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L'azienda nacque nel 1926 per volontà dell'ing. Antonio Cavalieri Ducati (Comacchio1855 - 27 giugno 1927) con il nome di Società Scientifica Radio Brevetti Ducati, specializzata nella ricerca e produzione di tecnologie di comunicazioni radio. Ben presto, grazie ai figli di Antonio Ducati (morto solo un anno dopo la fondazione), cominciò a spaziare in svariati campi industriali.



La fabbrica Ducati
Il reparto motociclistico nasce nel 1946 come branca dell'azienda, allora gestita dall'IRI, con la produzione del Cucciolo, un motore monocilindrico da applicare ad una normale bicicletta, progettato dalla SIATA di Torino e venduto in tutto il mondo in oltre 250.000 unità.

Nel 1985 la società venne ceduta ad un'altra industria del ramo motociclistico, la Cagiva di Varese, che ne mantenne la proprietà fino al 1996, anno in cui il Texas Pacific Group ne acquistò il 51% delle azioni. Il rimanente 49% fu rilevato nel 1998; l'anno successivo l'azienda mutò denominazione in Ducati Motor Holding SpA e il fondo texano collocò sul mercato oltre il 65% delle azioni possedute.

Nel 2006 il marchio Ducati è ritornato in mani italiane con l'acquisto da parte di Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi, di una quota consistente del capitale sociale.

 

 

Storia della produzione

Nel 1954 viene assunto l'ingegnere Fabio Taglioni (1920-2001), che caratterizzerà le motociclette Ducati per tutta la seconda metà del secolo.

Nel 1958 applica per la prima volta la distribuzione desmodromica ad un motore motociclistico: la Desmo 125 GP, che manca di poco la conquista dell'alloro mondiale. Nel 1962 si cimenta con un prototipo destinato appositamente al mercato statunitense di sempre maggiore importanza per la casa; nasce così la Ducati Apollo 1260. Negli anni '70 sviluppa il motore con distribuzione desmodromica per la 750 GT che diventa uno dei fiori all'occhiello della produzione della Casa di Borgo Panigale. Sempre negli stessi anni uno dei modelli di maggior successo della casa fu lo Scrambler dotato di motori monocilindrici da 250, 350 e 450 cc.

Ducati 749                             Ducati ST4 (1999)

Un'altra particolarità della casa emiliana è quella di essere stata la prima a mettere in vendita una motocicletta solamente via internet, nel 2000 con la Ducati MH900e. Grazie al successo dell'iniziativa nasce una società apposita destinata al commercio elettronico, la Ducati Com.

Tra le migliori realizzazioni della casa bolognese è possibile menzionare:

750 SS, introdotte nel 1972, le prime Ducati con motore a L di 90°. Nel 1975 esce la 900SS, nel 1977 la Darmah, nel 1980 la Mike Hailwood Replica e nel 1982 la 900 S2. Il ciclo delle "desmo coppie coniche" si chiude nel 1985 con le 1000 (MHR e S2), prodotte in un numero limitato di esemplari.
Pantah 500, introdotta nel 1979, disegnata da Fabio Taglioni;
Paso, introdotta nel 1986, disegnata da Massimo Tamburini
851, presentata nel 1987, capostipite delle moderne 4 valvole raffreddate a liquido;
Monster, introdotta nel 1993, disegnata da Miguel Galluzzi;
916, introdotta nel 1994, disegnata da Massimo Tamburini.
Quest'ultima, sviluppata negli anni seguenti con i nomi (derivati dall'aumento della cilindrata) di Ducati 996, Ducati 998. Nel 2002 nasce la Ducati 999 (disegnata dal sudafricano Pierre Terblanche) che sancisce la fine della gloriosa serie 916, 996, 998 (l'ultima versione della 998 fu la Final Edition). La 999 non ottiene gli stessi entusiastici consensi delle sue progenitrici ma certo non sfigura nel mondiale superbike vincendo il titolo al suo primo anno di corse con l'inglese Neil Hodgson nel 2003 e successivamente con un altro inglese, James Toseland. Il dominio Ducati si interrompe nel 2005, con la vittoria di Suzuki con l'australiano Troy Corser, per poi continuare nel 2006 con l'australiano Troy Bayliss già vincitore del titolo nel 2001 su Ducati 996.

Sempre nel 2006, in linea con quanto dichiarato dal presidente Minoli al World Ducati Week 2004, è stata presentata la versione stradale della Desmosedici, la moto che corre nel Mondiale MotoGP: si chiama Desmosedici RR, ed è attualmente l'unica moto stradale sul mercato strettamente derivata da un prototipo da corsa.

Il 2007 invece vedrà due novità nella gamma della casa di Borgo Panigale. La prima è l'erede della 999: si chiama 1098, declinata per il momento nelle versioni 1098, 1098s e 1098s Tricolore, ed è dotata del motore bicilindrico stradale più potente della storia del motociclismo, erogando la bellezza di 160cv; la seconda è la Hypermotard, con cui Ducati scende nel campo delle supermotard.

Alla fine del 2007 viene messa in produzione anche la versione R della 1098. La 1098R, con una cilindrata di 1198.4cc eroga una potenza di 180cv (132.4kw) a 9750rpm per 165Kg di peso complessivo.

Il 2008 è l'anno di novità in casa Ducati dopo 15 anni di onorato servizio la Monster viene rimpiazzata da un nuovo modello denominato Monster 696 che sostituisce il vecchio Monster 695 completamente ridisegnato con una nuova impronta stilistica e soluzioni tecnica d'avanguardia come le pinze dei freni radiali Brembo, i tubi dei freni di tipo aeronautico, il cruscotto completamente digitale e la frizione ATPC antisaltellamento.

A maggio 2008 l'autorevole rivista di settore "Motociclismo", attraverso la partecipazione popolare dei propri lettori, incorona la Ducati come il costruttore di moto sportive per antonomasia riempiendo il podio nella sezione sportive con i modelli 1098, Desmosedici RR e 848. Altri riconoscimenti si hanno nelle sezioni supermotard (primo con la Hypermotard) e naked (seconda con la Monster 696).

 

Sono bellissimo...
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