COCA

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Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:33


Erythroxylum spp.

piante coltivate fin dai tempi più antichi per le loro foglie per gli effetti allucinogeni che producono e dalle quali si ottengono diverse droghe, tutte a base di cocaina.





"Questo articolo contiene informazioni che possono generare situazioni di pericolo e di danno in quanto tratta di sostanze allucinogene. I dati presenti hanno solo un fine informativo, non esortativo ed in alcun caso medico."
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:35
Classificazione botanica

Regno: Plantae
Subregno: Tracheobionta
Divisione: Magnoliophyta (ex Angiospermae)
Classe: Magnoliopsida (ex Dicotyledones)
Subclasse: Rosidae
Ordine: Linales
Famiglia: Erythroxylaceae
Genere: Erythroxylum
Specie: vedere il paragrafo "Principali specie"
Caratteristiche generali della coca

La coca è una pianta appartenente alla famiglia delle Erythroxylaceaea ed al genere Erythroxylum che comprende circa 250 specie due delle quali, la Erythroxylum coca e la Erythroxylum novogranatense (comunemente chiamate coca) sono coltivate da tempi immemorabili al fine di utilizzare le foglie per gli effetti che producono nell'organismo. Sono infatti considerate a tutti gli effetti delle piante pscicoattive.

Le Erythroxylum sono piante originarie del sud America che crescono prevalentemente nelle regioni andine.

E' una pianta a portamento arbustivo che rimane produttiva anche fino a 50 anni d'età. I fiori sono piccoli e bianchi. Le foglie sono di colore verde molto intenso ed alterne.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:35
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:36
I frutti sono delle drupe di colore rosso di circa 6-8 mm di lunghezza e 35 mm di diametro che contengono al loro interno un solo seme.
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:37
Dalla foglie della pianta si ricava la COCAINA un alcaloide con effetto stupefacente.

Principali specie

Sono due le specie dalle quali si ottiene la cocaina la Eritroxyulum coca e Eritroxulum novogranatense

1) Eritroxylum coca

La Eritroxylum coca (o Coca Huánuco) è originaria delle foreste tropicali delle Ande peruviane orientali (Bolivia, Perù, Ecuador) e precisamente dal Nord dell'Ecuador fino a Chapare (fiume della Bolivia nel bacino del Rio delle Amazzoni) zona che rimane molto circoscritta in quanto racchiusa dalle montagna fatto questo che ha permesso che ciascuna valle abbia mantenuto le sue varietà.

La Eritroxylum coca è un arbusto di non grandi dimensione che non supera i 3 m di altezza. E' una pianta a crescita molto lenta. La corteccia è rugosa e di colore rossiccio. Le foglie sono semplici, alterne portate da un corto picciolo.

Da questa pianta vengono prelevate le foglie più giovani che contengono circa l'1% di cocaina e sono utilizzate per produrre la famosa droga.

Le foglie delle piante che provengono dalla Bolivia sono di colore verde- marrone di forma ovale con un sapore amaro mentre quelle peruviane sono molto più piccole e di colore verde chiaro.

Le foglie si deteriorano molto facilmente in ambiente umido per questo motivo l'alcaloide viene estratto in genere nei luoghi di raccolta prima dell'esportazione.

La varietà principale è la

Eritroxylum coca var. coca, molto diffusa alle altitudini tra i 500 - 2000 m sul livello del mare ad una temperatura media di 20°C, umidità relativa del 90% e nei suoli argillosi.

Questa è la varietà più pregiata per la produzione di cocaina e contribuisce per l'80% nella produzione di pasta di coca.

Alle massime altitudini il suo livello in cocaina è massimo (0,93% in peso).



2) Eritroxylum novogranatense

La Eritroxulum novogranatense è originaria invece delle zone montuose ed aride della Colombia, dei Caraibi e delle zone più settentrionali del Perù.

Le sue foglie sono coltivate in maniera legale per estrarre la cocaina utilizzata a scopo terapeutico.

Esistono due varietà:

2a) Eritroxyulum novogranatense var. novogranatense (o varietà di coca colombiana perchè è coltivata principalmente in Colombia)

2b) Eritroxyulum novogranatense var. truxillense (coltivata lungo la costa peruviana)

Le due varietà della Eritroxyulum novogranatense sono state selezionate nei secoli per favorire la coltivazione in zone di minore umidità atmosferica. Si coltivano soprattutto negli orti di casa per cucinare ma non per ottenere delle bibite aromatiche quali ad esempio la coca cola. Viene considerato una pianta ornamentale e usata a scopi medicinali.

Il loro contenuto in cocaina è pari a 0,77% in quella colombiana (Eritroxyulum novagranatense var. novagranatense) e 0,72% nella varietà Eritroxyulum novogranatense var. truxillense.



Spesso si sentono nominare queste piante con nomi assai diversi tanto da far sembrare che esistano numerose specie. In realtà si tratta sempre delle stesse varietà. Questo fatto è stato spiegato perchè le differenze tra le diverse varietà sono talmente minime che è quasi impossibile distinguerle tra loro.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:38
Tipi di droghe che si ottengono dalla coca e modalità di assunzione

Le foglie della pianta possono essere utilizzate in vari modi

1) Come FOGLIE senza nessuna trasformazione

Le foglie tal quali sono abitualmente usate in tre modi:

a) le foglie vengono tagliate per fare infusi (ad esempio il tè di coca) o si ritrovano semplicemente come bustine nei centri commerciali da mettere in infusione che contengono normalmente 1gr di foglie di coca e all'incirca 5 mg di cocaina (dopo circa 10' di infusione si libera circa il 90% di cocaina). Si trovano anche in mistura aromatica con altre erbe quali la menta, l'anice, la camomilla ed in questo caso la percentuale di foglie di coca si aggira intorno al 40%.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:39
b) le foglie vengono messe in bocca a formare una "palla" alla quale si aggiunge una sostanza alcalina che ha diversi nomi quali "tocra" o "llipta". Questo atto si chiama "acullicu" o "coqueo" in spagnolo ed il tutto si chiama "chacchar". In inglese questo viene chiamato «coca chewing» o più semplicemente "masticazione delle foglie di coca";

Il sapore delle foglie è amaro producendo sulla lingua una sensazione di "addormentamento" o anestesia locale.

c) le foglie sono usate per cucinare. Questo modo di usare le foglie è praticamente confinato a poche popolazioni delle Ande centrali e per questo motivo, questo aspetto, è poco studiato e conosciuto.



Questi usi sono propri della cultura andina e secondo gli studi effettuati non provoca dipendenza.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:40
2) PASTA BASE (o SOLFATO DI COCAINA O PASTA DI COCA O PASTA)

La pasta di coca è il risultato dell'estrazione della cocaina contenuta nelle foglie. Queste vengono prima tritate, poi si aggiungono idrocarburi tipo kerosene, gasolio, petrolio, ecc. (o carbonato di potassio) per dissolvere i componenti organici. Quindi si eliminano gli idrocarburi e si aggiunge acqua ed acido solforico.


Si filtra il tutto e si aggiunge della calce o dell'ammoniaca per far precipitare i sali.

Una volta secca si ottiene la pasta di cocaina, ricca di impurità e la cocaina è presente sotto forma di SOLFATO DI COCAINA.

E' il prodotto grezzo, non raffinato che si ottiene direttamente dalle foglie di coca.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:40
La pasta base (in Colombia chiamata bazuco o basuco, in Bolivia pitillo e in Perú Kete) è un prodotto intermedio per la produzione del cloridrato di cocaina che contiene dal 50% all'85% di solfato di cocaina, il resto sono alcaloidi e contaminanti.

Questo processo normalmente viene realizzato nelle immediate vicinanze della piantagione questo per non spostare grandi quantità di foglie. Infatti per ottenere 1 kg di pasta di coca occorrono 60 kg di foglie, circa 9 l di kerosene e circa 5 l di acido solforico. Mentre per ottenere 1 kg di cocaina pura occorrono 500 kg di foglie di coca secca (oltre i diversi prodotti chimici).

Questa forma di utilizzo è diffuso nelle città dell'America latina e si fuma miscelata al tabacco ed ha un alto grado di impurezza. La durata del suo effetto è di circa 5- 10 minuti e provoca dipendenza.

3) CLORIDRATO DI COCAINA (neve o coca)

Il cloridrato di cocaina si ottiene a partire dalla pasta base trattata con acido cloridrico ed estrazione con acetone o etanolo. Chimicamente è il sale della cocaina quindi idrosolubile ed anche termolabile.

Si presenta sotto forma di cristalli squamosi bianchi che vengono ridotti in polvere ed è conoscita come neve o coca.

Può essere più o meno adulterato e si assume per via intranasale (sniffata è l'uso più frequente) o si inietta per via endovenosa diluito con acqua distillata. Non si fuma perchè il calore distruggerebbe la cocaina. I suoi effetti sono rapidi e durano dai 20 ai 40 minuti e provoca dipendenza.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:41
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:42
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:43
Il metodo dei fumatori abituali è quello di tritare finemente i cristalli di coca e quindi formare delle sottili strisce e quindi aspirarle con piccole cannucce con il naso.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:43
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:45
Ogni striscia contiene dai 10 ai 40 mg di cocaina in base a quando la cocaina è pura. La dose media della cocaina sniffata è di 20 - 50 milligrammi anche se i consumatori abituali arrivano anche a 100 milligrammi.

Questa forma è utilizzata soprattutto in Europa ed in nord America.

4) COCAINA BASE

Si ottiene mescolando il cloridrato di cocaina con una soluzione basica quale ammoniaca o bicarbonato di sodio o idrossido di sodio quindi si filtra il precipitato (crack) o si dissolve con etere e si aspetta che questo evapori (freebase).

Esistono due forme di consumo:

a) inalare i vapori della base libera, FREEBASE o BASE LIBRE, estratta dal cloridrato con solventi volatili (etere) ad alta temperatura utilizzando accendini al propano. L'aspetto del suo uso è legato al fatto che bisogna usare delle pipe speciali (pipa de agua) oltre che l'etere ed il propano per cui il suo utilizzo non è molto diffuso.

Arriva al cervello in 15 secondi dando una sensazione di euforia seguita da irritabilità e con il desiderio di consumare un'altra dose. E' altamente tossica e pericolosa.

b) il CRACK che è la forma della cocaina base che si ottiene aggiungendo ammoniaca (o bicarbonato di sodio o idrossido di sodio) ad una soluzione acquosa del cloridrato di cocaina per alcalinizzarla (in pratica non si usano solventi volatili). Si scalda quindi a 98°C e la base libera precipita sotto forma di pasta che una volta essicata ha l'aspetto della porcellana che si tritura fino a ridurla in squame.

Si inala in recipienti riscaldati (in genere pipe speciali come il freebase) o più normalmente e frequentemente si fuma dopo averla polverizzata associata con tabacco, marijuana, fenciclidina (PCP), ecc. in quanto si vaporizza facilmente a basse temperature.

I suoi effetti sono quasi immediati (5 secondi) e si dice che sono molto più potenti rispetto alla cocaina sniffata e molto più fugaci durando infatti pochi minuti.

Tra le diverse droghe viene considerata quella che provoca maggiore dipendenza psicologica tanto che di essa si dice "El crack es el sueño del traficante y la pesadilla del adicto" (Il crack è il sonno del trafficante e l'incubo del tossicodipendente).
Il nome crack le fu dato per il rumore che si genera quando si riscaldano i cristalli per fumarli.
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:45
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:46
Sia il freebase che il crack sono le forme più utilizzate nell'America del nord anche se il crack si riscontra frequentemente anche in Europa.

Esiste un'altra forma di consumo della cocaina ed è quello che viene chiamato SPEEDBALL che consiste nel mischiare cocaina ed eroina che viene iniettata. E' una forma molto tossica (il 66% delle morti causate dalla cocaina sono dovute allo speedball)

Provoca una rapida accelerazione del battito del cuore, ma quando l'effetto svanisce si ha un rallentamento del battito cardiaco ed il cuore rischia l'arresto. La morte di John Belushi è avvenuta per una dose di speedball.



Si sa che la coca che contiene maggiori quantità di cocaina e quella di Cuzco e Huánuco in Perù e Yungas in Bolivia (Erythroxylum coca con il 0.6% - 1% di cocaina) e quella che contiene percentuali più basse sono quelle di Trujillo nel peruviano e Cauca in Colombia (Erythroxylum novogranatense, con meno di 0.6% de cocaina).
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00venerdì 17 febbraio 2012 08:47
Principi attivi


Le foglie contengono dallo 0,2 all’1,3% di alcaloidi di cui il principale è la cocaina.

La cocaina e' un estere che appartiene al gruppo degli alcaloidi naturali e strutturalmente è una benzoilmetilecgonina, vale a dire un estere dell'acido benzoico e una base azotata appartenente al gruppo degli anestetici locali.

Al mercato nero si trova il cloridrato di cocaina, che però abitualmente viene tagliato dagli spacciatori con altre sostanze diverse a volte innocue, come fruttosio, purganti, mannite, a volte pericolose, come anfetamina, atropina, ecc.

Spesso la percentuale di principio attivo contenuto nella cosiddetta «cocaina di strada» non supera il 20%.



Effetti della coca e dei suoi derivati

La cocaina agisce a livello delle sinapsi prolungando l’attività di alcuni neurotrasmettitori quali la dopamina, la noradrenalina e la serotonina. La cocaina infatti inibisce il processo di riassorbimento di queste molecole. In particolare, il potenziamento dell’attività della noradrenalina è la causa degli effetti che questa droga produce sul sistema cardiovascolare, mentre è l'azione prolungata della dopamina la causa della maggior parte degli effetti di comportamento.

La cocaina è anche un anestetico locale con potente effetto vasocostrittore.

Gli effetti quando si usa la cocaina si manifestano abbastanza rapidamente e sono in funzione del modo in cui viene assunta: più rapidi se iniettata per via venosa, a seguire come crack/freebase, sniffata o masticando le foglie:

Effetti a livello psichico: aumento dell’attenzione e della concentrazione, riduzione del senso di fatica, riduzione di sonno e fame, senso di euforia, maggiore potenza sessuale;

Effetti a livello fisico: contrazione dei vasi sanguigni, dilatazione delle pupille, aumento della temperatura corporea, del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa, blocco del riassorbimento della dopamina nelle sinapsi;

Effetti a lungo termine: depressione, ansia, irritabilità, paranoia, insonnia e psicosi, perdita di peso, rottura del setto nasale nel caso la droga sia assunta per via intranasale per un lungo periodo di tempo;

Sintomi di Overdose: agitazione, ostilità, allucinazioni, psicosi, paranoie, ansia, convulsioni, ipertermia, infarto, paralisi muscolare e della respirazione, morte.

Un aspetto molto importante nell'uso della cocaina è che provoca dipendenza con vere e proprie crisi di astinenza.

L’uso cronico della cocaina può portare ad un grave debilitazione dello stato di salute ed alla comparsa di disturbi organici. Gli organi maggiormente colpiti sono soprattutto il cuore e tutto il sistema cardio-circolatorio. L’assunzione per via nasale può condurre, per gli effetti vasocostrittori della sostanza, alla necrosi e alla perforazione del setto nasale.

La cocaina pura viene metabolizzata rapidamente dall'organismo nel giro di pochi giorni attraverso le urine e non restano tracce nell'organismo.
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:50
TENDENZE DEL MERCATO

Secondo le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (2008), per il 2007 i paesi maggiori produttori di coca sono concentrati nelle regioni andine: Colombia (61%), Bolivia (10%) e Perù (29%). Ovviamente non è escluso il coinvolgimento di altri Stati sudamericani, prima che la droga sia esportata verso i principali mercati di consumo, l’America settentrionale e l'Europa.

La cocaina prodotta nei paesi andini viene poi contrabbandata in Europa attraverso Brasile, Ecuador, Venezuela ed i Caraibi. Le vie di transito però sono anche altre quali i paesi dell’Africa occidentale (la Guinea, le isole di Capo Verde) mentre le vie di ingresso in Europa sono soprattutto attraverso Spagna e Portogallo anche se si inizia ad osservare che altri paesi oramai sono una via diretta per l'importazione quali Paesi Bassi, Belgio, Italia, Francia, Regno Unito e Germania ed anche nuovi paesi emergenti quali quelli dell'Europa orientale.

Nel 2007 secondo i dati 'Ufficio delle Nazioni Unite sulla droga e il crimine (UNODC) si è avuto un netto incremento, nei paesi andini, della coltivazione di coca (181.000 ha registrati in Colombia, Perù e Bolivia) registrando infatti un incremento del 16% rispetto al 2006 però con una produzione pressocchè stabile (994 tonnellate metriche!) rispetto al 2006 (che si spiega con un eccessivo sfruttamento dei terreni ed una loro maggiore frammentazione in località remote e quindi poco idonee, per sfuggire ai controlli). La cosa sorprendente è che quasi la metà della produzione di cocaina ed un terzo della coltivazione provengono da sole 10 municipalità (su 195) colombiane che pare siano quelle sotto il controllo dei ribelli. E' stato osservato che la stessa cosa avviene in Afghanistan dove la maggior produzione di oppio avviene in poche province, quelle con una forte prevalenza dei talebani.

L'uso delle foglie è molto marginale in quanto la quasi totalità della produzione delle foglie viene destinata alla produzione di cocaina e suoi derivati.



Per quanto riguarda il consumo la cocaina è dopo le foglie e la resina di cannabis, la sostanza illecita usata e venduta più di frequente nel mondo ed in Europa (con variazioni da paese a paese).
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:51
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:52
I consumatori sono molto eterogenei andando dagli esponenti più privilegiati della società ai membri più emarginati e quindi anche la tipologia di consumo è sia occasionale che da dipendenza.

Si calcola che circa 12 milioni di europei l’abbiano provata almeno una volta nella vita, pari al 3,6% degli adulti della fascia di età tra i 15-64 anni e soprattutto nella fascia di età tra i 15-34 anni e sono soprattutto gli uomini a farne maggiore uso. Si stima che circa 4 milioni di europei l'abbiano usata nell’ultimo anno (in media l’1,2%) e 2 milioni nell’ultimo mese, vale a dire circa lo 0,5% della popolazione adulta (è però probabile che queste stime siano conservative).

I maggiori consumatori sarebbero gli spagnoli, gli inglesi ed in minor misura gli italiani, i danesi e gli irlandesi. E' stato osservato che nei paesi dove le anfetamine sono maggiormente utilizzate ci sia un minor consumo di questa droga e viceversa.

Il maggiore consumo è di cocaina e secondariamente crack e a seguire gli altri derivati.



C'è da precisare che il problema della droga in generale è particolarmente seguito dalle Nazioni Unite che da anni affrontano il problema a livello globale. Nel 1998 a New York (nella sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sul problema mondiale della droga, Ungass) erano (sono) stati posti degli obiettivi per arrivare ad una riduzione significativa e misurabile dell’offerta e della domanda di droghe illecite nei dieci anni successivi al 1998. Nell'incontro di marzo del 2008 per fare il punto della situazione, ci si è resi conto però che i risultati ottenuti a livello mondiale erano abbastanza deludenti. E' stata quindi istituita una Commissione per rivedere le politiche mondiali della lotta agli stupefacenti ed i cui risultati saranno presentati a Vienna nel marzo del 2009 per prendere ulteriori decisioni.
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:52
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:53
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:54
Molti hanno scritto che durante quel periodo si voleva sopprimere l'uso della coca per motivi religiosi però molti cronisti affermavano che era per prevenire la mortalità dei lavoratori delle Ande. Però non si è mai sentito di voler sopprimere le sue coltivazioni.

Alla fine del 1400 le sue foglia arrivarono in Europa ed inizia un lunghissimo periodo di lotta tra i fautori dell'uso di questa droga ed i proibizionisti. Da una parte c'era chi era favorevole al suo consumo, riconoscendone l'enorme valore economico e chi invece, usando argomenti di morale e di ordine pubblico, sostenevano la necessità di sradicare questo uso perchè legato a pratiche magiche e di stregoneria.

E' celebre la frase di Juan de Matienzo (1520-1579), giurista spagnolo ed ufficiale del re che in un'udienza disse ".. quitar la coca es querer que no haya Perú ..." (togliere la coca è come volere che non esista il Perù) respingendo vivacemente i piani di voler vietarne l'uso perchè secondo alcuni ecclesiastici era di ostacolo alla cristianizzazione.

Si arrivò così al II concilio di Lima (1567-69) dove si disse «... cosa inútil y perniciosa que conduce a la perdición por ser talismán del diablo» (.. cosa inutile e cattiva che conduce alla perdizione per essere il talismano del diavolo).

Nonostante ciò, dopo una serie di considerazioni di carattere strettamente economico si arrivò a sostenere che bisognava tollerare l'uso e la produzione della coca per il bene del normale funzionamento del sistema economico. Iniziò così un vero e proprio commercio e produzione e nella seconda metà del 1500 un migliaio di spagnoli trafficavano nella coca. Durante il mandato del vicerè Cañete (1555-1560) si parlava di limitare la produzione, quindi non concedere più licenze per la sua produzione, dettato questo dal fatto che un maggior prodotto immesso sul mercato avrebbe fatto calare il prezzo. Ma con i successivi governanti quali Nieva e García de Castro la coltivazione riprese ad espandersi per far fronte alle richieste dei soldati di fortuna che vagavano per il territorio alla ricerca di ricchezza.

La città di Potosì e Cusco erano il cuore del commercio ed aveva una contrattazione annuale di 100.000 cesti di coca che rendevano circa mezzo milione di pesos. Ovviamente la corona spagnola visto l'enorme movimento di soldi che si generavano si organizzò imponendo tasse e la stessa chiesa era predisposta a chiudere un occhio in quanto una grossa fetta entrava nelle sue casse tanto che il gesuita Blas Valera fece allusione al fatto che buona parte delle entrate del vescovo e dei canonici di Cusco derivavano dalla coca.

Ora, anche se in quel periodo la legislazione di fatto ne proteggeva la produzione, la corona non potendo tuttavia ingnorare le pressioni che c'erano per il controllo della coca, raccomandava ai giudici ecclesiastici di mantenere un'attenta vigilanza sullo sfruttamento coloniale della morale pubblica. Quindi, benchè gli imperativi economici richiedevano tolleranza, altra cosa era estendere la permissività al consumo che generava idolatria e stregoneria. Si creò pertanto una situazione paradossale: era ammessa la coltivazione ed il consumo di coca per i lavoratori (quelli delle miniere sotto il controllo degli spagnoli nelle quali lavoravano per lo più indigeni) ma castigava se produceva benefici economici. Per cui mentre nella selva e nei luoghi dove c'erano le miniera era lecito avere scorte anche importanti di questa pianta, nelle città era considerato reato.
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:54
Nel 1607 Garcilaso de la Vega (foto a lato) il cui nome era Gómez Suárez de Figueroa (1539/1616) scrittore peruviano soprannominato El Inca in quanto fu uno dei primi meticci del Nuovo Mondo a scrivere prevalentemente di tematiche riguardanti il popolo inca, dedica un capitolo dei “Comentarios Reales al Tabaco y a la Coca”, sostenendo che: “Non c’è motivo di lasciare nel dimenticatoio la pianta che gli indigeni chiamano “Kuka” (in quechua), principale ricchezza del Perù".

Fu nel 1750 che Joseph de Jussieu introdusse dell'erbario del Museo de Historia Natural de Paris le piante di coca provenienti dalla Bolivia. Furono quindi studiate da Jean-Baptiste Lamark che le diede il nome di Erythroxylon coca.

Nel 1786 la pianta di Coca è registrata nell’Enciclopedia Botanica di Lamarck nella famiglia delle “Erythroxilaceae” del genere “Erythroxylum”.

Nel 1858 Niemann e Walter isolarono la cocaina, l'alcaloide responsabile delle proprietà psicoattive di questa pianta. All'inizio si usò in medicina per le sue proprietà anestetiche e più tardi anche per la disintossicazione degli eroinomani. Da allora iniziò un fervido studio nei confronti della cocaina ed i suoi effetti.

Nello stesso anno Paolo Mantegazza (medico ed antropologo italiano, 1831-1910)uno dei maggiori studiosi di cocaina (foto a lato) dell'Ottocento destò l'interesse occidentale nei confronti di questa pianta, per via del suo memorabile “Sulle virtù igieniche e medicinali della Coca e sugli alimenti nervosi in generale” pubblicato nel 1858.

Nel 1863 Angelo Mariani (chimico corso, 1838-1914) produce un Vino di Coca a base di foglie di coca (l'etanolo del vino serviva da solvente ed estraeva la cocaina dalle foglie) che divenne subito famoso e fu acclamato da cantanti d'opera e musicisti come ottimo rimedio contro il mal di gola, come stimolante e tonico tanto da far meritare al suo inventore la medaglia dell'Accademia Medica di Francia.


Ogni oncia (28,35 gr) di Vino Mariani conteneva 11% di alcol e 6,5 milligrammi di cocaina.

Probabilmente fu per questo motivo che papa Leone XIII gli diede una medaglia d'oro e fece anche da testimonial del suo prodotto.

Gli scrittori lo amavano: Emile Zola, Jules Verne, Alexandre Dumas e sir Arthur Conan Doyle. Tutti ne erano entusiasti.


Sembra che Robert Louis Stevenson scrisse “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” durante un trip da cocaina durato ben sei giorni. Anche le teste coronate ne facevano largo uso: la regina Vittoria, il re Giorgio di Grecia, re Alfonso XIII di Spagna, lo scià di Persia ed anche i presidenti americani William McKinley e Ulysses Grant. Tutti facevano uso di questo vino.

Nel 1880 la cocaina entrò a far parte del Prontuario Farmaceutico degli Stati Uniti d'America e fu considerata a tutti gli effetti un farmaco.

Nel 1884 Sigmund Freud (foto al lato) la raccomandava per moltissime malattie tra le quali la depressione (e lui stesso ne faceva largo uso) e l'oculista Koller provò la cocaina come anestetico in alcuni interventi oculistici e ne propose l'uso per le anestesie oculari.

Nel 1886 nasce una bevanda a base di foglia di Coca, derivata dal famoso Vino Mariani, privato della componente alcolica. Viene immessa nel mercato degli USA, prodotta dal farmacista John Pemberton (foto sotto) nato nel 1831 a Knoxville, nello stato della Georgia e morto a soli 57 anni, inventore, impresario, chimico e farmaceutico.

Tale bevanda venne chiamata “Coca-Cola” ottenuta con estratto non alcolico di foglie di coca importate dal Perù e noci di cola africana, disciolta in un dolce sciroppo di caramello brevettata nel 1887 e Frank Robinson disegnò il suo marchio rimasto invariato da allora.
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:54
Poco prima della sua morte (avvenuta nel 1888) Pemberton vendette la sua formula ad Asa Candler (foto a sinistra) che rapidamente si trasformerà in uno degli uomini più ricchi del mondo.

Nel suo museo di Atlanta non si fa nessun cenno al fatto che la bevanda discende dalla magica pianta peruviana, anche se è ancora aromatizzata con le sue foglie dalle quali è stata ovviamente tolta la cocaina.

Nel 1889 Morris, nel Giardino Reale Botanico di Kiew (U.K.) identifica la Erythroxylum novogranatense.

Nel 1901 la medicina nordamericana riconosce le virtù della Coca nell'opera “History of Coca” (W.G. Mortimer) J.V. Vail, New York.

Sul finire del diciannovesimo secolo, l'atteggiamento nei confronti della cocaina cambiò in quanto era diventato ormai chiaro che creava dipendenza. Il suo uso cominciò a essere descritto come un vizio tanto che le persone iniziarono a farsi prendere dal panico. L’American journal of pharmacy nel 1903 dichiarò che l’uso di cocaina era diffuso soprattutto tra “bohémien, giocatori d'azzardo, prostitute di tutte le razze, portieri notturni, fattorini, ladri, malavitosi, ruffiani e lavoratori occasionali".

La storia prosegue fino ad arrivare al 1912 quando all'Aia (Olanda) viene firmata la Convenzione dell’Oppio (che includeva gli stati di Germania, Stati Uniti d’America, Cina, Repubblica Francese, Regno Unito della Gran Bretagna d’Irlanda e dei Territori britannici d’oltre mare, Indie, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Persia, la Repubblica Portoghese, Russia, Siam e successivamente Svizzera) che definiva il divieto dell'uso di cocaina, morfina ed eroina. Un anno dopo anche il Perù sottoscrive la Convenzione dell’Aia.

Da allora è stata fatta molto strada nel cercare di frenare l'uso e la produzione della cocaina con da una parte le pressione da parte degli stati produttori che vorrebbere la sua legalizzazione e le restanti nazioni del mondo che viceversa ne vietano l'uso. Oggi il commercio di cocaina supera ogni barriera culturale e ogni distanza tra continenti avendo come unico mercato il mondo e come unico obiettivo il profitto.

LEGISLAZIONE

Ovviamente la legislazione nei diversi paesi del mondo è differente riguardo la vendita ed consumo di questa droga. Per lo più sono solo i paesi produttori che sono favorevoli (anche se non esplicitamente) al consumo in quanto viene messo in evidenza che sono i derivati della coca ad essere dannosi e non le foglie di coca in se.

E' emblematico questo video in cui Evo Morales presidente della Bolivia consegna a Hugo Chávez presidente del Venezuela delle foglie di coca che inizia a consumare non appena finito di parlare in un discorso ufficiale in diretta.
Giordy71@
00venerdì 17 febbraio 2012 08:55
CURIOSITA'

Il nome "coca" deriva molto probabilmente dalla lingua del popolo Aymara (che vive prevalentemente nelle vicinanze del Lago Titicaca -foto a sinistra- tra Perù, Bolivia, nord del Cile e nord est dell'Argentina) "Kkoka" che significa "pianta divina".

Secondo altri deriverebbe dalla parola "kuka", il nome proprio della pianta in lingua quechua (era la lingua ufficiale dell'impero Inca, ed è attualmente parlata in vari dialetti da circa 10 milioni di persone nella zona occidentale del Sud America).

A proposito di coca cola .... il figlio di Asa Candler aveva nella sua fattoria quattro elefanti che si chiamavano rispettivamente: Coca, Cola, Refrescante e Deliciosa.
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