta da solo, così ho chiesto aiuto agli amici,agli amici della Compagnia delle Opere.
    Sono stato preso per mano e il Signore ha fatto irruzione in me ... io gliel'ho permesso!

    E' un cammino, un lungo cammino ed è divenuto miracolo.
    Il mio cuore grida, lacrima. Le cose solite (quelle che Don Carron chiama penultime)non bastano più.
    Non una somma di preghiere seguite da un'inconscia pretesa di essere esaudito.
    Donami Signore la semplicità del bambino, spezza la durezza del mio cuore, fammi ri-desiderare di abbandonarmi nelle tue braccia.
    Tutto l'attaccamento alle cose che finiscono non basta più, toglie il gusto della vita lasciando ansia, sgomento e paura.
    Ho chiesto agli amici, cioè ho chiesto al Signore di non lasciarmi più fare da me.

    E' nato così il desiderio di guardare al bisogno degli amici e di chi ci sta intorno, perché possano anche loro ricevere quell'abbraccio che ho ricevuto io.
    A una coppia di nostri amici, già con diversi problemi, aumentati ed aggravati dopo il terremoto, poter dire: «Noi (io e mia moglie) vi vogliamo bene, siamo con voi, camminiamo insieme...». Rappresenta una novità per me, non l'avrei mai detto prima se non fossi stato abbracciato così.
    E' una grazia infinita, inenarrabile, traboccante.
    Un'altra coppia d'amici con la casa distrutta, lui costretto ad andare in pensione fra sei anni a causa della nuova legge sulle pensioni, con un lavoro autonomo sempre più insufficiente a vivere ed il dolore di una figlia morta 13 anni fa con conseguente chiusura su se stessi, rifiutano d'essere aiutati.
    Poi acconsentono di cercare una roulotte. Riccardo e Anna offrono la loro, andiamo insieme a consegnarla.
    Sono commossi i nostri due amici! Ci mettono nelle mani il racconto di tutta la loro vita delle loro pene delle aspirazioni infrante del desiderio di comunicare agli altri tutto ciò che li appassiona. E' una grazia.

    Il terremoto oltre a paura e sgomento è anche e sopratutto questo, perché il Signore si rende presente visibilmente nei nostri volti.
    Dinanzi alla facciata della chiesa distrutta del mio paese mi chiedevo: «Perché Signore hai permesso questo scempio? Perché nemmeno una chiesa è rimasta su? Cosa vuoi da noi fedeli?».
    Anche queste pietre fan parte di quelle cose penultime.
    Solo la Tua presenza che stiamo vedendo sbocciare in questi rapporti può ricostruire la vera Chiesa.

    Un abbraccio a tutti

    Alberto Malagoli
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    00 11/06/2012 23:17
    Testimonianza di Claudio Bottini
    Data: 2012
    La fede come il cammino dello sguardo

    Non posso non partire da quel fatto che i miei occhi hanno visto e le mie orecchie hanno udito la settimana scorsa quando a Milano è accaduta la presenza di Benedetto XVI perché mi sono trovato dentro un abbraccio così umano e così divino dove tutte le mie domande più profonde come “Chi muove l’intimo dell’uomo? Chi accende il mio cuore, cioè il mio desiderio di verità, di bellezza, di giustizia?” sono state amate e prese nella loro profondità e verità.

    Mi chiamo Claudio Bottini, ho 58 anni, sono sposato, ho 3 figli. Lavoro in un back office di un’azienda di credito a Sesto San Giovanni.

    Queste domande mi accompagnano tutti i giorni da quando mi alzo fino a quando mi corico, ne sento l’urgenza capitale per me dentro le circostanze che il Mistero che fa tutte le cose mi riserva. Così come percepisco che queste domande urgono una risposta che non sia effimera, parziale. Non mi basta accontentarmi. Altresì mi sto accorgendo che la risposta totale non sono in grado di darmela da me, la risposta non la faccio io. «E’ Lui che cerca voi prima ancora che voi lo cerchiate. Rispettando pienamente la vostra libertà Egli si avvicina a ciascuno di voi e si propone come la risposta autentica e decisiva a quell’anelito che abita il vostro essere al desiderio di una vita che valga la pena di essere vissuta» (Benedetto XVI Zagabria Giovani 04/06/2011).

    Ecco, in queste parole di Benedetto XVI c’è descritto quello da cui sono stato afferrato nell’incontro con il carisma di Don Giussani. Uno sguardo che ha mobilitato, ha scosso, ha percosso, ha guardato fin nel profondo la mia vita. Ha fatto crescere in me il desiderio di Cristo ha fatto riprendere in modo ragionevole il cammino della fede che i miei genitori mi avevano comunicato.

    Uno sguardo e un cammino da cui si sono stato travolto e abbracciato nell’incontro con Don Giussani, uno sguardo che entra nel profondo, muove, commuove, segna l’oggi. Così come quando ho avuto la Grazia di incontrare Giovanni Paolo II. Uno sguardo così profondo che mentre guarda me guarda ciò di cui sono fatto, Cristo, e mentre guarda Cristo guarda me.

    Uno sguardo come quello che Giovanni e Andrea hanno ricevuto per la per prima volta incontrando Gesù, “Chi Cercate?” “Maestro, dove abiti?” “Venite e vedrete”, che determina l’abbraccio alla moglie, ai figli, al lavoro, ai soldi, alla crisi; uno sguardo che fa dire “Ma tu chi sei? Chi sei tu che permetti questa umanità inimmaginabile?”

    Mi ha impressionato l’incontro con una ragazza di 16 anni che alla fine dell’incontro ha detto: «Sono davvero commossa, sono rimasta davvero attratta dal tuo sguardo, ho visto in te quella persona dalla quale prendere esempio, ringrazio Lui di questo incontro!».

    Oppure questa persona che ha fatto l’attrice e dopo un lungo percorso «Una sera dopo tanti inviti capito in un’assemblea a Milano. Ecco un altro che dal palco mi fa subito incazzare: “bisogna mettersi in gioco - dice - scendere in campo”. Ma sì, dice tanto per dire ma che ne sa del senso di disperazione che mi opprime, che a volte mi fa perdere il controllo nella collera, che mi fa perdere il gusto della vita, di una vita senza un’umanità vera e sincera…alla fine dell’assemblea esco a fumare in attesa di andarmene. Don Marco però non si muove, passa quasi mezz’ora. Torno dentro per prenderlo e portarlo via. Quello che aveva tenuto l’assemblea mi si avvicina e sorridendomi come se mi conoscesse da molto tempo mi abbraccia. Un abbraccio che mi riempie di una commozione che tento di trattenere per non sembrare stupida. Resto interdetta mentre sento una forza oltre l’umano che mi stringe».

    O come quel compagno di lavoro che qualche giorno fa mi ha detto: «Ma da dove ti viene questa umanità?», o come quel piccolo imprenditore incontrato durante una cena che alla fine ha detto «il tuo dire, il tuo sguardo mi hanno acceso il cuore». O come Luca, un ragazzo di 22 anni incontrato da poco che ha detto: «Mai visto nulla di così bello, voglio iniziare anche io questa strada!».

    Tutto questo venirmi incontro del Mistero di Cristo mi fa mendicare sempre di più l’umanità di Cristo e prendere sul serio il mio bisogno umano. Ma di cosa sono bisognoso io: di tutto, del Tutto, dell’Infinito (“Il mio cuore è sempre inquieto finchè non riposa in Te” dice Sant’Agostino).

    Sorge allora una domanda: Chi ha introdotto nel mondo una così profonda esigenza, un così tenero e appassionato sguardo alla mia persona, alla persona di ciascuno di noi? Solo Cristo mi guarda così senza ridurre la mia persona. Così incontrando prima Don Giussani, poi Don Carron, poi il volto di tanti amici giovani e non, con cui ho la grazia di fare dentro la strada incontrata il cammino della mia vita, scopro sempre di più che Cristo non è una parola vuota o del passato bensì l’avvenimento della Sua contemporaneità che solo non fa smarrire la persona. Come mi scrive questa persona: «Contro ogni logica umana, questo è stato ciò che ho cercato e che cerco, con fatica, ogni giorno: Cristo presente, vivo, con me, con i miei bambini, la Sua carezza sulle nostre vite stravolte. Certo, è un lavoro difficile affidarsi, non mi è così automatico, devo farlo attimo per attimo, secondo per secondo e non mi toglie un solo grammo del dolore che provo, ma mi corrisponde molto di più della disperazione. E Lui risponde. Lo vedo nei miei bambini così forti e docili, l’ho visto al funerale di Mauri dove il mio cuore era in pace perché, assurdo a dirsi, era evidente una letizia…Lo vedo negli amici che non mi lasciano un solo istante e in chi, con affetto paterno, mi ricorda incessantemente che questa irrequietezza dolorosa è il dono più grande che potessimo ricevere, è la sua preferenza per noi, perché ci obbliga ad andare al fondo di tutto per cercare Lui, che c’è, che fa, che agisce».

    Questa contemporaneità ho la grazia di sperimentarla anche nell’ambiente di lavoro dove tra alcuni è nata un’amicizia profonda scaturita intorno all’Angelus durante la pausa mensa, condividendo per come si può la vita quotidiana, i bisogni che nascono, fino a vivere insieme settimanalmente la scuola di comunità (la catechesi del Movimento di CL) anche con persone di diversa estrazione.

    Come il mio amico Riccardo che ha perso un figlio. Per curiosità si è avvicinato vedendo persone amiche e con tutta la sua resistenza dice: «Qui c’è qualcosa di grande e strano che desidero imparare», o come Gloria che dice: «All’alba dei 60 anni finalmente al lavoro ho trovato degli amici», oppure Angela a cui abbiamo insegnato l’Angelus.

    Tutta questa grazia che mi accade fa sorgere più potentemente il desiderio di riconoscere Cristo in ogni istante. E da cosa lo vedo che aumenta questo desiderio di Lui, questo riconoscimento di Cristo? Dal fatto che sono più disposto ad imparare, ad ascoltare, pronto a riprendere quando sbaglio. In una parola: desidero amarLo, servirLo, onorarLo dentro la strada che Lui stesso mi ha indicato: seguendo Don Giussani e chi oggi me lo testimonia potente e vivo nella sua carne, come Benedetto XVI e Don Carron.

    Domando all’inizio di questo pellegrinaggio la conversione del mio cuore per non disperdere la grazia che ho ricevuto, seguendo chi onora Cristo, chi ama Sua Madre Maria. Domando al Mistero Presente per intercessione del Beato Giovanni Paolo II il dono continuo della fede, di questa esperienza umana che rende piena la vita in qualunque circostanza mi trovo.

    Grazie.
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    00 11/06/2012 23:18
    Don Luigi Giussani

    Chiesta l'apertura della causa di beatificazione e canonizzazione

    Il 22 febbraio 2012, al termine della Messa celebrata nel Duomo di Milano dal cardinale Angelo Scola, nel XXX anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL e nel VII anniversario della morte di don Luigi Giussani, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha reso noto di avere presentato all’Arcivescovo di Milano la richiesta di apertura della causa di beatificazione e di canonizzazione di don Giussani.

    Il Pellegrinaggio Macerata-Loreto si unisce alla gratitudine e all'augurio di don Julián Carrón: «la Madonna − “di speranza fontana vivace” − ci aiuti ogni giorno a diventare degni delle promesse di Cristo e della immensa grazia che nel carisma di don Giussani abbiamo ricevuto e ancora riceviamo».
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    00 11/06/2012 23:21
    Tutto è pronto per la XXXIVª edizione del Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, che si terrà sabato 9 giugno, a partire dalle ore 20.30, presso lo Stadio “Helvia Recina” di Macerata.

    La Santa Messa sarà presieduta dal Cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero. In un momento di profonda crisi come quella attuale, il Cardinale ha evidenziato l’importanza che può avere lo spettacolo di un popolo che si muove verso una meta: «Tra le esperienze umane che maggiormente richiamano al senso del Mistero, quella della “contemplazione del popolo” è una delle più commoventi che si possano vivere». «Il popolo che si muove, che cammina, che domanda come un mendicante – prosegue il Card. Piacenza – è la vittoria di Cristo presente in questo mondo. Le crisi nascono sempre quando si perde di vista il popolo e l’autentico bene comune; quando il fine è solo il profitto smisurato e si dimentica l’uomo, con i suoi autentici bisogni, incluso il senso religioso».

    Le difficoltà che sta attraversando il nostro paese a causa della crisi economica, così come la libertà religiosa nel mondo e la conclusione dell’anno scolastico, accademico e pastorale, saranno oggetto delle intenzioni di preghiera di questa 34ª edizione; inoltre, in continuità con il VII° Incontro Mondiale per le famiglie di Papa Benedetto XVI°, il Pellegrinaggio Macerata-Loreto dedicherà una preghiera particolare proprio alle famiglie. Come sottolineato anche dal Card. Piacenza, non è vero che la famiglia sia ormai un istituto superato e che i giovani non ne siano più interessati: «Il problema è che l’impostazione sociale ed economica della nostra società, con la precarietà del lavoro e l’esorbitante costo degli immobili, impedisce di fatto il “fare famiglia”». «La famiglia non è affatto un istituto religioso, come taluni vorrebbero far credere. La famiglia è il fondamentale istituto umano e perciò sociale, ed è per questo che l’ordinamento legislativo è tenuto a riconoscervisi, a tutelarla ed a promuoverla, anche culturalmente».

    Mercoledì 6 giugno dopo l’udienza in piazza S. Pietro sarà benedetta dal Papa la fiaccola della pace. Il gruppo della fiaccola composto da circa 20 atleti appartenenti a gruppi sportivi marchigiani e pugliesi che si alterneranno in staffetta nella corsa da Roma a Macerata, verrà integrato lungo il percorso dalle società sportive podistiche presenti nelle città attraversate dalla fiaccola, in modo particolare la Società Amatori di Terni e la Bracaccini di Osimo. Il primo giorno, il 6 giugno, i tedofori percorreranno 104 chilometri, raggiungendo in serata Terni, poi il 7 giugno arriveranno a Perugia nella Cattedrale di S. Lorenzo, mentre l’8 dopo una sosta presso la tomba di S. Francesco in Assisi, varcherà il confine marchigiano per approdare a S. Severino. Infine sabato 9 giugno l’arrivo in serata allo stadio Helvia Recina di Macerata, prima della partenza del Pellegrinaggio per un totale di 311 chilometri! Anche quest’anno collaboreranno nell’organizzazione della Fiaccola il Centro Sportivo Italiano ed il Centro Giovanni Paolo II di Loreto e ci sarà anche il patrocinio dell’Ufficio Nazionale della Pastorale Giovanile e dell’Ufficio Nazionale Sport della Cei.

    Tra le testimonianze previste allo stadio e durante la notte, quella di Claudio Bottini, un bancario di Milano con una riflessione sul tema di quest’anno della 34° edizione, ovvero “Cristo è qualcosa che sta accadendo ora”, mentre nel cammino interverranno gli sportivi Lorenzo Minotti, ex nazionale azzurro di calcio, ora dirigente cesenate, Mara Santangelo, ex tennista azzurra, lo scrittore Fabio Salvatore, da oltre 10 anni alle prese con una terribile malattia e che anche quest’anno, dopo l’esperienza dell’anno scorso, ha deciso di incamminarsi per chiedere l’ennesima grazia alla Madonna.

    Stanno arrivando nel quartier generale di piazza Strambi a Macerata le varie adesioni dei pullman: sono già oltre 70, con presenze da Cuneo, Chioggia, Mantova, Livorno, Foggia, Chiavari, Potenza e ben 2 torpedoni dalla Svizzera. Il Comitato anche quest’anno mette a disposizione gratuitamente dieci pullman della Contram che riporteranno a Macerata i pellegrini che arrivano a Loreto. Inoltre sono dati in arrivo numerosi pellegrini in treno e saranno a disposizione in stazione bus navetta della Contram che accompagneranno le persone direttamente davanti allo stadio.

    Nel dettaglio comunque ecco i numeri dei volontari. In segreteria sono state coinvolte 300 persone, mentre per il servizio accoglienza è stato toccata quota 800, con giovani, provenienti oltre che dalle Marche, anche da Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia. Più di 100 persone impiegate nel coro, 130 nel servizio liturgico (con 18mila ostie da utilizzare), oltre 30 per l’accoglienza autorità ed ospiti, 100 per l’allestimento stadio, 30 per l’ufficio stampa, ben 450 volontari tra personale medico e paramedico (tra cui 50 medici), con l’impiego di 60 ambulanze e la presenza di due postazioni mediche avanzate, dieci punti di primo intervento e quindici postazioni mobili; in più sono 30 i pulmini del servizio accoglienza mobilie, messi a disposizione da volontari privati, con l’aggiunta di undici pullman di linea in partenza da Chiarino. L’amplificazione sarà dotata di ben 16 squadre per oltre 250 persone, mentre sono 30 le persone tra podisti, accompagnatoti e speaker impiegate con la fiaccola della pace. Ben 170 le presenze che giungeranno da Pesaro per curare il servizio di ristoro-colazione la mattina prima di raggiungere Loreto, con la preparazione di 4.000 litri di thè, 3.000 di caffè, 36mila merendine, 15mila bottigliette d’acqua e sette quintali di dolci fatti a mano. Non mancheranno volontari, ben 200, per la distribuzione dei flambeaux a S. Firmano e all’arrivo 150 persone per la colletta. In sostanza un consistente gruppo di giovani e meno giovani che rappresenta il vero punto di forza di questo Pellegrinaggio che anche quest’anno si preannuncia da grandi numeri. Anche come presenze di partecipanti.

    Il Pellegrinaggio a Piedi da Macerata a Loreto nasce nel 1978, anno dell’elezione di Giovanni Paolo II. Un insegnante di religione di Macerata, don Giancarlo Vecerrica, lo propone agli studenti come gesto di ringraziamento alla Madonna a conclusione dell’anno scolastico: viene così recuperata l’antica tradizione, che tendeva sempre più a scomparire nell’attuale clima di secolarizzazione.

    Se al primo Pellegrinaggio partecipano poco più di trecento persone, negli anni successivi si assiste ad una eccezionale progressione numerica, fino a superare i sessantamila partecipanti. Metà circa dei pellegrini proviene dalle Marche, i restanti raggiungono il luogo di partenza – Macerata – da tutta Italia e anche dall’estero.

    Il Pellegrinaggio è proposto da Comunione e Liberazione, d’intesa con le diocesi di Macerata e Loreto, e gli altri movimenti ed associazioni ecclesiali partecipano in modo cordiale e fattivo, offrendo concretamente una grande testimonianza di unità e di comunione; e molti sono anche i volontari che contribuiscono all’organizzazione, tutt’altro che semplice, articolata in vari servizi: segreteria, accoglienza e ordine, coro, liturgia, stampa e pubbliche relazioni, amplificazione, medici e sanitari, etc.

    L’evento ha luogo, generalmente, la sera del sabato immediatamente seguente la fine delle lezioni scolastiche; il percorso riprende un cammino mariano di antichissima tradizione e si snoda per circa 27 Km attraverso le campagne.

    Il 19 giugno 1993 il Pellegrinaggio ha ricevuto un gran dono: la presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II. Egli, dopo aver celebrato la S. Messa nel Centro Fiere di Villa Potenza prima del cammino notturno, consegnando la Croce, disse: “Ora affido a voi, cari giovani, la Croce che vi farà da guida al vostro Pellegrinaggio al santuario di Loreto. Imparate dall’esperienza di questa notte a seguire, anche sulle strade del vostro quotidiano cammino, la Croce di Cristo, nella quale è salvezza, vita e resurrezione”. Quella Croce, da allora, apre il Pellegrinaggio.

    La marcia notturna, costantemente guidata, è scandita puntualmente dalla recita del Santo Rosario, inframmezzata da canti, testimonianze, meditazione della Parola di Dio e del magistero del Papa.

    Una spettacolare fiaccolata anima la Strada Regina da San Firmano, nei pressi dell’antica abbazia romanica, sino alla chiesetta rurale di Chiarino, dove si giunge verso il sorgere del sole e dove è offerto a tutti i pellegrini un lauto ristoro.

    Verso le 6-6,30 del mattino, allorché oltre l’ultima collina si scorge finalmente il profilo del Santuario Mariano, ci si inginocchia, si recita l’Angelus e ci si scambia un gesto di pace e di riconciliazione. All’arrivo a Loreto i pellegrini sono accolti dalla statua della Madonna (portata a spalla dai militari dell’Aeronautica), dalle autorità religiose, civili, militari e dall’abbraccio di tanti amici e parenti. L’arrivo nella piazza della Basilica di Loreto avviene tra due ali festose di persone che non sono riuscite a raggiungere Loreto a piedi.

    Infine, dopo che una delegazione di giovani ha offerto alla Vergine un omaggio floreale, tutti insieme si compie l’Atto di Consacrazione alla Madonna mentre i frati cappuccini aspergono abbondantemente d’acqua benedetta i fedeli pellegrini, che sfilano stanchi ma contenti, dinnanzi alla statua della Madonna di Loreto. Ai suoi piedi viene posto un braciere acceso: lì vengono posti migliaia di fogliettini con le intenzioni di preghiera e le richieste di grazie che, attraverso il fumo, salgono in cielo per essere esaudite.

    Il percorso
    Verso le 22.30 i pellegrini lasciano lo stadio Helvia Recina e si incamminano nella notte alla volta di Loreto. Il percorso, di circa 27 chilometri, è scandito da momenti di preghiera, canti, letture, testimonianze e si snoda attraverso vari centri urbani dell’hinterland maceratese.

    La prima tappa è prevista per la mezzanotte all’altezza di Sambucheto, per l’Adorazione Eucaristica davanti alla chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù.

    Si giunge poi in località San Firmano, dove i pellegrini ricevono le fiaccole che accompagneranno il cammino fino all’alba, formando un suggestivo “serpentone” luminoso.

    In località Becerica continua la Festa della luce con lo spettacolo dei fuochi d’artificio, offerto dalla ditta Alessi.

    A Chiarino, invece, i pellegrini si rifocillano con la colazione (thè, caffè e dolci) offerta da alcuni amici di Pesaro.

    Inizia il “saliscendi” che porta alla vista della Basilica di Loreto, con la recita dell’Angelus e lo scambio della pace all’altezza di Costabianca.

    Intorno alle 6.00 si arriva a Loreto, con la consacrazione solenne alla Madonna.

    Giunti in Piazza della Madonna i pellegrini depongono i foglietti con le intenzioni di preghiera nel braciere, per elevarle al Cielo.

    Chi lo desidera, infine, può arrivare fin dentro la Santa Casa.

    Il Pellegrinaggio è aperto a tutti e la partecipazione è libera. Si suggerisce di dare la propria adesione presso i centri di raccolta, offrendo possibilmente un contributo di 10 euro per le ingenti spese organizzative, che può essere versato insieme alla scheda di adesione o direttamente allo stadio di Macerata, presso i banchetti della segreteria. Lasciando il proprio indirizzo al Comitato, inoltre, si può ricevere gratuitamente la rivista periodica «Amici del Pellegrinaggio». Chiunque può farsi promotore di centri di raccolta delle adesioni. I moduli possono essere richiesti presso la sede del Comitato o scaricati da questo sito. Il Pellegrinaggio deve essere vissuto per intero, a cominciare dal gesto iniziale presso lo stadio di Macerata. Per il cammino si raccomanda di calzare scarpe comode e di portare con sé un ombrello o un impermeabile, la giacca a vento e delle bevande calde. I sacerdoti sono invitati ad indossare lungo il percorso la stola violacea per le confessioni.

    Come arrivare a Macerata
    I mezzi per raggiungere Macerata e lo stadio Helvia Recina sono:

    Treno
    Gli orari dei treni per Macerata sono consultabili direttamente sul sito di Trenitalia. Arrivati a Macerata, essendo la stazione ferroviaria piuttosto distante dallo stadio, si consiglia di prendere uno dei bus-navetta messi a disposizioni dall’Amministrazione comunale.

    NB: Occorre fare attenzione a digitare correttamente le date di andata e di ritorno, poiché durante il fine settimana il numero delle corse è ridotto.

    A Loreto la stazione ferroviaria si trova nella località di Loreto-Stazione (alle pendici della collina sulla quale sorge il santuario); per raggiungerla si possono utilizzare i mezzi pubblici.

    Auto privata
    L’arrivo in auto a Macerata è sconsigliato, a causa delle limitazioni alla circolazione in vigore in occasione del Pellegrinaggio e della assoluta carenza di parcheggi nelle vicinanze dello stadio «Helvia Recina». Chi intendesse comunque raggiungere la città con il proprio automezzo è invitato ad arrivare entro le 16,30-17 al massimo.

    Aereo
    L’aeroporto più vicino è il Raffaello Sanzio di Falconara, nelle vicinanze di Ancona.

    Autolinee locali
    Per i trasferimenti tramite pullman di linea, si consiglia di consultare gli orari delle autolinee che percorrono le tratte da e per Macerata/Loreto

    Per chi proviene da località limitrofe a Loreto e Macerata possiamo segnalare:
    - Autolinee CONTRAM
    - Conerobus (Servizio Extraurbano)
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    PRESENTATA LA 34^ EDIZIONE DEL PELLEGRINAGGIO MACERATA - LORETO Comunicato stampa n: 7 Data: Venerdì, 8 Giugno, 2012

    Oggi, venerdì 8 giugno, presso la Sala Consiliare di Macerata, è stata ufficialmente presentata la 34° edizione del Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. Sono intervenuti alla conferenza il Vescovo della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia Mons. Claudio Giuliodori, il sindaco di Macerata avv. Romano Carancini ed il responsabile della logistica ing. Massimo Orselli.

    L’incontro è stato introdotto e moderato dal responsabile dell’Ufficio Stampa del Pellegrinaggio Carlo Cammoranesi il quale, dopo i consueti saluti e ringraziamenti iniziali, ha ufficialmente presentato gli ospiti che prenderanno parte all’evento: Claudio Bottini, un bancario di Milano che interverrà fornendo la propria riflessione sul nuovo titolo del Pellegrinaggio "Cristo è qualcosa che sta accadendo ora", lo sportivo Lorenzo Minotti, ex nazionale azzurra ed ora dirigente di una squadra di serie A ed il comico di Zelig Paolo Cevoli, recente protagonista della piece teatrale "La penultima cena". Parteciperà inoltre anche un imprenditore modenese che, a causa delle recenti scosse sismiche che hanno colpito l’Emilia Romagna, ha perso la propria fabbrica ed ha per questo deciso di affidare sé stesso ed i suoi 50 dipendenti alla Madonna di Loreto. Infine, Carlo Cammoranesi ha ricordato anche la fondamentale presenza di Sua Eccellenza Card. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero, che celebrerà la Santa Messa.

    E’ poi intervenuto il Sindaco Romano Carancini, che ha sottolineato l’orgoglio, l’apertura e la felicità della città di Macerata di ospitare, anche quest’anno, un gesto così imponente come quello del Pellegrinaggio: in un momento così difficile sia per la comunità che per coloro che, a causa della responsabilità di cui sono investiti, costituiscono per tanti un punto di riferimento, il Pellegrinaggio si pone come un utile momento di riflessione e di aiuto affinché non vengano persi di vista i valori fondamentali.

    Ha quindi preso la parola Mons. Claudio Giuliodori che, richiamando l’udienza consiliare di mercoledì 6 giugno in cui il Papa ha benedetto la Fiaccola della Pace, ha ricordato come il Santo Padre fosse stupito dal’elevato numero di presenti a Roma ed anche un po’ rammaricato dal fatto di non avere più l’età per partecipare al cammino. Inoltre, il Vescovo ha reso noto che quest’anno il Pellegrinaggio dedicherà un pensiero particolare ai terremotati dell’Emilia: oltre a domenica 10 giugno, data in cui nelle chiese italiane si raccoglieranno le offerte da destinare ai terremotati, anche una parte delle offerte che verranno raccolte al Pellegrinaggio, in particolare con la consueta colletta della domenica mattina a Loreto, saranno inviate in Emilia Romagna.

    La conferenza si è infine conclusa con l’intervento dell’ing. Massimo Orselli che, richiamando la già citata accoglienza della città di Macerata, ha evidenziato come il primo pensiero dei numerosissimi volontari che ogni anno prestano gratuitamente il loro servizio sia proprio quello di far sentire ogni singolo pellegrino come se fosse l’unico partecipante al gesto e come, citando il messaggio che Don Julian Carron, presidente del Movimento di Comunione e Liberazione, ha in questi giorni inviato per il Pellegrinaggio, il sì di ogni volontario a questo momento sia lo stesso sì che siamo invitati ad offrire al Santo Padre attraverso la fatica del cammino.
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    00 11/06/2012 23:46

    Pellegrinaggio Macerata Loreto: Cristo è qualcosa che sta accadendo ora
    Scritto da Simone Baroncia
    Lunedì 11 Giugno 2012 05:45


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    L’ex calciatore della nazionale azzurra, Lorenzo Minotti, partecipando per la prima volta al pellegrinaggio Macerata-Loreto, giunto alla 34^ edizione, ha subito esclamato: “Sembra di essere ad una finale mondiale”, riferendosi ai quasi 90.000 pellegrini che hanno partecipato a questo momento di fede popolare, che partiti sabato notte da Macerata sono giunti al far del giorno di domenica a Loreto, dopo aver sentito le testimonianze dello stesso Minotti e dell’attore Paolo Cevoli. Nel pellegrinaggio notturno è stato meditato il messaggio di Julian Carròn sulla santità: “L’affezione di Cristo per ciascuno di voi determini lo sguardo che porterete alle persone e alle cose lungo il cammino, così che Lui non sia ridotto a un puro nome, ma diventi il contenuto nuovo della vostra autocoscienza: ‘Non vivo più io, ma Cristo vive in me’. Nessun limite o peccato ci strappi di dosso l’umile certezza di avere incontrato il Signore che plasma ogni fibra del nostro essere e ci fa ripartire sempre”. Ma le grandi testimonianze sono arrivate dalla gente colpita dal recente terremoto in Emilia Romagna.
    Infatti il vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori, ha affermato che: “Il nostro pensiero va a coloro che sono senza lavoro e ai fratelli colpiti dal terremoto che sono vicini e li porteremo con noi nella Casa Santa solida e sicura nella fede in cui ci attende l’abbraccio della Santa Famiglia”. Infatti il presidente dell’associazione ‘Amici del Pellegrinaggio’, Ermanno Calzolaio, ha letto una lettera di Alberto Malagoli, residente a San Felice sul Panaro: “Quando è avvenuta la scossa delle 4.05 ci siamo precipitati fuori, tremanti e sbigottiti con dentro la consapevolezza che mai potrà ritornare tutto come prima. Le cose solite che costituiscono il luogo dei nostri affetti e del nostro sostentamento si incrinano. Dentro me in un istante vengono spazzate via tutte le false certezze. Per un attimo ho tremato, temevo non rimanesse niente, solo il vuoto. Poi scoprivo dentro me l'irrompere di un fatto eccezionale e misterioso, totalmente positivo: ‘C'è Qualcuno che mi vuol bene e si rende presente attraverso questo fatto terribile ai nostri occhi’. Nasce una positività e una consapevolezza di una grande occasione per me. Non sapevo come sarebbe potuto avvenire! … Donami Signore la semplicità del bambino, spezza la durezza del mio cuore, fammi ri-desiderare di abbandonarmi nelle tue braccia”.
    Al pellegrinaggio si è avuta anche la testimonianza di Claudio Bottini, impiegato in un’azienda di credito di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, che ha incentrato la riflessione sull’attuale crisi economica: “Questa contemporaneità ho la grazia di sperimentarla anche nell’ambiente di lavoro dove tra alcuni è nata un’amicizia profonda scaturita intorno all’Angelus durante la pausa mensa, condividendo per come si può la vita quotidiana, i bisogni che nascono, fino a vivere insieme settimanalmente la scuola di comunità anche con persone di diversa estrazione”. Prima dell’inizio della Messa è stato letto il messaggio di papa Benedetto XVI, che ha auspicato che: “il significativo evento susciti sempre più il desiderio di conoscere e seguire Cristo, quale risposta ai bisogni più profondi dell’uomo , e di sperimentare la presenza viva ed operante nell’oggi della storia e della Chiesa”.
    Così durante l’omelia il card. Mauro Piacenza, Prefetto per la Congregazione per il Clero, ha ricordato ai fedeli il senso del pellegrinaggio: “Ha senso mettersi in cammino solo se si ha una meta da raggiungere e la fatica è meno grave se si cammina con i fratelli. Il pellegrinaggio è una metafora della vita. Noi sappiamo che esiste una metà unica e meravigliosa che chiamiamo vita. Camminando vogliamo testimoniare che la vita ha una meta e che non camminiamo da soli ma con Gesù. Non aspettatevi il miracolo ma aspettatevi il cammino… E’ necessario avere qualcosa di presente, che, in tutta la sua evidenza, ci appaia come carico di ragioni per la libertà e capace di determinare - non appena suscitare, ma determinare! - la nostra affezione autentica. Solo Cristo presente, celebrato e adorato nell’Eucaristia e pubblicamente riconosciuto in quella vittoria, gloria di Cristo nel mondo, che è il popolo, è ragione sufficiente per vivere e per sperare, per ringraziare e per continuare a camminare insieme.
    Ogni Eucaristia celebra il sacrificio e la vittoria di Cristo, e Lo rende a noi contemporaneo. In ogni Eucaristia siamo chiamati ad immergerci in questa nuova realtà, che ‘dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva’. In questi tempi non semplici per il nostro Paese e per l’Europa, in questi tempi di insicurezza e di terrore, quando perfino le forze della natura paiono ricordare drammaticamente all’uomo post-moderno il suo strutturale limite, domandiamo la semplicità del cuore di poter riconoscere ‘ciò che sta accadendo ora’. Non tra qualche istante, non stanotte, non domattina, ma ora! Sta accadendo il miracolo della tua libertà che è qui, presente, e della libertà dell’altro che, come te, è disposto a mettersi totalmente in gioco”.
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    00 11/06/2012 23:48
    Loreto, in 90.000 al pellegrinaggio tra Macerata e il Santuario
    LORETO - Circa 90.000 persone hanno preso parte alla 34/a edizione del Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, dedicato quest' anno alle popolazioni terremotate dell' Emilia(per le quali è stata fatta una raccolta di fondi), ma nell'ambito del quale si è pregato anche per i due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L'arrivo, stamane, al Santuario della Santa Casa, dopo un percorso di 27 chilometri durante il quale, tranne qualche slogatura, non vi sono stati particolari problemi, grazie anche al clima temperato e a un pò di brezza che hanno evitato il disagio del caldo. Come di consueto, nel cuore della notte, si è svolto lo spettacolo pirotecnico, protrattosi per oltre 20 minuti, seguito dalla consegna ai pellegrini delle fiaccole e, quindi, dalla sosta per la colazione.

    I messaggi. Tra i tanti messaggi pervenuti, quello di don Julian Carron, il quale ha esortato il pellegrini ad essere «consapevoli di quanto sta accadendo nella Chiesa e nel mondo» augurandosi e augurando un pellegrinaggio «sostenuto dal desiderio di riscoprire la fede». Ad accogliere i pellegrini sul sagrato dela Basilica loretana - oltre al cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero, che ieri sera aveva celebrato la Messa alla partenza del Pellegrinaggio allo stadio Helvia Recina di Macerata - vari vescovi marchigiani: Giancarlo Vecerrica, di Fabriano, creatore e animatore del Pellegrinaggio, Giovanni Tonucci, di Loreto, Edoardo Menichelli, di Ancona-Osimo, Claudio Giuliodori, di Macerata, Francesco Brugnaro, di Camerino, Luigi Conti, di Fermo. Diciottomila le ostie distribuite durante la Messa, 180 i pullman giunti da tutta Italia, oltre che da Croazia, Spagna e Svizzera, 2.700 i volontari che hanno contribuito alla realizzazione dell'iniziativa.
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    00 11/06/2012 23:50
    "NON STANCATEVI MAI DI CAMMINARE NELLA FEDE" Il saluto del card. Piacenza all'arrivo del Pellegrinaggio Macerata-Loreto

    ROMA, domenica, 10 giugno 2012 (ZENIT.org).- Riprendiamo il saluto rivolto questa mattina all'alba nel Santuario della Santa Casa a Loreto dal cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero, ai marciatori che hanno compiuto il Pellegrinaggio Macerata-Loreto.
    ***
    Carissimi amici, ben arrivati!
    La Madonna di Loreto, e con Lei la Chiesa, vi accoglie, vi guarda con tenerezza materna e, di gran cuore, vi benedice.
    Quando la meta è raggiunta, il cuore esulta e la libertà sa di essersi espressa al suo meglio, perché sa di aver servito la Verità.
    Avete camminato e cantato, avete pregato e, anche così, avete testimoniato. Un popolo che cammina, un popolo in movimento è la "rappresentazione" più convincente del Cristianesimo; coloro che hanno incontrato Cristo, Via, Verità e Vita, non possono fare a meno di "seguirLo", camminando sui suoi passi, verso quella meta che è la vita piena, una vita così vita che non può finire, che è la vita eterna, quella che Gesù ci ha guadagnata con il suo Sangue.
    Camminando, avete attraversato la notte, illuminata dalle fiaccole della fede di ciascuno, che creavano, al passaggio, una grande scia di luce.
    Camminando, avete visto le tenebre, pian piano, diradarsi e, quale prodigio inestimabile, sorgere il sole. Ogni uomo, capace di un autentico rapporto con il creato, non può non riconoscere, nella luce, che ogni giorno vince le tenebre, la vittoria di Cristo, Sole senza tramonto, Luce del Mondo e, perciò di ogni nostra esistenza. Egli é qui, attraverso la Chiesa, é presente nel mondo, Egli "accade adesso" attraverso quel corpo, quella compagnia in cammino, che siamo noi.
    Ciascuno porta nel cuore un'intenzione di preghiera, una domanda da presentare alla Vergine Lauretana, una grazia da implorare per Sua intercessione.
    Maria Santissima, in quest'alba, vi accoglie e vi introduce nel "mistero della Santa Casa", che rimanda al cuore della nostra fede: l'incarnazione del Verbo, il Dio-con-noi per sempre.
    Tutti riconosciamo, in quest'ora, di aver già ricevuto un dono straordinario, di essere già stati oggetto di una particolare predilezione, proprio attraverso la partecipazione a questo pellegrinaggio. Abbiamo camminato anche per implorare una grazia ed abbiamo scoperto che la grazia è proprio il "camminare"!
    Sì! È camminando che si comprende il senso del cammino ed è camminando che la meta appare sempre meno lontana, perché meno estranea.
    Carissimi amici, non stancatevi mai di camminare nella fede e sappiate che, sempre, Maria Santissima vi attende e vi accoglie, come Madre tenera che, senza sosta, indica il Suo Figlio Gesù. Così come fa la Chiesa…
    Ben arrivati di cuore!
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    00 11/06/2012 23:51
    "CHE COSA RENDERÒ AL SIGNORE, PER TUTTI I BENEFICI CHE MI HA FATTO?"

    L'omelia tenuta oggi dal card. Mauro Piacenza nello Stadio Helvia Recina di Macerata

    ROMA, sabato, 9 giugno 2012 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito l'omelia pronunciata questa sera dal cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero, durante la Santa Messa nella Vigilia della Solennità del Corpus Domini, celebrata nello Stadio “Helvia Recina” di Macerata.
    ***
    «Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?»
    Questa domanda del Salmista - Carissimi amici - ci vede radunati, a migliaia, in questo Stadio, in occasione dell’annuale pellegrinaggio da Macerata a Loreto, ringraziando il Signore per la conclusione di questo anno, scolastico ed accademico, e per affidare a Lui, ed alla Beata Vergine lauretana, le nostre esistenze.
    Anche se “fisicamente” saremo noi a camminare, non dobbiamo dimenticare che, in realtà, è il Signore a venirci incontro: Egli ci ha convocati quì questa sera, è presente nel Suo Corpo e nel Suo Sangue, ci accompagna nel cammino, ci precede, ci segue ed è sempre con noi.
    Carissimi amici, ha senso mettersi in cammino, solo se si ha una méta da raggiungere, e la fatica è meno grave, se si condivide la strada con altri fratelli. Il Pellegrinaggio è, dunque, una chiara immagine della nostra vita e di quella di ogni uomo.
    Noi sappiamo chi siamo!
    Noi sappiamo a Chi abbiamo creduto!
    Noi sappiamo - per grazia, non per merito - che esiste una méta, un significato di questa esperienza, unica e meravigliosa, che chiamiamo vita.
    E questo significato ha un nome: Gesù Cristo!
    Camminando, cantando e pregando, in questa notte, vogliamo annunciare a tutti quelli che incontreremo, e che camminano al nostro fianco, questo straorinario fatto: la vita ha un senso, una méta! L’uomo non è più solo, nel cosmo. Dio gli viene incontro, lo ama e lo salva, in Gesù,uomovero eDiovero.
    Scopriremo, proprio camminando, ad ogni passo, che l’annuncio portato si invera: diviene più reale, anche per chi lo porta. E non per una pseudo “autoconvinzione di massa”, ma perché ad ogni passo la libertà aderisce ad un annuncio, ad una proposta e, passo dopo passo, umilmente, diviene certezza, in chi cammina, e proposta, in chi osserva.
    Elemento determinante, anche nella comprensione autentica del mistero dell’eucaristia, è l’obbedienza. La sera del giovedì santo, prima di essere consegnato ai suoi crocifissori, «Gesù istituì il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, il Memoriale del suo Sacrificio pasquale. […] lo fece all’interno di un rito, checomandòagli Apostoli di perpetuare, quale segno supremo del vero Sacro, che è Lui stesso» (Benedetto XVI, Omelia, 7 giugno 2012).
    Da duemila annila Chiesa obbedisceal comando del Suo Signore, celebrando e adorando la Santissima Eucaristia, vero “cibo di salvezza” nel cammino della vita e della fede.
    L’obbedienza, nella Chiesa, è fonte di vera libertà, è la misura della sequela, è, in fondo, la misura della qualità della nostra fede. Solo una fede obbediente è autentica fede!
    Non per nulla, la stessa Tradizione, descrive la fede come: “obbedienzaa quella forma di insegnamento alla quale siamo stati consegnati”. Afferma lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica che: «La Vergine Maria realizza nel modo più perfettol'obbedienzadella fede» (CCC n. 148).
    Per noi tutti, la sequela e l’obbedienza hanno un “punto focale” irrinunciabile, verso il quale costantemente guardiamo, ed al quale, convintamente, rinnoviamo tutta la nostra devozione: Pietro: Sua Santità Benedetto XVI.
    Carissimi amici, so che, con i vostri sacerdoti, curate molto la celebrazione eucaristica, particolarmente nel canto, autentica espressione di bellezza e di identità per un popolo, e questo vi fa onore.
    Scoprite anche, opportunamente guidati, la dimensione dell’Adorazione eucaristica, sia come singoli, sia come Movimento. Essa, forse, in passato, poteva essere interpretata, da alcuni, come una tentazione di “fuga dalla realtà”, di non pieno coinvolgimento nella e con la storia.
    Oggi, al contrario, si comprende chiaramente che l’Adorazione eucaristica non è affatto “fuga” dalla realtà, ma è una vera e propria immersione nella realtà per eccellenza, che è Cristo. Ce lo insegna l’Apostolo Paolo nella Lettera ai Colossesi: «la realtà invece è Cristo» (2,16).
    Immergendosi nell’Adorazione e facendo silenzio al cospetto di Gesù-Eucaristia, diviene più evidente la Sua presenza nel mondo e più semplice servirne la gloria e mostrarne la potestà! Egli diviene più riconoscibile nella nostra vita, in quella degli amici e, soprattutto, in quella di ogni uomo, che la Provvidenza pone sul nostro cammino e del quale siamo chiamati a divenire “madri e padri”, nella fede.
    Come indica, efficacemente, il tema di questo 34moPellegrinaggio: “Cristo è qualcosa che sta accadendo ora”, Egli “accade” innanzitutto nella celebrazione eucaristica e ciò permette da sempre, al popolo cristiano, di riconoscerne la presenza in ogni altra realtà, anche quella apparentemente più remota.
    Perché “qualcosa” e non “qualcuno”, che sta accadendo ora?
    Si potrebbe obiettare che Cristo è una persona, quindi “qualcuno”.
    Certamente Egli è una persona, ma, scegliendo il termine “qualcosa”, si è inteso sottolineare l’elemento “fattuale” di Cristo.
    Cristo è un fatto nella storia dell’umanità, anzi è il fatto più sconvolgente, rilevante e significativo della storia.
    Ed è presente, accade ora.
    Se così non fosse, Cristo non sarebbe interessante per noi, perché si vive per qualcosa che sta accedendo ora!
    Non basta un bel ricordo per vivere.
    Non basta l’attesa sperata di un buon futuro.
    È necessario avere qualcosa di presente, che, in tutta la sua evidenza, ci appaia come carico di ragioni per la libertà e capace di determinare - non appena suscitare, ma determinare! - la nostra affezione autentica.
    Solo Cristo presente, celebrato e adorato nell’Eucaristia e pubblicamente riconosciuto in quella vittoria, gloria di Cristo nel mondo, che è il popolo, è ragione sufficiente per vivere e per sperare, per ringraziare e per continuare a camminare insieme.
    Ogni Eucaristia celebra il sacrificio e la vittoria di Cristo, e Lo rende a noi contemporaneo. In ogni Eucaristia siamo chiamati ad immergerci in questa nuova realtà, che «dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (DCE n.1).
    In questi tempi non semplici per il nostro Paese e per l’Europa, in questi tempi di insicurezza e di terrore, quando perfino le forze della natura paiono ricordare drammaticamente all’uomo post-moderno il suo strutturale limite, domandiamo la semplicità del cuore di poter riconoscere “ciò che sta accadendo ora”. Non tra qualche istante, non stanotte, non domattina, ma Ora!
    Sta accadendo il miracolo della tua libertà che è qui, presente, e della libertà dell’altro che, come te, è disposto a mettersi totalmente in gioco.
    «Non aspettatevi un miracolo, aspettatevi un cammino» ebbe a dire mons. Giussani. Questo cammino, verso ed in Cristo, lo affidiamo alla Beata Vergine lauretana, perfettamente obbediente nella fede e nella prova, fortezza inespugnabile, di ciò che sta accadendo ora!
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    BENEDETTA A S. PIETRO LA FIACCOLA DELLA PACE

    "Io vi accompagno" le parole del Papa

    ROMA, giovedì, 7 giugno 2012 (ZENIT.org).- «Il Pellegrinaggio… ma siete in tanti!». Con queste parole di ammirazione il Papa ha salutato e “benedetto” ieri mattina, in piazza S. Pietro, la fiaccola della pace del Pellegrinaggio Macerata-Loreto.
    A salire sul palco alle 12, al termine dell’udienza generale, sono stati i due Vescovi, Mons. Giancarlo Vecerrica, ideatore del cammino e Vescovo di Fabriano-Matelica e Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, che hanno accompagnato il giovane atleta Andrea Trippetta di Macerata che teneva in mano la fiaccola per la benedizione.
    «Io vi accompagno» ha poi concluso Benedetto XVI salutando il gruppo di atleti ed un drappello del comitato del Pellegrinaggio presenti a Roma con la fiaccola che ha subito iniziato il cammino di avvicinamento verso lo stadio Helvia Recina di Macerata, il cui arrivo è previsto per sabato 9 giugno, prima della S. Messa d’inizio Pellegrinaggio.
    La fiaccola, portata da venticinque tedofori appartenenti a gruppi sportivi marchigiani e pugliesi che si alterneranno nel cammino, sempre scortati da una pattuglia della Polizia Stradale, è partita verso Terni dopo 104 km di percorso. L’organizzazione è curata insieme al Centro Sportivo Italiano e con il patrocinio del servizio nazionale della pastorale giovanile, dell’ufficio nazionale sport e tempo libero della Cei e del Centro Giovanni Paolo II.
    Il gruppo verrà poi integrato lungo il percorso dalle società sportive podistiche presenti nelle città attraversate dalla fiaccola, in modo particolare la Società Amatori di Terni e la Bracaccini di Osimo. Questa sera dunque arrivo a Terni e domani sosta a Perugia nella Cattedrale di S. Lorenzo dopo aver corso per 84 km. L’8 giugno, dopo una sosta presso la tomba di S. Francesco in Assisi ed aver attraversato Spello, si varcherà il confine marchigiano per approdare a S. Severino.
    Infine, sabato 9 giugno sosta tradizionale ad Osimo presso la Basilica di S. Giuseppe da Copertino per ricordare Padre Giulio Berrettoni, grande amico del Pellegrinaggio fin dalla prima edizione quando era Rettore della Basilica di S. Francesco, e quindi l’arrivo in serata allo stadio Helvia Recina di Macerata, prima della partenza del Pellegrinaggio, per un totale di 311 km.
    Il Pellegrinaggio Macerata-Loreto anche quest’anno sarà seguitissimo dai media con varie dirette. A cominciare da èTv che trasmetterà l’intera cerimonia di apertura allo stadio di Macerata in diretta, a partire dalle 20.30, sui canali 12 e 605 del digitale terrestre.
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