Australorp

Origine, diffusione e caratteristiche economiche
Viene classificata come razza inglese anche se è stata selezionata in Australia e successivamente importata in Inghilterra nel 1921.
Il nome è un'abbreviazione di Australian Black Orpington da cui deriva (dimensioni più piccole).
Ottima razza sia come produttrice di carne (pelle di colore bianco) che come ovaiola (uova con guscio marrone).
Molto utilizzata nella produzione di ibridi commerciali.
Una gallina Australorp detiene il record mondiale di produzione in un anno: 364 uova!
Caratteristiche morfologiche
Unica varietà con mantello nero a riflessi verde-scarabeo.
Testa larga con cresta semplice a cinque denti.
Occhi con iride scura. Orecchioni e bargigli mediamente sviluppati.
Abbondante mantellina. Addome e dorso larghi.
Le penne del petto ricoprono anteriormente le ali.
Zampe abbastanza lunghe di colore scuro ardesia.
Peso medio:
- Galli kg 4,0
- Galline kg 3,0

L'Australorp è una razza selezionata da Cook è il suo nome è l'abbreviazione di Orpington nera australiana. Importata poi in Inghilterra agli inizi del secolo scorso è stata allevata a scopo ornamentale e anche per attività economiche. È caratterizzata da pelle bianca, cresta semplice, orecchioni rossi, zampe nere (ardesia negli adulti) lunghe con tarsi forti. Il mantello è nero con riflessi neri metallici verdastri.
Si differenzia dall'Orpington per il piumaggio più folto e per la sagoma meno massiccia grazie ad un dorso piuttosto lungo e una buona profondità del corpo.
I galli raggiungono il peso di 4,00 kg e le galline arrivano a 3,00 kg.
È un'ottima ovaiola e depone uova di colore rosso bruno - marrone. Le pollastre iniziano la deposizione verso l'ottavo mese di vita quando raggiungono il peso di circa 2,400 kg. La produzione si aggira attoriono alle 180 uova nel primo anno, il secondo anno la deposizione diminuisce leggermente. L'Australorp è anche una buona razza da carne e i pollastri sono macellati a 5-6 mesi di vita al peso medio di 3,600 kg.

La storia dell'allevamento del pollo in italiana ha origini molto lontane. Già al tempo dei romani la tecnica d'allevamento era studiata a fondo e nel corso dei secoli si è perfezionata. Agli inizi del XX° secolo si sono poi andate formando le esperienze regionali e provinciali con tipi genetici che bene si adattavano a produzioni sostenibili e fortemente legate con il territorio.
Dopo il secondo conflitto mondiale lo sviluppo delle nuove tecnologie ha spinto gli studiosi a trascurare la nostra storia e le nostre origini a favore delle nuove produzioni.
Questa rinuncia verso le nostre tradizioni ha dato origine a due problematiche distinte:

1) l'abbandono delle vecchie produzioni;
2) un inquinamento culturale.

L'abbandono delle vecchie produzioni è comunque facilmente recuperabile: l'esperienza ha infatti ampiamente dimostrato che, se c'è l'interesse, le vecchie produzioni possono convivere con un mercato globalizzato accreditando chi le produce.

L'inquinamento culturale è invece difficile da ripulire. Bastato mezzo secolo di trascuratezza che razze straniere, assuefatte al nostro ambiente, hanno fatto dimenticare oltre 50 tipi genetici autoctoni un tempo presenti nella nostra penisola.
Le produzioni tipiche, ottenute con il meticciamento di razze acclimatate alle nostre province, sono andate via via dimenticate e trascurate.

In queste pagine si vuole riscrivere la storia dell?allevamento del pollo in italiana la cui memoria è stata strangolata da un inquinamento culturale che da troppi anni nega l'esistenza di una moltitudine di esperienze provinciali che hanno dato orgoglio alle produzioni locali.