Indonesia: terremoto magnitudo 8,7, incubo tsunami

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Giordy71@
00martedì 10 aprile 2012 23:06
E' allarme tsunami in tutto il sudest asiatico, dopo un terremoto di magnitudo 8.7 al largo dell'isola indonesiana di Sumatra. La prima fortissima scossa si è verificata alle 14.38 ora locale (le 10.38 in Italia) nelle acque a 434 km a sudovest di Banda Aceh, secondo quanto riferito dall'Usgs, l'istituto americano di geofisica. Una seconda, di magnitudo 6.5, è stata registrata poco dopo. Immediato è scattato l'allarme tsunami dal centro di allerta del Pacifico. Il sisma è stato avvertito molto forte anche a Singapore, in Thailandia e nella parte meridionale dell'India, paesi che, insieme a Indonesia e Sri Lanka, hanno lanciato l'allarme tsunami.

"Il terremoto è stato sentito molto forte. E' saltata l'elettricità, ci sono ingorghi per arrivare in luoghi più alti. Ovunque risuonano sirene e versi del Corano dalle moschee", ha detto il portavoce dell'agenzia indonesiana per la gestione dei disastri che ha inviato una squadra di soccorsi ad Aceh. Le autorità di Bangkok hanno chiesto alle popolazioni di abbandonare le coste del Mare delle Andamane per ripararsi "in alto" ed è stato chiuso l'aeroporto di Phuket, nel sud della Thailandia. Momenti di panico si sono avuti anche in India in particolare a Kolkata e Chennai dove la gente è scesa in strada, mentre la scossa è stata avvertita chiaramente anche a Bangalore, Bhubaneswar e Mumbai.

L'India ha esteso il suo allarme tsunami anche agli Stati dell'Orissa (nell'est) e del Kerala (a sud), dopo l'allarme rosso già lanciato per le isole Andamane e Nicobar. Al momento, ha assicurato il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono all'emittente indiana Ndtv, non ci sono notizie di vittime, mentre la Farnesina, attraverso l'Unità di crisi, sta compiendo verifiche sull'eventuale presenza di italiani nelle zone coinvolte. L'Isola di Sumatra era stata scossa il 26 dicembre 2004 da un sisma di magnitudo 9.1 e 9.3 che provocò uno tsunami sulle coste di una decina di Paesi del sudest asiatico, causando la morte di oltre 200 mila persone. Secondo l'Istituto Nazionale italiano di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), la faglia del terremoto di oggi è però diversa rispetto a quella che del 2004 e si trova a 50-100 chilometri più a est, in mare aperto.

ESPERTO,C'E' TSUNAMI, PUO' ESSERE DISTRUTTIVO - Sulla base della lettura dei sensori del livello del mare, "lo tsunami si è generato e può essere distruttivo lungo alcune coste". Lo afferma Nedio Zitellini, del Cnr-Ismat, citando i dati del Pacific Tsunami warning center del Noaa.

Sulla base dei dati, afferma Zitellini, "il pericolo continua per tutte le coste dell'area dell'Oceano indiano". Per queste aree, prosegue l'esperto sempre riferendosi alla segnalazione lanciata dal Pacific tsunami warning center, "passate 2 ore dal momento in cui è previsto l'arrivo dell'onda di tsunami, le autorità locali possono considerare finito il pericolo".
Giordy71@
00martedì 10 aprile 2012 23:07
Giordy71@
00martedì 10 aprile 2012 23:11
Sumatra: scossa di 8,6 gradi, allarme tsunami L'epicentro a 33 km di profondità nell'oceano Indiano. La Thailandia evacua le coste. India e Sri Lanka
Un fortissimo terremoto misurato in 8,6 gradi della scala Richter (le prime notizie indicavano 8,9) è avvenuto alle 10,38 (ora italiana) nell'oceano Indiano al largo della costa sud-occidentale di Sumatra. Più o meno nella stessa zona dove avvenne il grande terremoto di 9,1 gradi del 26 dicembre 2004 che, con il seguente tsunami, provocò quasi 228 mila vittime. Le onde sismiche sono state avvertite in tutto il sud-est asiatico: dall'India a Singapore.
MOVIMENTI ORIZZONTALI - L'epicentro è stato localizzato a circa 33 km di profondità lungo la fascia di subduzione della placca indo-australiana sotto quella asiatica, ma secondo gli esperti si sarebbe trattato più di uno spostamento orizzontale che verticale, a differenza di quanto avvenne nel 2004. Si sono verificate nei minuti successivi altre forti scosse di assestamento che sono arrivate sino a 6,5 gradi di magnitudo.
Giordy71@
00martedì 10 aprile 2012 23:11
TSUNAMI - Il centro di controllo degli tsunami del Pacifico (dell'agenzia statunitense Noaa) ha subito lanciato un avviso di maremoto in vigore per tutto l'oceano Indiano: dall'Indonesia al Sudafrica, dall'India alle coste occidentali australiane. L'arrivo delle prime onde a Banda Aceh, che venne devastata nell'onda di Santo Stefano 2004, era previsto alle 11,31 (tutti gli orari sono espressi in ora italiana), e dieci minuti prima a Simeulue - isola colpita da un altro forte sisma (8,6) del 28 marzo 2005 che fece oltre 1.300 morti. Le prime notizie giunte da quelle zone parlano di scene di panico tra la popolazione, ma non segnalano danni rilevanti o l'arrivo delle onde. La componente orizzontale dello spostamento connessa al movimento delle placche tettoniche ha limitato la generazione di un'onda distruttiva nella colonna d'acqua sovrastante l'epicentro. Lo stesso centro di controllo tsunami del Pacifico, a circa due ore dalla scossa, ha reso noto che le boe oceaniche d'altura che misurano le onde anomale - dislocate dopo il 2004 - hanno riscontrato una differenza verticale di 35 centimetri dalla cima dell'onda al cavo più basso, pari quindi a un'altezza massima dell'onda di 17 cm sul livello medio del mare. Non sufficiente quindi a generare un maremoto devastante, però si tratta di una misurazione effettuata al largo e l'altezza delle onde aumenta in prossimità della costa. In alcune aree quindi può essere arrivata un'onda considerevole: per esempio a Simeulue si segnala che il mare è stato visto arretrare di 10 metri.

ALLARMI - Per precauzione la Thailandia ha ordinato alle popolazioni che vivono sulle coste del mar delle Andamane di rifugiarsi sulle alture in luoghi sicuri e l'aeroporto di Phuket è stato chiuso. L'India ha lanciato un allarme tsunami per le vicine isole Nicobare e Andamane e per le coste sulla terraferma: a Chennai (ex Madras) il porto è stato chiuso in previsione dell'arrivo di onde alte fino a 6 metri, che non dovrebbe però verificarsi. Nelle zone costere indiane la polizia con i megafoni ha avvertito le persone di allontanarsi dal mare. Allerta anche in Sri Lanka: le autorità hanno interrotto l'erogazione dell'elettricità e fermato i treni lungo tutta la costa.

IL PRESIDENTE TRANQUILLIZZA - Il presidente indonesiano, Susilo Bambang Yudhoyono, ha tranquillizzato i suoi concittadini. Mentre si trovava in una conferenza stampa congiunta con il premier britannico David Cameron in visita in Indonesia, ha riferito che «a Banda Aceh non ci sono al momento notizie di danni o di onde distruttive, ma l'allarme rimane in vigore. La situazione è sotto controllo, c'è stato solo un po' di panico e la gente si è rifugiata in luoghi elevati». Il presidente ha aggiunto che ha dato ordine di inviare subito squadre di soccorso nella provincia di Banda Aceh.
Biondo
00mercoledì 11 aprile 2012 19:51
Fuga in collina per lo tsunami
«C'è una bomba?». I turisti a caccia di taxi

«Out, out, out». Fuori tutti, sento gridare. E all'improvviso un fiume di persone comincia a correre all'impazzata verso le uscite dell'aeroporto, verso di noi che siamo vicini a uno degli ingressi, subito dopo aver passato il metal detector. Non capisco che cosa stia succedendo.

Il facchino che ci accompagna urla di andare via mentre lui recupera le ultime borse dal nastro. Chiamo mio marito Mike, che mi precede, afferro i miei due bambini e cominciamo a correre anche noi oltre la porta. Via, via, via, continuano a gridare poliziotti e altre persone in uniforme. Un turista mi chiede se c'è una bomba. Non lo so. Forse è il terremoto, penso. Mentre venivamo all'aeroporto l'autista del taxi ha ricevuto una telefonata che lo informava, quasi in diretta, che a Patong Beach c'era stato una forte scossa. Noi eravamo in auto e non abbiamo avvertito nulla. Ma io ho scritto un tweet che non è mai partito perché non c'era copertura: «Forte terremoto a Phuket, speriamo che non arrivi uno tsunami. Good luck».

Sono da poco passate le 4 e mezzo. Camminiamo per qualche centinaio di metri, poi il facchino dice che possiamo fermarci. Ci sono altri turisti. Prendo il telefonino e trovo l'sms del Corriere che dà la notizia del terremoto a Sumatra e del pericolo tsunami. Informo subito Mike, ma la voce si è già diffusa. L'aeroporto è sul mare, ecco perché lo hanno evacuato immediatamente. Scappiamo, scappiamo, scappiamo, dico impaurita ripensando alla grossa lapide nera, sulla spiaggia di Kemala Beach, vicino a dove alloggiavamo: il monumento alle vittime dello tsunami del 2004, mi sono fermata a leggere l'epigrafe proprio l'altra sera.

«The other way, the other way», dall'altro lato, ci grida una signora in divisa grigia, che sembra una hostess e ci obbliga a seguirla nella direzione opposta. Così ripassiamo davanti all'aeroporto e ci incamminiamo verso destra. «Mamma, che cosa sta succedendo?», continua a chiedermi mio figlio Alessandro di 4 anni e mezzo, che tengo per il braccio come in una morsa. Con l'altra mano stringo Chiara, che ha quasi 3 anni e non dice nulla.

I taxi davanti all'aeroporto sono spariti. Bisogna camminare, ma il facchino non ci abbandona. La signora in uniforme ci incalza: «Forza, veloci». Cominciamo a correre. Poi all'improvviso vedo un volto noto dall'altro lato della strada. «Richard!», esclamo mentre lui attraversa per venirci incontro. È Richard Dobbs, un amico di mio marito, l'ho conosciuto solo un giorno fa, ma sono felicissima di rivederlo. Anche lui stava andando all'aeroporto, ma è arrivato quando avevano già chiuso la strada di accesso. È sceso per chiedere che cosa stesse succedendo e ci ha visto. Sua moglie e i suoi figli sono rimasti sul taxi, che è abbastanza grande, un furgoncino, come usa da queste parti, per caricare noi quattro e i nostri bagagli. Partiamo tutti insieme verso la collina. Siamo sudati all'ennesima potenza, perché fuori ci sono 31 gradi e un'umidità pazzesca. Sul taxi l'aria è gelida, bisognerebbe abbassare l'aria condizionata, perché così ci verrà la bronchite, ma non oso protestare, non questa volta.

L'autista si ferma sul ciglio di una strada larga e molto trafficata. Di fronte a noi c'è un largo piazzale che ospita un college. È stato scelto come punto di attesa da molti turisti provenienti dall'aeroporto, ma è affollato anche da tantissimi locali, arrivati senza casco con le loro motociclette. Scendo per fare delle foto. Vorrei mandare le immagini alla redazione online, ma la trasmissione dati è bloccata. Funzionano solo la voce e gli sms. L'autista vuole farci scendere, non vuole aspettare qui con noi, dice che deve andare a casa. Ma non può abbandonarci così. Trovare un altro taxi è impossibile e il traffico è come impazzito. E abbiamo una montagna di valigie. No way. Richard lo convince a portarci alla marina di AoPo, dove è ormeggiata la sua barca. Dice che là saremo al sicuro perché è dalla parte opposta rispetto al pericolo tsunami. Anche nel 2004, sul lato est dell'isola non è successo nulla. Ma quando arriviamo la barca non c'è, il capitano, un'australiana di nome Gina, l'ha portata 2 miglia al largo, per precauzione. È più sicuro stare in mare aperto che in banchina.

Ci accampiamo al Caffé del porto, chiuso per tsunami. E aspettiamo. I bambini sono travolti dalla stanchezza. È un incubo, sbotto. È un inconveniente rispetto a uno tsunami, mi corregge mio marito Mike.
Biondo
00mercoledì 11 aprile 2012 20:09
Terremoto in Indonesia, torna il rischio tsunami
La gente che si riversa nelle strade, gli ospedali evacuati, gli aeroporti chiusi, le onde minacciose sulla costa, l'allerta tsunami esteso ben presto a 26 Paesi bagnati dall'Oceano Indiano: ieri il terremoto di magnitudo 8,6 sulla scala Richter che ha colpito l'Indonesia ha provocato il panico e ricordato al mondo il terrore e la distruzione del 26 dicembre del 2004. Lo tsunami che si generò allora dopo un sisma di magnitudo 9,1 causò solo 250mila morti nell'intera regione.
Fortunatamente ieri non ci sono state né vittime né seri danni. La temuta onda anomala non c'è stata, l'emergenza è rientrata dopo qualche ora. Alle 14,38 locali Sumatra è stata investita dal terremoto: l'epicentro, ancora una volta, è stato ad Aceh, a 495 chilometri dalla capitale Banda Aceh e a 33 chilometri di profondità. All'inizio il timore di un'onda killer appare concreto, una rilevazione del Pacific tsunami warning center ordina immediatamente l'abbandono delle spiagge e la vigilanza in tutto l'Oceano Indiano.
Si susseguono scosse di assestamento di notevole potenza, da 8,2 a 8,6 gradi. L'allarme si propaga alla Thailandia, alla Malesia fino a Singapore, la gente fugge dalle zone costiere per cercare riparo all'interno. Con il passare dei minuti il rischio tsunami si estende in diversi Stati dell'India, l'allerta rosso viene lanciato nei remoti arcipelaghi delle Andamane e delle Nicobare. Analoghe disposizioni vengono date nello Sri Lanka, alle Maldive e persino nella lontana isola della Réunion, a Est del Madagascar. Poi la volta di Kenya e Tanzania. Un effetto domino drammatico, con la notizia in cima a tutti i siti internet del mondo, le prime foto e l'inevitabile immagine di distruzione di otto anni che riaffiora.
L'emergenza è aggravata dal fatto che quasi tutte le aree considerate a rischio sono mete del turismo internazionale. Nell'isola di Phuket, uno degli angoli più belli della Thailandia e tra i più colpiti nel 2004, le procedure di emergenza vengono seguite con ordine, gli hotel sgomberati, l'aeroporto chiuso. Scene di panico invece in alcuni resort alle Maldive ma anche qui, ha assicurato poi Federviaggio, non ci sono state conseguenze per i turisti.
Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono in tv minimizza l'entità del pericolo, sottolineando che non sussiste «alcuna minaccia immediata». Di parere simile un'esperta del Centro di controllo geologico del Regno Unito, la sismologa francese Susanne Sargeant, secondo cui si è trattato di un movimento tellurico orizzontale, e dunque il rischio che si generasse uno tsunami era basso.
In effetti gradualmente la situazione si è normalizzata, gli allarmi sono stati revocati grazie anche alla profondità dell'epicentro, che ha consentito di disperdere un'energia equivalente a quella che libererebbe l'esplosione di 100 milioni di tonnellate di tritolo.
Biondo
00mercoledì 11 aprile 2012 20:20
Dopo l'Indonesia forti terremoti in Oregon, California e Messico
L'epicentro del sisma di magnitudo 8.9 è stato individuato sull'isola di Sumatra. L'allarme tsunami è stato lanciato e poi rientrato. Nella notte altre scosse hanno colpito l'Oregon, la costa californiana e il Messico
Un violento terremoto di magnitudo 8.9 ha colpito l'Indonesia al largo della provincia nord-occidentale di Aceh, sull'isola di Sumatra. In seguito al sisma è stato diramato l'allarme tsunami, con la vigilanza estesa a tutto l'Oceano Indiano, ma poi il Pacific tsunami warning center del Noaa statunitense ha cancellato l'allerta.
01:20 Forte scossa anche in Messico
Poco dopo i due terremoti che hanno colpito la costa occidentale degli Stati Uniti in Oregon e California, un nuovo sisma di magnitudo 7 è stato registrato in Messico, a 330 km circa da Acapulco. La scossa è stata avvertita in modo particolare anche nella capitale, Città del Messico, dove la popolazione si è riversata sulle strade e molti edifici sono stati evacuati. Il sindaco ha assicurato che, tuttavia, ospedali e mezzi pubblici funzionano.

00:58 Terremoti anche in Oregon e costa California
Dopo lo spaventoso sisma che ha colpito in mattinata l'Indonesia, la terra è tornata a tremare per due volte negli Stati Uniti. La prima con epicentro in Oregon. Secondo l'istituto americano che monitora l'attività geologica Usgs la magnitudo dell'evento tellurico è stata 6,2. Successivamente un'altra scossa di grado 5,3 si è prodotta sulla costa centrale della California. Al momento non si hanno notizie di danni.

21:09 Sisma 15mila volte più intenso di quello dell'Aquila
Il terremoto che ha colpito Sumatra è stato circa 15.000 di volte più violento rispetto a quello che si è abbattuto sull'Aquila il 6 aprile 2009 e almeno 20 volte più debole di quello che il 26 dicembre 2004 aveva travolto la stessa Sumatra. E' quanto osserva il sismologo Alberto Michelini, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Dei terremoti degli ultimi anni, il più violento è stato senza dubbio quello di Sumatra del 2004, di magnitudo 9.3 e con 230.000 morti, seguito da quello di magnitudo 9.0 dell'11 maggio 2011 in Giappone. Segue il sisma di magnitudo 8.8 del 27 febbraio 2010 in Cile. Ancora Sumatra è stata colpita, il 28 marzo 2005, da un violento terremoto di magnitudo 8.7 e ancora l'Indonesia, con Giakarta, è stata travolta da un altro forte sisma, di magnitudo 8.5, il 12 settembre 2007. Anche se di magnitudo inferiore, pari a 7.0, il terremoto di Haiti del 12 gennaio 2010 è passato alla storia come uno dei più disastrosi: l'epicentro sotto la città ha provocato circa 300.000 morti. Disastroso anche il terremoto dell'8 ottobre 2005 in India, di magnitudo 7.6, così come quello di magnitudo 7.0 del 12 maggio 2008 in Cina, nel Sichuan.

15:25 Indonesia, Sri Lanka e India revocano allerta
L'Indonesia, l'India e lo Sri Lanka hanno revocato l'allerta tsunami emessa in seguito alla potente scossa di terremoto avvenuta al largo dell'isola di Sumatra. Poco prima il Pacific tsunami warning center del Noaa (National weather service) statunitense aveva cancellato l'allarme tsunami perche "la minaccia è diminuita o terminata per la maggioranza delle aree interessate ".

15:01 Cancellata l'allerta tsunami
E' stata cancellata l'allerta tsunami. A comunicarlo è il Pacific tsunami warning center del Noaa (National weather service) statunitense, che lo precisa nell'ultimo bollettino pubblicato.

14:30 Allerta tsunami anche su Kenya e Tanzania

14:25 In Indonesia un'onda anomala alta un metro

14:22 Isole India, rischio tsunami di quattro metri

13:59 India: "Nessuna ragione di panico"

13:56 Tsunami raggiunge le coste di due città

13:38 Nuova scossa terrorizza gli indonesiani

13:08 Registrata una nuova scossa di magnitudo 8.8

12:33 Allerta tsunami in India

12:25 Thailandia, chiuso l'aeroporto di Phuket

12:21 Ridimensionata allerta tsunami, onde da 17 cm
Resta l'allerta tsunami, ma secondo l'agenzia di stampa Reuters le autorità indonesiane la avrebbero fortemente ridimensionata: le prime onde arrivate sulle spiagge di Sumatra sarebbero alte appena diciassette centimetri.
Biondo
00mercoledì 11 aprile 2012 20:23
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