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La danza delle api

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2013 09:49
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31/05/2013 09:49
 
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Una famiglia di api, (Apis mellifica) in un anno, raccoglie all'incirca 30 Kg di polline e 100 Kg di nettare.
La zona di raccolta è composta da una varietà di fiori che produce quantità è concentrazione di nettare differente, le api, per rendere più facile l'individuazione, hanno sviluppato un linguaggio per comunicare tra loro la posizione dei fiori più ricchi di polline o nettare che scoprono durante i loro voli ricognitivi.
Karl von Frisch ha dedicato la sua maggiore attività scientifica allo studio di questo particolare linguaggio. Egli scoprì che, se la distanza del sito di foraggiamento è inferiore ai 50 m , l'ape le comunica la presenza con una danza circolare accompagnata a forti ronzii per attirare attenzione. Spesso dentro l'arnia non c'è luce, ma le compagne possono seguire i movimenti della danzatrice attraverso le vibrazioni che essa produce durante la danza.
L'ape che ha scoperto il sito, inoltre, rigurgita una certa quantità di nettare che viene assaggiato dalle compagne; esse raccolgono anche informazioni sull'odore dei fiori percependo il profumo che le è rimasto sul corpo durante l'escursione della bottinatrice.
Forti di questi tre indizi, le api lasciano l'alveare e cominciano una ricerca nei dintorni senza allontanarsi troppo. La localizzazione mediata dagli odori è ampiamente diffusa in natura. Wilson, nel 1965, ha documentato diversi casi nelle temiti e nelle vespe.
Per esempio, le api di alcune specie del genere Trigona, marcano con un ferormone prodotto dalle ghiandole mandibolari la zona di foraggiamento appena trovata. Il sistema, tuttavia, non è molto praticato se il sito si trova a grande distanza: cercare a tentoni diventerebbe troppo dispendioso. Così, in Apis mellifera e in altre specie, se la distanza supera i 50 m le operaie possono contare su alcune in formazioni supplementari.
L'ape esegue per questo una tipica danza “a otto”, in cui, a tratti, scodinzola l'addome. Così facendo, comunica la direzione esatta in cui si trova il sito di foraggiamento.
La danza, infatti, rispetta una precisa “grammatica”, corrisponde a un linguaggio in cui la posizione del sito rispetto a l'alveare è trasposta in un sistema di movimenti sul piano verticale del favo: la direzione è tradotta in termini di gravità. Ciò significa che l'asse Sole-alveare è tradotto in termini di “verso l'alto/verso il basso”. Per esempio se l'alveare si trova 30° a destra rispetto alla direzione del sole, la danza sarà eseguita con un angolo di + 30° rispetto alla verticale del favo. In questo modo le compagne vengono informate della direzione in cui volare.
Indizi sulla distanza, invece, sono trasmessi sotto forma di frequenza degli “otto”: più il sito è distante, meno giri completi ogni minuto eseguirà l'ape danzatrice.
L'ingegnoso esperimento di Gould.
All' inizio degli anni Settanta del secolo scorso, Adrian Wenner contestò le spiegazioni di von Frisch sostenendo che gli odori trasportati involontariamente dall'ape fossero sufficienti per informare le altre foraggiatrici della posizione della cibo. In fondo, che prova aveva von Frisch che il linguaggio da lui descritto non fosse altro che una costruzione fantasiosa?
Lo zoologo J.L. Gould ( da non confondere con il più famoso Stephen Jay Gould ) risolse la questione sfruttando l'importante dettaglio: se nel favo entra la luce del sole, l'ape non compie la danza sul piano verticale ma la orienta in modo da mostrare direttamente la direzione – rispetto a quella del sole – in cui le altre devono dirigersi per trovare il cibo.
Gould catturò delle api nei pressi di una zona in cui aveva piazzato una ricca fonte di cibo. Con un po' di smalto copri loro gli ocelli (cioè i recettori per la luce che esse hanno sul capo) : in questo modo, le api erano ancora in grado di vedere con gli occhi, ma avevano la sensazione di essere al buio quindi pose una fonte di luce dentro l'arnia: le api di ritorno dai siti, credendosi al buio, danzavano usando come riferimento la gravità, le altre, che scambiavano la luce artificiale per il sole, interpretavano la danza credendo di dover fare riferimento alla fonte luminosa. Cosi Gould fu in grado di prevedere in che direzione avrebbero volato le api, e vi si recò per aspettale. Prive di qualunque valida informazione olfattiva, le piccole foraggiatrici giunsero proprio nel punto che Gould aveva calcolato, dimostrando che si erano avvalse esclusivamente delle informazioni apprese durante la danza.
L'ape meccanica di Michelsen.
Sebbene l'esperimento di Gould non lasci dubbi e, anzi, si dimostri di un eleganza ammirevole, nel 1989 Michelsen ha costruito un' ape meccanica, un dispositivo con cui fornire un 'ulteriore prova dell'effettivo funzionamento del linguaggio proposto da von Frisch. Con questo apparecchio è possibile “ parlare alle api” e dettare loro direzione e distanza verso cui volare. Puntualmente le foraggiatrici non mancano di spiccare il volo e aggiungere il luogo indicato.
Sono bellissimo...
Administrafan
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