Miami e Oklahoma City k.o

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Giordy71@
00martedì 3 gennaio 2012 04:21
Cadono le ultime imbattute

NEW YORK (Stati Uniti), 3 gennaio 2012

Gli Heat cedono in casa contro Atlanta e il ritrovato McGrady (92-100). I campioni di Dallas bloccano i Thunder (100-87) con una grande difesa e i 26 punti di Nowitzki. Bene Boston; San Antonio perde partita (a Minneapolis) e Ginobili (frattura metacarpo). Anche Turiaf k.o. a una mano: sarà out 5-6 settimane

Wade aiutato da LeBron: l'immagine della caduta di Miami. AP
Cadono le ultime due squadre imbattute della Nba nei due big match della notte: a Est Miami perde il treno per il migliore inizio di sempre della sua storia sotto i colpi di McGrady; a Ovest Oklahoma City fa i conti con l'orgoglio dei Mavericks campioni uscenti. Mentre Indiana non tradisce, e Boston e Phoenix risalgono, è anche la notte della sconfitta a sorpresa di Orlando a Detroit e di quella di San Antonio a Minnesota, oltretutto aggravata dalla frattura alla mano sinistra per Ginobili.
Phoenix Suns-Golden State Warriors 102-91
Trovando a gara in corso la mira dalla lunga distanza (7/13 nella ripresa dopo l'1/10 del primo tempo), Phoenix celebra la 13ª vittoria interna consecutiva contro i Warriors, alla prima trasferta stagionale e privi del miglior rimbalzista e secondo scorer David Lee, ricoverato per una possibile intossicazione. I Suns ritrovano lo smalto offensivo dopo un inizio di stagione da 89,3 punti di media (l'anno scorso ne segnavano 105) grazie alla firma del rookie Morris e ai 13 punti nell'ultimo periodo, dei suoi 21 totali, di Steve Nash. Capace di giocare una quindicina di possessi in più grazie al dominio ai rimbalzi d'attacco con Hill, Frye e Morris, Phoenix approfitta dei soli 23' di un Curry limitato dai problemi di falli e cambia marcia nel secondo tempo: prova a incanalare la partita con un 19-6 nel cuore del terzo periodo per il +9, che diventa +12 all'inizio del quarto, ripresa per due volte dalle triple di Rush fino all'83-80 a 5' dalla fine. I Suns la chiudono qui con un 11-3 aperto dalle triple di Dudley e Frye, scaricando nella retina dei Warriors 19 punti in 4', di cui 11 di Nash.

Phoenix: Nash 21 (8/10, 1/3, 2/2 tl), Morris 16, Dudley 15. Rimbalzi: Frye 10. Assist: Nash 9.
Golden State: Ellis 18 (5/12, 1/4, 5/5 tl), McGuire 14, Rush 13. Rimbalzi: McGuire 9. Assist: Ellis 11.

Boston Celtics-Washington Wizards 100-92
Messi alle spalle con il rientro di Pierce i tre k.o. di inizio anno, la terza vittoria di fila dà ai Celtics per la prima volta in stagione il 50% di vittorie, superando i derelitti Wizards alla quinta sconfitta in 5 gare e unica squadra senza vittorie. Peggior attacco della Nba e frenata dal 3/11 da tre punti (0/4 Young) contro il 10/20 casalingo (10/16 solo di Allen e Pierce messi insieme), Washington arriva comunque a giocarsela fino all'ultimo periodo, quando con un 3/3 da tre Allen segna 11 dei suoi 27 punti totali, dopo che 10 ne aveva messi nei primi 200 secondi di gara. E' una sua tripla ad aprire il break con cui Boston incanala la partita, il 12-2 che dà ai padroni di casa l'86-74 di metà quarto periodo: Blatche ricuce fino al -4, prima che i Wizards, tutta la gara senza coach Saunders espulso dopo neppure due minuti, siano definitivamente ricacciati indietro da altre due triple di Allen fino al 95-87 a 1'30'' dalla fine. Frattura a una mano per Turiaf, che starà fuori 5-6 settimane.
Boston: Allen 27 (3/9, 6/7, 2/5 tl), Pierce 21, Bass 14. Rimbalzi: Pierce 8. Assist: Rondo 13.
Washington: Blatche 28 (10/20, 8/10 tl), McGee 17, Wall 11. Rimbalzi: McGee 14. Assist: Wall 8.

Ray Allen festeggia dopo una tripla contro Washington. Ap
Detroit Pistons-Orlando Magic 89-78
Dopo aver rischiato grosso con Toronto, Orlando interrompe la serie di quattro successi di fila cadendo a Detroit sulla scia di un secondo tempo da soli 32 punti segnati. I Pistons hanno sempre vinto quando hanno concesso meno di 90 punti, i Magic arrivavano da 100 punti di media nelle ultime quattro gare e fermandosi stavolta a 78 soccombono alla grande giornata di Ben Gordon e alla capacità di Stuckey di conquistare viaggi in lunetta (10/13). Con gli specialisti Redick e Anderson frenati per una sera a 1/9 da tre in coppia, Orlando paga l'uscita per falli di Howard a 2'46'' dalla fine. Dopo i suoi 12 punti nel primo tempo, la partita era svoltata col gran terzo quarto di Maxiell contro di lui: su questa onda i Pistons avevano toccato il 66-60 sul finire dal terzo quarto. Rientrati al massimo a -4, prima di perdere di nuovo terreno con gli errori di Anderson e le perse di Duhon, ai Magic nel finale manca la capacità di piazzare il break difensivo per tornare in gara: negli ultimi nove attacchi, Detroit segna sei volte e, quando non lo fa, per due volte su tre approfitta dell'assenza di Howard per conquistare a rimbalzo d'attacco i palloni che congelano il match.
Detroit: Gordon 26 (6/12, 2/3, 8/9 tl), Stuckey 14, Prince 14. Rimbalzi: Jerebko 11. Assist: Gordon 6.
Orlando: Howard 19 (8/14), Turkoglu 13, Anderson 13. Rimbalzi: Howard 7. Assist: Nelson 5.

Miami Heat-Atlanta Hawks 92-100
Il ritorno di Tracy McGrady ai fasti dei giorni migliori nega a Miami la sesta vittoria nelle prime sei gare che sarebbe stato il miglior avvio di sempre della franchigia. Fin qui brillanti anche grazie a un calendario soft, gli Hawks si confermano contro l'avversario più importante. Tenuta viva dai 4 recuperi di Teague, Atlanta gira la partita in proprio favore grazie alla zona che rallenta e toglie ritmo all'attacco di casa, piazzando il 15-3 che a inizio quarto periodo vale la fuga esterna sul 74-82 a 7' dalla fine con le triple di McGrady e Pargo, che chiuderanno con 5/6 in due nel 56,3% di squadra da oltre l'arco (tre anche di Joe Johnson). Tradita per una volta dalla panchina, dall'inconsistenza di Bosh e dalla giornata da 4/17 al tiro di Wade, Miami non rientrerà oltre il -4 con Haslem a 3'24'' dalla fine, arrendendosi ai 13 punti nell'ultimo quarto di McGrady, tra cui 8 degli ultimi 10 punti degli Hawks per condurre in porto l'impresa di giornata.
Miami: James 28 (11/18, 6/9 tl), Bosh 19, Wade 12. Rimbalzi: Haslem 10. Assist: Wade 10.
Atlanta: Johnson 21 (5/11, 3/5), McGrady 16, Horford 16. Rimbalzi: Horford 9. Assist: Teague 5.

New Jersey Nets-Indiana Pacers 94-108
Doveva essere la sfida tra i due attacchi a più bassa percentuale della lega e la vincono i Pacers smarcandosi dal clichè col massimo stagionale del 52,6% dal campo, grazie soprattutto al 13/21 da tre firmato dalla giornata perfetta da oltre l'arco di Paul George, 5/5. Tirando ancora male (37,1% totale) ai Nets non basta la quantità prodotta dai rimbalzi d'attacco di Brooks e Shelden Williams, dai viaggi in lunetta di Deron Williams (9/11) e dalle stoppate di Petro per evitare la quinta sconfitta consecutiva: la zavorra sono il 2/17 complessivo al tiro proprio di Shelden Williams e Morrow e l'1/7 da tre di Deron. Per di più il dolore alla spalla sinistra di Humphries, sommato alla perdurante assenza di Brook Lopez, aveva tolto a New Jersey i suoi due lunghi titolari. Sempre avanti e in controllo, Indiana vince la sua quarta partita su cinque scappando 51-62 a metà terzo quarto, allungando in fine con un 12-2 di break costruito sulle perse casalinghe fino al 62-77 suggellato dalla lunga distanza da George, ed esteso infine sul +19 da Dahntay Jones. 

New Jersey: D. Williams 22 (3/7, 1/7, 9/11 tl), Brooks 21, Gaines 12. Rimbalzi: Brooks 7. Assist: D. Williams 8.
Indiana: George 21 (3/5, 5/5), Granger 15, West 13. Rimbalzi: Hansbrough 7. Assist: Collison 7.


Dirk Nowitzki al tiro contro Ibaka e Durant. Reuters

Minnesota Timberwolves-San Antonio Spurs 106-96
La seconda vittoria consecutiva di Minnesota dopo 18 k.o. di fila tra la fine della scorsa stagione e l'inizio di questa, interrompendo una serie di 16 sconfitte di fila contro San Antonio iniziata cinque anni fa esatti, coincide per gli Spurs con la notizia nefasta della frattura alla mano sinistra per Manu Ginobili: tentando un recupero su Tolliver a 2'40'' dal riposo (fin lì aveva 8 punti in 13'), l'argentino ha riportato la frattura del quinto metacarpo, sotto al mignolo, e adesso resterà fuori a tempo indefinito in attesa di ulteriori esami. Nel giorno in cui manca Barea e Rubio si ferma a 6 punti con 3/8 al tiro e tre assist in 24', i Wolves alla seconda partita del back-to-back costruiscono il successo sui 65 punti segnati nel primo tempo, innescando con il play spagnolo e Ridnour una circolazione di palla esaltata dal 3/4 da tre di Love nella prima metà di gara, trovando anche una prestazione di sostanza da Milicic. Con questi ingredienti Minnesota si ritaglia un margine in doppia cifra con un break di 7-0 già a fine primo quarto, toccando il +12 prima del riposo e scappando fino all'85-68 con le triple di Johnson e Love nel 10-0 di metà terzo periodo, da cui gli Spurs torneranno al massimo fino al -10.
Minnesota:  Love 24 (4/6, 4/9, 4/5 tl), Beasley 19, Ridnour 19. Rimbalzi: Love 15. Assist: Ridnour 9.
San Antonio: Duncan 16 (7/12, 2/2 tl), Jefferson 16 (2/3, 4/7), Splitter 12. Rimbalzi: Bonner 6. Assist: Parker 9.

Dallas Mavericks-Oklahoma City Thunder 100-87
Il ruggito dei campioni uscenti di Dallas, feriti dalle critiche di un inizio da quattro sconfitte in cinque partite, risuona più forte di quello dei giovani leoni di Oklahoma City, che alla sesta partita sono l'ultima squadra a perdere l'imbattibilità stagionale, nella riedizione dell'ultima finale dell'Ovest. Beffati quattro giorni prima dal buzzerbeater di Durant, stavolta i Mavs ritrovano la difesa, tenendo i Thunder 15 punti sotto la loro media stagionale, col 40,3% al tiro dal campo e 2/13 da tre togliendo Durant. La panchina texana, da Carter e Odom fino a Mahinmi, incide più delle seconde linee di Oklahoma City, ma è Nowitzki a esaltarsi nelle grandi occasioni: nelle due sfide coi Thunder sono arrivate le sue migliori prestazioni stagionali. Dallas mette la testa avanti con il 7-0 a inizio secondo quarto tenendo per quattro minuti gli ospiti senza canestri dal campo. Toccato il 40-29, i Mavericks vedono rientrare Durant e compagni fino al 43-39 prima del riposo e al 56-51 a inizio terzo quarto, poi i canestri di Carter, Nowitzki e Mahinmi allungano di nuovo fino al 77-63, che diventa 81-65 con Odom all'inizio di un quarto periodo in cui i Thunder si riavvicineranno al massimo sul -8.
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