Bracconieri e inquinamento La lontra scompare dai fiumi

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Giordy71@
00lunedì 9 aprile 2012 23:05
La Forestale in prima linea per la salvaguardia del mustelide. In tutta la penisola ne sono rimasti solo 250 esemplari
MILANO - La lontra rischia di scomparire dai nostri fiumi: l'animale, classificato come «in pericolo» nella Lista rossa nazionale delle specie minacciate di estinzione, conta meno di 250 individui sul territorio nazionale. I ceppi più compromessi sono quelli piccoli e isolati, come quelli molisano e calabrese. Motivo per cui il Corpo Forestale dello Stato – in occasione della “Giornata mondiale dell'acqua” – ha promosso un incontro sulla salvaguardia del mustelide.
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00lunedì 9 aprile 2012 23:06
INQUINAMENTO E INCIDENTI
In Italia, i maggiori fattori di declino sono la distruzione dell'habitat, l'inquinamento e gli incidenti stradali: dalle segnalazioni raccolte sul sito «La lontra» dell'Università di Trieste gli esemplari morti o feriti sono 27 sul totale stimato in 220-260. Il controllo del territorio, perciò, risulta fondamentale: «Il trend positivo nella riproduzione – spiega Livia Mattei, primo dirigente del Corpo Forestale – va incoraggiato. Dall'Italia meridionale, le lontre stanno risalendo verso il centro, in Molise e Abruzzo. Dobbiamo preservarle dal pericolo di essere investite, perché così morirebbero una seconda volta». Altra causa di spopolamento è la scarsa disponibilità di risorse alimentari, dovuta all'instabilità del regime idrico, all'eccessivo sfruttamento dei bacini e alla cattiva gestione della pesca. «Siamo in allerta – conferma la Mattei – dato che i nostri fiumi sono molto degradati e discontinui, mentre il mustelide per diffondersi e colonizzare nuovi territori ha bisogno di muoversi per chilometri». Se i bacini fluviali sono in secca, l'animale riesce a sopravvivere solo in presenza di pozze d'acqua residue, laghi e invasi artificiali. L'insufficienza di acqua è più accentuata in Italia, dove il consumo medio pro capite è superiore alla media europea.

IL BRACCONAGGIO - La lontra è anche vittima del bracconaggio, per la sua naturale conflittualità con la pesca e l'itticoltura: tra il 1963 e il 1973 sono stati uccisi illegalmente circa 660 esemplari, mentre tra il 1999 e il 2008 in Puglia e Basilicata ne sono stati abbattuti 9 malgrado il divieto di caccia. Tra gli agenti inquinanti che incidono di più sulla scomparsa del mammifero si segnalano i pesticidi e i metalli pesanti, assorbiti per via diretta o tramite la catena alimentare. I danni maggiori si riscontrano nell'apparato riproduttivo. Le contromisure? «Il Piano d'azione nazionale per la conservazione della lontra – ricorda la Mattei – ha individuato una serie di interventi per incrementare la popolazione e migliorare l'ecosistema».

PREVENZIONE E RECUPERO - Non solo: il Corpo Forestale, oltre all'azione di monitoraggio e prevenzione dei reati ambientali, è impegnato nel Centro Visita di Caramanico Terme, nel Parco della Majella. Il centro svolge attività di ricerca su mustelidi in cattività, non idonei al ripopolamento. «Studiamo il comportamento del mammifero e raccogliamo informazioni», precisa la Mattei. L'attività divulgativa punta sul coinvolgimento emotivo del pubblico per stimolare maggiore consapevolezza: dall'allestimento museale per i più piccoli, che si immedesimano nei cuccioli di lontra, ai filmati sulla nascita e le cure parentali. La prossima sfida? «Riuscire a recuperare gli esemplari feriti e a reinserirli nel loro habitat», auspica la dirigente del Corpo Forestale. Già, perché se la lontra è in lento recupero, il processo va difeso e incentivato. Complici le “sentinelle” in divisa, pronte a intervenire nelle zone più colpite dall'urbanizzazione e dall'inquinamento.
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