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Passione Api

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2013 09:36
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31/05/2013 09:36
 
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SCIAMATURA
La sciamatura è generalmente considerata un fenomeno legato all'istinto di conservazione
della specie, in natura è l'unico mezzo di riproduzione della famiglia di api; le api che
compongono lo sciame acquisiscono una eccezionale laboriosità, dovuta principalmente a
due fattori:
- la mancanza iniziale di covata che fa si che molte api siano "libere" da compiti di nutrizione
e si possano dedicare al bottinamento;
- la necessita di procurare nella nuova dimora la struttura e le scorte di alimenti indispensabili
per garantire il futuro della nuova famiglia.
Se lo sciame arriva in prossimità di una importante produzione di nettare da parte della
flora della zona in poche giornate riesce a produrre in grande quantità e questo ben lo sanno
gli apicoltori più avveduti i quali, se lo sciame è di adeguate dimensioni, dopo avere messo lo
sciame in un'arnia razionale costituita da fogli cerei la coprono con un melario
completamente costruito interponendovi un escludiregina.
Così facendo tutte le api bottinatrici dispongono il miele nel melario in cui la regina non
può salire per deporre le uova, in questo modo lo sciame può dare una produzione simile a
quella di un alveare normale.
Perché le api sciamano? Quali sono i motivi che inducono le famiglie alla sciamatura?
Le concause sono molteplici, ognuna di esse è rilevante e contribuisce alla sciamatura; una
loro corretta analisi ci consente di capire i motivi e predisporne i rimedi.
La causa sicuramente più importante per la predisposizione alla sciamatura è senz'altro
quella genetica, l'esaltazione della sciamatura è dovuta ad una selezione delle famiglie (e
perciò delle regine) in questa direzione, in quanto la maggior parte delle famiglie derivano a
tutt'oggi da sciami naturali.
Non è sicuramente facile correggere questa tendenza da parte delle api, però è possibile
anche se richiede molto lavoro; d'altronde pero molto lavoro è richiesto anche dalla cattura
degli sciami e dalle visite per accertarci delle loro condizioni, senza contare la perdita
economica della mancata o ridotta produzione da parte dell'arnia madre e dalle perdite per
orfanità che generalmente si verificano.
Una buona metodica correttiva è quella della selezione delle famiglie in relazione alla loro
tendenza alla sciamatura, ogni apicoltore sa che nel suo apiario ci sono delle famiglie che
2fanno tutti gli anni almeno tre o quattro sciami mentre alcune non sciamano o sciamano una
sola volta (sciame primario). Proprio da queste ultime famiglie si deve partire per la
formazione degli sciami artificiali e soprattutto per la produzione di regine per la sostituzione
di quelle dei ceppi che manifestano la più forte tendenza alla sciamatura.
Altre cause scatenanti la sciamatura sono:
- la sovrappopolazione dell'arnia, il rimedio è quello di prelevare telai con api e covata per
irrobustire famiglie deboli e formare sciami artificiali;
- carenza di spazio e aria, il rimedio è quello di allargare il nido ed aggiungere il melario per
potere meglio distribuire la produzione, molte volte si dimostra molto utile anche la apertura
completa della porticina d'ingresso e l'asportazione del vassoio del fondo antivarroa;
- insufficienza dello spazio a disposizione della regina per la deposizione delle uova, si può
intervenire anche in questo caso sostituendo i telaini con altri telai costruiti;
- favi eccessivamente vecchi e impossibilità di costruire cera, il rimedio e quello di sostituire
ogni anno almeno due o tre telai da nido soprattutto se danneggiati, ammuffiti o intasati di
miele non consumato dalle api nello svernamento; se i telaini rimossi sono in buone
condizioni può essere opportuno conservarli ed utilizzarli per fornire telai già costruiti o
miele di scorta agli sciami naturali o artificiali e per fornire ulteriore spazio alle famiglie più
forti. I telai da nido recuperati in cattive condizioni di conservazione, molto vecchi o
deformati saranno inviati alla sceratrice solare per la fusione ed il recupero della cera e del
miele in essi contenuto.
- covata in eccesso e sovrapproduzione di pappa reale, anche in questo caso è opportuno
effettuare sdoppiamento dell'alveare o asportare telai con api e covata opercolata per
rinforzare altre famiglie o formare sciami artificiali.
- regina anziana o difettosa, in questo caso è opportuno sostituire la regina con un'altra più
giovane, sana e vigorosa.
Molto importante per la prevenzione della sciamatura è l'aggiunta dei melari, il periodo più
opportuno per tale operazione deve essere scelto con oculatezza per evitare che gli alveari
troppo stretti inducano le api alla sciamatura. Di solito i melari vengono messi in posizione
quando, guardando dall'alto, le prime porzioni dei favi sono di nuova costruzione ed è in atto
una buona importazione di nettare; in alcuni casi però, specialmente in annate con primavere
piovose, spesso le famiglie sciamano anche se non hanno ancora iniziato a costruire cera ed
3addirittura senza celle reali opercolate ma solo con all'interno delle celle reali larve di
quattro - sei giorni di età.
Se, per precedenti esperienze, si è al corrente che in un dato periodo dell'anno è prevista una
notevole importazione di miele il melario si può aggiungere qualche tempo prima.
PRODUZIONE DI SCIAMI ARTIFICIALI
In questa sesta dispensa del corso di apicoltura realizzato dal centro ERSAT di Santa
Margherita di Pula si vogliono descrivere i metodi più comuni per la formazione degli sciami
artificiali, naturalmente questi schemi possono essere variati a seconda delle esigenze
particolari della zona.
Il materiale prelevato per la produzione degli sciami la regina che sarà inserita negli stessi e
le api che ne formeranno la popolazione, è necessario provengano da famiglie sane, con
scarsa propensione alla sciamatura (soprattutto la regina), con una buona tendenza alla
pulizia dell’alveare, di pura razza ligustica e molto produttive; se vengono rispettate tutte
queste condizioni è molto probabile che la famiglia che deriverà dallo sciame artificiale
sommi in se le caratteristiche ottimali del ceppo di regine da cui si è partiti per la produzione.
I metodi usati per la produzione di sciami artificiali sono principalmente due, quelli per
divisione semplice, dove da ogni alveare vengono ricavati due o più nuclei, e quelli per
divisione e riunione, dove per ottenere i nuclei necessitano almeno due o tre alveari.
Molto importante per la scelta del metodo di divisione è la possibilità di procurarsi o
produrre regine feconde da inserire nelle famiglie, se non se ne dispone si utilizzano metodi
che prevedono l'inserimento (innesto) delle celle reali o addirittura nel peggiore dei casi di
telai con covata giovane dalla quale le operaie del nucleo provvederanno da sole ad allevarsi
la regina. In quest'ultimo caso però la riuscita dell'operazione è più aleatoria e la regina
prodotta potrebbe essere qualitativamente non perfetta.
Molto importante per la scelta del metodo è anche il fatto di sapere prima dell'inizio della
produzione se si ha la possibilità di spostare le arnie con il nucleo appena formato in una
postazione che sia distante almeno quattro o cinque chilometri in linea d’aria dall’apiario di
partenza.
In questa prima parte parleremo dei metodi per produrre nuclei senza la possibilità di
spostarli in nuove postazioni.
4Divisione semplice senza spostamento
Con questa metodica è possibile ottenere un numero di nuclei doppio o triplo rispetto a
quello degli alveari di partenza incidendo sulla produzione di miele per circa il 50-60% del
totale; naturalmente i nuclei prodotti con queste modalità necessiteranno di un maggiore lasso
di tempo e di maggiori cure prima di entrare in produzione.
Il primo metodo che descriveremo è quello della divisione semplice con la ricerca della
regina e sua sostituzione; si parte da un'alveare razionale ben sviluppato con dieci telaini la
cui famiglia abbia tutte le caratteristiche di robustezza e di salute previste, si ricerca la regina
e la si elimina, i dieci telai vengono divisi in modo che i due o tre alveari figli siano
egualmente dotati di provvista e di covata.
A questo punto si possono inserire le gabbiette con le regine, una per ogni alveare, e
sistemare le due o tre arnie figlie disponendole con le aperture di volo in corrispondenza
dell'ingresso dell'arnia che è stata divisa in modo che si dividano le bottinatrici equilibrando
la popolazione di ogni famiglia.
Se non si vuole sostituire la regina o più semplicemente non si dispone di regine giovani e
fecondate si può agire suddividendo i telai allo stesso modo lasciando la regina in una delle
tre arnie e lasciando che le altre due tramite la costruzione di celle reali ne formino delle
altre. Naturalmente le nuove famiglie vanno disposte a semicerchio attorno al punto in cui
stava la vecchia arnia per dividersi le bottinatrici.
Un inconveniente che facilmente può verificarsi in questo caso è quello che la maggior
parte delle bottinatrici di rientro dal campo, dopo un breve periodo di disorientamento, si
dirigano in maggioranza nel nucleo in cui è presente la regina.
Una variabile che evita un troppo repentino spopolamento delle famiglie è quella di
spostare l'alveare con la regina nella postazione prima occupata da un'altra famiglia che non è
stata divisa in modo da assorbirne tutte le bottinatrici, disponendo le arnie "figlie" al posto di
quella di partenza. In totale per compiere questo tipo di divisione sono necessarie da una a
due casse ben popolate dalle api, è perciò un metodo che può essere tranquillamente seguito
da chi ha poche famiglie.
Un altro metodo per la formazione degli sciami artificiali è quello detto per divisione e
spoliazione per il quale si utilizzano due famiglie poste affiancate nell’apiario.
In pratica si inizia orfanizzando una delle due famiglie e permettendo alle api di costruire
diverse celle reali, quando queste ultime saranno opercolate si suddivide dopo aver trovato
5ed asportato la regina, un'altra famiglia sana e disposta su dieci telaini in cinque nuclei con
due telaini costruiti e coperti di api per ciascuno, a questi nuclei vengono aggiunti altri due
telaini della prima arnia dotati di almeno due celle reali e coperti di api. Il nucleo, completato
con un foglio cereo, viene disposto con gli altri a semicerchio nella zona occupata dagli
alveari di partenza.
Sarebbe opportuno se le arniette per i nuclei sono tutte uguali fare dei segni differenti sulle
facciate, in modo che le regine di ritorno dal volo di fecondazione rientrino con una certa
sicurezza nell’arnietta di partenza; ovviamente la famiglia così formata va seguita con
notevole attenzione fino alla prova della avvenuta fecondazione della regina stessa. Una volta
che la regina ha iniziato la deposizione lo sviluppo sarà molto rapido e la famiglia potrebbe
entrare in produzione anche dopo solo un mese dalla schiusa delle prime uova deposte.
Divisione composta senza spostamento
Con queste metodiche si ottiene un numero di nuclei più basso, pero le famiglie ottenute
sono più forti e, se prodotte all’inizio della primavera, possono fornire una buona produzione
anche nel primo anno di vita.
La prima cosa che si deve fare in questo tipo di operazione, dopo che ci si è accertati delle
condizioni sanitarie delle famiglie, è quella di crearsi o acquistare un buon nucleo di regine
giovani e feconde, che costituiranno la base centrale per le nuove famiglie.
Il primo metodo descritto su questa dispensa prevede l'utilizzo di quattro famiglie per
l'ottenimento di due nuclei molto robusti, con quattro telai costruiti e coperti di api ciascuno e
con regina feconda e la salvaguardia della produzione delle famiglie di partenza.
Si parte con il prelevamento, da due arnie, di tre telai da nido con provvista e covata,
ricoperti di api, esaminandoli bene per non portare via anche la regina.
Questi telai vanno inseriti in un'arnia nuova dove siano già presenti uno o due fogli cerei o
favi da nido costruiti ed il diaframma. L'arnia neo formata va posizionata al posto di una delle
due arnie che non vengono divise; quest'ultima perderà tutte le sue bottinatrici a vantaggio
del nucleo ma le rimpiazzerà totalmente in meno di una settimana.
Al nucleo appena formato, costituito da tre telai da nido completi con covata più due fogli
cerei o telai già costruiti ed arricchito con le bottinatrici dell'altra famiglia, viene aggiunta la
gabbietta con la regina feconda; se tutto procede bene la famiglia nuova in breve tempo
completa il nido e viene dotata di escludiregina e melario.
Come detto in precedenza se non si riescono a procurare regine feconde è possibile inserire
delle celle reali mature, questa metodica pero rende più lento lo sviluppo della famiglia.
6 Se si vogliono creare un gran numero di sciami artificiali partendo da un uguale numero di
famiglie su dieci telaini si può usare un'altro metodo, si orfanizzano alcune arnie per fare
produrre celle reali, una volta pronte si suddividono le arnie in due parti, ognuna con cinque
telaini, e nell'arnia orfana viene messo un telaio con due o più celle reali mature, anche in
questo caso le arnie "figlie" vanno disposte in modo da suddividersi le bottinatrici.
Divisione composta con spostamento
Molto meglio si può lavorare potendo spostare l’arnia contenente il nucleo in una nuova
postazione lontana più di quattro - cinque chilometri in linea d'aria da quella di partenza; in
questo caso infatti non sarà necessario sistemare la cassa nella vecchia postazione di un’arnia
che fornirà al nucleo le bottinatrici, ma sarà sufficiente lavorare nel seguente modo:
1. Una volta individuate le arnie dalle quali dobbiamo prelevare il materiale per la
produzione di nuclei possiamo procedere prelevando i telaini ed inserendoli in un’arnia
piglia sciame che abbia la porticina chiusa e che, fino al termine dell’operazione, rimanga
priva del coperchio. Con questo accorgimento si evita che aprendo e chiudendo in
continuazione il coprifavo le bottinatrici presenti sui telaini prelevati prendano il volo
abbandonando la cassa e rientrando nell'arnia di partenza.
Osservando le api di questi telai si può notare che durante le operazioni di preparazione
del nucleo rimangono bloccate sulla superficie del telaio senza sollevarsi in volo e senza
combattere pur provenendo da famiglie diverse. Il tempo necessario per lo spostamento
da una zona all'altra fa poi si che gli odori all'interno della cassa si miscelino e che, una
volta riaperta la portina d'ingresso, le operaie abbiano tutte lo stesso odore e non si
combattano tra loro.
2. I telaini interamente costruiti, coperti di api e completi di covata e di provvista di miele
saranno sistemati nel numero minimo di tre all’interno della cassa (i telai utilizzati
potranno venire anche da tre diverse famiglie), di questi almeno due dovranno essere di
covata in buona parte opercolata o nascente, l’altro ricco di provvista di miele e
soprattutto di polline. Il nucleo sarà poi completato da telai costruiti o da fogli cerei.
3. Noteremo che durante le operazioni pochissime api si staccheranno dai telai posti nel
nucleo sollevandosi in volo, la maggior parte rimarrà a presidio del favo. Le api anche se
provenienti da famiglie diverse all’interno del nucleo non combattono fra loro, ed il fatto
di avere la porticina chiusa non permette al grosso delle bottinatrici presenti sui telai di
abbandonare la cassa.
74. A questo punto la preparazione del nucleo in se è finita, ora bisogna aggiungere la regina,
sia sotto forma di regina feconda ingabbiata (metodo ideale) e preferibilmente priva di api
accompagnatrici, che di cella reale con regina più o meno prossima allo sfarfallamento;
come detto precedentemente si può inserire nel nucleo un telaio da nido con della covata
giovane (meno di tre giorni di età) e fare in modo che da questa le api costruiscano le
celle reali necessarie, questo però comporta un ritardo nello sviluppo del nucleo di circa
venti giorni.
5. Una volta inserita la regina la cassa viene chiusa con il coprifavo e la si sposta nella
postazione definitiva, dove la regina sarà fecondata ed il nucleo completerà lo sviluppo
prima di essere commercializzato o avviato allo sviluppo per la messa in produzione.
Alcuni apicoltori preferiscono non inserire la regina al momento della formazione del
nucleo, ma qualche giorno più avanti per evitare che questa possa subire dei traumi
durante le operazioni di trasporto, in questo caso prima dell’inserimento è opportuno
eliminare tutte le celle reali costruite nel frattempo dalle api del nucleo, in modo che la
nuova regina o la cella abbiano maggiore probabilità di accettazione da parte delle
operaie che compongono la famiglia.
6. Il nucleo per non perdere le bottinatrici a vantaggio dell’arnia di partenza deve essere
mantenuto nella nuova posizione per almeno venti - venticinque giorni, dopo di che può
essere riportato nella postazione di partenza.
PRODUZIONE DI REGINE
Durante i precedenti paragrafi abbiamo più volte parlato della possibilità di inserire
all'interno dei nuclei api regine giovani e prolifiche auto prodotte o acquistate da un altro
apicoltore, in questo paragrafo vediamo in che cosa consista l'allevamento delle api regine.
Per la produzione delle api regine si può ricorrere a due metodiche, quella naturale e quella
artificiale; con la prima è sufficiente rendere orfano un alveare allo scopo di fare costruire
alle api una serie di celle reali, naturalmente l'orfanizzazione deve avvenire nel periodo in cui
le api possano prodigare le cure maggiori alle nasciture regine soprattutto per quanto riguarda
l'alimentazione; nella zona di Pula e nel basso Sulcis un buon periodo potrebbe essere quello
della seconda metà di marzo, per ottenere le celle reali e le regine per i primi giorni di aprile.
Quando sono state opercolate le celle reali devono essere ritagliate e innestate sui favi di
piccoli alveari orfani formati nel frattempo con il metodo dello sciame artificiale. Per non
8danneggiare le celle reali e soprattutto la larva al loro interno è opportuno non rovesciare la
cella e non farla raffreddare.
Dalle celle reali innestate sui nuclei in pochi giorni sfarfalleranno le api regine che
potranno essere utilizzate se, dopo il volo di fecondazione, cominceranno la deposizione delle
uova.
Per potere introdurre l'ape regina all'interno dell'alveare si deve rinchiudere, insieme a
cinque o sei api di scorta, entro una gabbietta da introduzione, il foro della quale verranno
tappati con il cosiddetto "candito", formato da miele e zucchero a velo mescolati insieme.
Con il cosiddetto metodo artificiale, si seleziona ugualmente un alveare molto forte e
robusto, lo si orfanizza e , prima che le api comincino a costruire le celle reali si inserisce un
telaio in cui sono attaccati i cupolini, naturali (in cera d'api) o artificiali (in plastica) in cui
siano state inserite larve di api operaie con meno di tre giorni di età.
Sui predetti cupolini vengono costruite le celle reali che, una volta opercolate, seguono lo
stesso percorso descritto precedentemente.
PACCHI D'API
Una metodologia moderna per la commercializzazione delle api che si sta diffondendo
anche in Sardegna è quella del pacco d'api, con questo sistema le api vengono vendute a peso
in una cassetta di legno con una o due pareti fornite di rete plastica o metallica tipo
"zanzariera" per favorire l'aerazione.
Ogni cassetta contiene da 15.000 a 20.000 api, una regina fecondata chiusa in una gabbietta
con cinque o sei operaie di scorta e una tanichetta con lo sciroppo per il nutrimento.
Le cassette con le api vengono spedite tramite posta o corriere, appena consegnate devono
essere messe in una stanza buia alla temperatura di 21 gradi per qualche ora e nutrite con
sciroppo di zucchero per due o tre volte, in periodi caldi è opportuno fornire anche dell’acqua
spruzzandola sulle pareti in rete della cassa usata per il trasporto.
La sistemazione nelle arnie deve avvenire nelle tarde ore pomeridiane, si nutrono le api, si
bagnano attraverso la rete con acqua nebulizzata, si inserisce nella cassa in cui dimorerà lo
sciame la gabbietta con la regina sospendendola fra due telai (assicuratevi che sia viva),
quindi si scuotono le api dalla cassetta sopra l'arnia che deve avere l’ingresso chiuso, deve
essere munita di un nutritore con sciroppo, di telai con fogli cerei e sistemata in una zona
calda ma ombreggiata.
9La cassa viene mantenuta chiusa per circa 48 ore, in modo che le api inserite non fuoriescano
entrando eventualmente in altre casse preparate contemporaneamente o gia presenti nella
postazione, cosa che frequentemente può avvenire. Le api rimaste nella cassetta di trasporto,
che viene lasciata rovesciata sul tetto dell’arnia ricevente si svuoterà mano a mano delle api
rimaste.
Ultimamente una nuova metodica per l’inserimento delle api del pacco nella cassa (quando
si usano delle arnie su 10 telai nido) è quella di inserire il pacco d’api privo del coperchio di
chiusura direttamente all’interno della cassa, le api escono così più lentamente e con meno
traumi e non abbandonano l’arnia disperdendosi nenche se la portina di ingresso rimane
aperta.
In entrambi i casi, una volta che tutto è a posto, passate che siano 48 ore, si riapre
l’ingresso della cassa, si tiene comunque stretta a pochi fori la porticina, si fornisce il
nutrimento liquido e per almeno 10 - 12 giorni la colonia non dovrà essere ispezionata.
Dopo dieci - dodici giorni si effettua la prima ispezione che ha lo scopo di assicurarsi che la
regina sia viva e deponga regolarmente le uova e che la costruzione dei favi avvenga con
regolarità.
Qualora ci si accorga che la regina è morta oppure non depone possiamo comportarci
secondo due modalità:
- la prima è quella di riunire le rimanenti api ad un'altra colonia, questo perché anche
aggiungendo telai da covata o celle reali già mature la nuova regina non farebbe in tempo a
cominciare la deposizione delle uova prima che la famiglia si sia troppo indebolita.
- nella seconda, disponendo di una gabbietta con regina giovane e già fecondata si può invece
tentare l'inserimento ma la famiglia dovrà rimanere sotto controllo molto a lungo e dovrà
essere preferibilmente arricchita con telai completi di api e con covata opercolata o nascente
provenienti da altre colonie perfettamente sane.
Sono bellissimo...
Administrafan
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