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Passione Api

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2013 09:36
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31/05/2013 09:35
 
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Metodiche di popolamento delle arnie
In questa dispensa parleremo dei modi più semplici per popolare le arnie, sia direttamente sia
indirettamente, le metodiche descritte sono quelle più utilizzate ma necessitano di una notevole
mole di lavoro e, in genere, di un certo rischio per quanto riguarda la riuscita.
L'acquisto dei bugni villici va effettuato nel periodo di settembre ottobre, quando cioè gli
apicoltori sene disfano o li distruggono per impadronirsi del miele. In genere il loro costo non è
mai troppo alto, se possibile è meglio acquistare alveari di buon volume e con favi dritti e ben
conformati, utilissima sarebbe la consulenza di un tecnico o di un esperto apicoltore per valutare
le condizioni di salute, la quantità di provvista e la presenza o meno della regina.
Gli alveari rustici vanno trasportati nelle ore serali dopo che tutte le bottinatrici sono rientrate,
possibilmente rovesciati in modo che non vengano danneggiati e chiusi con della garza o con
una rete in modo che all'interno circoli dell'aria.
L'epoca più adatta per effettuare i travasi è la primavera, in questo periodo infatti nell'alveare ci
sono poco miele e covata, la temperatura non è troppo alta perciò i favi sono più maneggevoli ed
inoltre il periodo di raccolto si avvicina perciò le api hanno modo di nutrirsi abbondantemente e
di fare sviluppare rapidamente la famiglia.
Le metodologie per il trasferimento della famiglia di api da un alveare tradizionale ad uno
razionale sono diverse, qui in questa dispensa ne elenchiamo alcune.
TRAVASO DIRETTO
Per questo travaso è bene disporre di un locale che si possa chiudere perfettamente, mettendosi
così al riparo dalle api che, durante lo svolgimento dell'operazione, richiamate dall'odore del
miele (è inevitabile che ne venga sparso), vi potrebbero penetrare. Ciò non soltanto renderebbe
più fastidiosa l'operazione, ma potrebbe dare origine a quel fenomeno - facile a verificarsi in
questa epoca di scarso raccolto - detto saccheggio degli alveari. E' opportuno che le finestre
siano munite di rete metallica e apribili in modo da consentire l'espulsione delle api che durante
l'operazione si sollevano a volo e vi si raccolgono.
Prima di cominciare il travaso, nel locale si debbono preparare:
- un tavolo di sufficiente ampiezza;
- L'arnia razionale con due o tre telaini muniti di fogli cerei e altri vuoti;
- una tela sufficientemente ampia per coprire l'arnia scoperchiata;
- alcuni mattoni;
- un recipiente con acqua;
- uno o due recipienti vuoti (per raccogliervi, separatamente, i ritagli di favi con miele e senza);
- un piattino con un pò di crusca di frumento;
- uno o due coltelli bene affilati;
- una forbice;
- un gomitolo di forte filo di rafia;
- una spazzola da apicoltore o rametti di rosmarino;
- alcuni attrezzi da falegname: martello, tenaglia, sega a mano e scalpello.
2 L'arnia razionale con un solo telaino munito di foglio cereo, sospeso nel nido, sarà senza
coprifavo e ricoperta dalla tela, deve essere rialzata da terra, mediante mattoni, pietre, ecc. ad
altezza sufficiente affinché al predellino possa appoggiarsi l'orlo della bocca dell'alveare rustico
capovolto. I restanti telaini si disporranno a portata di mano sul tavolo.
Trasporta, quindi , l'alveare rustico, capovolto, nel locale, tenendo a bada le api con qualche
sbuffo di fumo, e lo si dispone davanti all'arnia nel modo anzidetto. I favi dovranno risultare
perpendicolari al predellino dell'arnia razionale.
Fuori, nel posto occupato dall'alveare rustico, si dovrà provvisoriamente mettere un'arnia
rustica vuota, oppure una cassetta qualsiasi, allo scopo di raccogliervi le api che ritornano dai
campi.
Con l'aiuto dello scalpello o del palettino staccafavi (leva), si cerca di praticare una piccola
apertura nella zona di unione dell'arnia rustica con la soffitta, per la quale apertura (che quindi
risulta in basso), prima di togliere completamente la soffitta e allo scopo di evitare lo
strappamento dei favi che vi si trovano attaccati, si introduce, appena possibile, la lama di un
coltello,
Quest'operazione va fatta con sussidio del fumo, allo scopo di impedire alle api di uscire dalla
nuova apertura; fumo che deve essere abbondantemente immerso anche dopo avere tolto la
soffitta, dirigendolo in modo da investire, successivamente, gli spazi che si trovano tra i favi. Per
questa operazione è opportuno l'aiuto di un assistente.
Dopo qualche istante e precisamente appena le api sono state raggiunte dal fumo, si deve
cominciare il cosiddetto tambusso, che consiste nel battere ripetutamente, con un bastoncino, dal
basso verso l'alto, sulle pareti dell'alveare.
Le api, spaventate dal fumo e dal rumore, ritenendo di essere costrette ad abbandonare l'arnia,
si buttano sulle celle dei favi e dopo avere messo in salvo il miele, ingerendone le maggiori
possibili quantità, emettono un forte e caratteristico ronzio e salgono verso la bocca dell'arnia
rustica, dove, sempre più numerose, si raccolgono tra le estremità dei favi.
Qualcuna più ardita, mentre l'immissione del fumo e il tambusso continuano, scende sul
predellino dell'arnia razionale, seguita subito dalle altre, e vi penetra per la porticina, richiamata
anche dall'odore del foglio cereo.
Quando si opera bene, le api salgono con notevole rapidità. Bisognerà vigilare affinché
debordando dalla bocca dell'alveare, le api non finiscano a terra. Pertanto, servendosi delle penne
(tenute opportunamente bagnate) si dovrà leggermente indirizzare la massa delle api, dapprima
sul predellino, e poi nell'arnia. Appena un certo numero di api sarà entrato nell'arnia razionale
(sempre continuando il tambusso e l'immissione di fumo), vi passeranno in massa le altre,
dapprima lentamente, poi assai rapidamente.
Servendosi di una penna e dell'affumicatore si impedirà che nella foga una parte si raccolga
sulle pareti laterali, su quella frontale e, magari, sotto il fondo dell'arnia medesima.
E' il momento di osservare con attenzione la massa delle api sul predellino per assicurarsi che
anche la regina entri. La cosa non è difficile, anche perché il passaggio viene di regola rilevato
dalle api. infatti, dopo l'entrata della regina, le api passano nell'arnia più in fretta e più numerose.
Il fatto di avere veduto la regina entrare dà , ormai, la certezza del buon esito dell'operazione,
poiché nelle successive manipolazioni non si correrà il pericolo di danneggiarla o ucciderla.
3 Appena la regina abbandona l'alveare rustico, quasi tutte le api la seguono. Ha così termine il
travaso o trasferimento delle api. Se tutto procede regolarmente, l'operazione dura circa
mezz'ora. Talvolta s'impiega più tempo, specialmente quando gli alveari rustici sono mal
conformati e, a causa delle irregolarità dei favi, il fumo non riesce a investire tutti i recessi.
Ecco dunque spiegato uno dei motivi che consigliamo di dare la preferenza agli alveari rustici
costituiti da arnie diritte e a sezione regolare.
Durante il travaso, data la posizione della quale si viene a trovare l'alveare rustico (con la
porzione dei favi contenenti il miele rivolta in basso), un pò di miele cade a terra e i favi,
direttamente investiti dal fumo caldo, si rammolliscono, rendendo più difficoltose le successive
manipolazioni.
Pertanto, specialmente quando si debbono travasare alveari rustici sono costruzioni recenti (più
fragili) e corte, rispetto alla bocca delle arnie, ma soprattutto quando si presume la presenza nei
favi di miele recente, invece di fare passare le api per la bocca( il che, del resto, richiederebbe
anche più tempo) sarà preferibile servirsi dell'estremità superiore dell'arnia. Liberata l'arnia
rustica dalla soffitta, si appoggia detta estremità al predellino dell'arnia razionale. In questo caso,
però le celle di unione dei favi con la soffitta risultano sezionate, e siccome quasi sempre sono
piene di miele, le api nell'uscire da questa parte potrebbero imbrattarsi; è opportuno spargere di
tanto in tanto un pò crusca sulle sezioni dei favi. Va infine notato che a questo metodo classico
di esecuzione del travaso diretto, l'apicoltore pratico può portare molteplici varianti per ottenere
il più rapido svuotamento degli alveari, anche se mal conformati.
Terminato il passaggio delle api, mentre l'alveare rustico, viene messo di regola sul tavolo,
l'arnia viene poggiata delicatamente a terra; sul predellino si stende una tela abbastanza ampia,
tale da spazzolarvi o scuotervi le api che ancora si trovano nell'arnia rustica.
La seconda fase del travaso consiste nel prelevamento dei favi dell'alveare rustico (ormai
liberati quasi completamente dalle api), nel loro inquadramento nei telaini e nella riconsegna alle
api passate nell'arnia razionale.
Innanzitutto si tolgano le croci, alle quali le api fermano i favi, sfilandole opportunamente
dall'esterno. Poi tenendo conto della foggia dell'alveare, a uno a uno si tolgano i favi, dopo i
averli opportunamente staccati dalle pareti. Per questa operazione si usi la lama di un coltello
anche un palettino (leva) a manico lungo. Trattandosi ad esempio, di un pezzo di tronco d'albero
con sezione regolare, l'operazione non presenta difficoltà: si colloca l'alveare sul tavolo, in modo
che i favi risultino perpendicolari; cominciando dal primo di un lato dall'alveare, uno dopo l'altro
i favi si distaccano in alto e in basso dalle pareti; si prendono poi delicatamente dal lato più
resistente e si sfilano, adagio adagio, dalla parte più lunga dell'arnia.
Generalmente l'estrazione dei primi favi, è difficoltosa a cagione del poco spazio disponibile .
Se invece la sezione dell'alveare non fosse regolare, per l' estrazione dei favi non vi sarebbe
che un mezzo: quello di spaccarlo per lungo, nel senso dell'andamento dei favi. Così, dalle due
metà che si formano l'estrazione dei favi avviene con grande facilità. Trattandosi invece di una
cassetta parallelepipeda regolare, ci si comporterà nel modo descritto per primo, oppure si
schioderà una delle parte i (ad andamento parallelo dei favi) regolandosi come nel caso per
ultimo notato.
4 Di mano in mano che i estraggono dall'alveare, i favi vengono disposti sul tavolo,
accuratamente spazzolati dalle poche api che generalmente vi si trovano ancora. Dando la
precedenza a quelli che contengono la covata (affinché questa non si raffreddi), si procede al loro
inquadramento nei telaini. Ecco come si opera: dopo avere rifilato con il coltello il bordo
superiore del favo (tenuto sul tavolo nello stesso senso che aveva nell'arnia rustica), si
sovrappone allo stesso un telaino da nido, in modo che la parte inferiore della traversa portafavo
si trovi a contatto con il detto bordo superiore del favo. Quindi, tenendo fermo il favo e
spingendo leggermente in basso il telaino, con il coltello si taglia il favo aderente al lato interno
della traversa inferiore del telaino stesso. Premendo leggermente il favo entrerà esattamente nel
telaino stesso. Dato, però, che i favi delle arnie rustiche sono raramente larghi quanto basti per
riempire la luce del telaino (è questa un'altra delle ragioni della preferenza da darsi agli alveari
rustici di buone dimensioni), per riuscire a formare telaini completi, si dovranno ritagliare altre
porzioni di favo (dallo stesso o da un'altro), in modo che, combaciando perfettamente, riempiano
il telaino.
N.B. Si tenga presente nell'inquadrare i favi che, mentre non nuoce se nel telaino rimarrà
qualche spazio vuoto in corrispondenza delle traverse laterali e anche in quella inferiore, i favi,
invece, dovranno sempre risultare bene aderenti al portafavo.
Infatti , mentre nel primo caso le api (che costruiscono i favi sempre dall'alto verso il basso)
completeranno il telaino, prolungando i favi, nel secondo caso, oltre a non riuscire, com'è
necessario a saldarli subito, molto spesso faranno scendere dal portafavo nuove costruzioni, le
quali renderanno il tutto irregolare e antiestetico, e potranno compromettere la mobilità dei
telaini.
Nel ritagliare i favi e nel formare i telaini, bisogna avere l'avvertenza di non sciupare, con tagli
inutili, la covata maschile. Man mano che si inquadrano, i favi verranno opportunamente
assicurati nei telaini, mediante legature di forte filo di rafia. Mentre il sottile filo di ferro zincato,
che alcuni consigliano per assicurare i favi nei telaini, dev'essere tolto appena le api hanno
provveduto a saldarli, il filo di rafia non ha bisogno di questa operazione perché le api lo
rosicchiano e lo asportano, dopo terminata la sistemazione dei favi.
Per legare i favi, si fa sporgere dal piano del tavolo una porzione (laterale o trasversale) del
telaino e, badando che i favi nono si spostino o cadano, si dà una prima stretta legatura. Dopo
avere ruotato il telaino di un quarto di giro, si ripete l'operazione nell'altro senso, e così di
seguito, sino a ottenere che i favi, nel complesso, risultino ben fermi. Generalmente bastano
quattro legature, ma se ne potranno fare altre se il telaino risultasse formato con più pezzi di
favo.
Data l'epoca nella quale il travaso viene eseguito è opportuno prendere tutte le precauzioni per
evitare il saccheggio; nel caso l'arnia approntata risulti povera di provvista è opportuno
provvedere con la nutrizione o meglio con l'aggiunta di telai provenienti da altre arnie che
contengano del miele.
Nel disporre i favi nell'arnia bisogna dare la preferenza a quelli con la covata, tenendoli
comunque racchiusi da quelli con il miele che devono essere tenuti sempre all'esterno.
Quindi si dispone l'arnia con la porticina nello stesso punto in cui si trovava il bugno villico, le
api che per un motivo o per l'altro si trovavano all'esterno entreranno tutte nell'alveare;
l'ingresso, appena tutte le api vi saranno entrate, va ristretto per evitare il saccheggio.
5 Alcuni giorni dopo il travaso va effettuata la prima visita di controllo allo scopo di constatare
se l'operazione sia effettivamente riuscita e se la regina è presente, si controlla poi se i favi sono
conformati regolarmente e si asportano le legature rosicchiate dalle api, se la cera risulta ben
saldata ai telaini, e si eliminano le eventuali costruzioni di cera.
TRAVASO INDIRETTO
Anziche ricorrere al travaso diretto precedentemente descritto ed avendo un po di tempo a
disposizione si possono usare metodi detti indiretti o automatici.
Il primo di questi metodi è detto per sovrapposizione e consiste nel sovrapporre un alveare
rustico sopra un'arnia razionale con il coprifavo forato in modo che le bottinatrici per uscire e
rientrare siano costrette a passare nell'arnia sottostante che deve essere dotata di favi costruiti o
fogli cerei; dopo un po di tempo le api e la regina si trasferiranno per comodità nell'arnia
razionale.
Una variante di questo metodo vuole che l'arnia rustica sia messa sotto l'alveare razionale con
il fondo mobile ma il principio è il medesimo.
In autunno si può tranquillamente togliere il bugno villico che non conterrà più covata e miele
e le api che vi fossero eventualmente rimaste dentro possono essere spinte con il fumo ad
abbandonarlo per trasferirsi nell'arnia razionale.
Altro metodo per il travaso indiretto che citiamo per completezza ma sconsigliamo è quello
detto del "tambusso", le api con questo metodo vengono spinte ad abbandonare l'arnia con getti
di fumo e con un bussare ritmico sulle pareti prodotto da colpi di canna o di bastone e vengono
raccolte in un sacco di juta o in un cilindro di rete metallica, una volta che sono uscite
acumulandosi nel contenitore vengono scosse all'interno dell'arnia con i telaini razionali; i favi
del bugno non si recuperano e si recupera tutto il miele.
SCIAMI NATURALI
Il popolamento delle arnie razionali con gli sciami naturali non presenta particolari difficoltà,
anche se può essere possibile soltanto in primavera, periodo della formazione degli sciami.
Nel caso di apicoltori principianti, se possibile, è preferibile utilizzare sciami primari con
regina feconda, gli sciami successivi generalmente presentano inconvenienti come l'orfanita che
per un principiante sono difficili da ovviare.
Lo sciame generalmente si raccoglie su di un ramo d'albero o di un cespuglio, può facilmente
essere localizzato anche per terra.
A questo punto si può procedere in due modi, nel primo si taglia il ramo a cui è appeso lo
sciame, si porta sopra l'arnia e lo si scuote completando poi l'arnia con i telaini dotati di fogli
cerei e richiudendo l'arnia con il coprifavo; le api che facevano parte dello sciame e che per un
motivo o per l'altro non erano sul ramo, richiamate dalle altre si posano sul portichetto entrando
nell'arnia.
Dopo circa un'ora l'intera operazione è finita, a questo punto sarebbe opportuno trasferire
l'arnia nella sua posizione finale in modo che le prime bottinatrici comincino a viaggiare; se
6l'arnia dovesse essere trasferita in un'altra località lontana più di 4 - 5 Km dal punto di cattura
dello sciame è opportuno effettuare il trasferimento nelle prime ore della sera.
Se il ramo della pianta su cui si trova lo sciame non potesse essere tagliato si agisce
disponendo accanto allo sciame stesso un'arnia di servizio munita di telai con i fogli cerei; a
questo punto si cerca di indirizzare le api con sbuffi di fumo ed una spazzola nel predellino
dell'arnia.
Le api richiamate dall'odore del foglio cereo cominceranno ad entrare dapprima lentamente poi
con una certa velocità, appena la regina richiamata dalle operaie si porterà nella nuova arnia le
operaie rimaste fuori vi entreranno molto più rapidamente.
Dopo alcuni giorni si deve visitare l'arnia per vedere se va tutto bene, rimettere a posto i telai
che si fossero eventualmente spostati, eliminare le costruzioni che le api avessero fatto fuori
posto.
Dopo circa venti giorni è opportuno compiere un'altra visita per controllare se la regina ha
cominciato la deposizione delle uova e se nell'arnia la costruzione dei favi procede regolarmente.
Nel caso che le api non si trattenessero nell'alveare è opportuno rimetterle dentro il giorno
dopo aggiungendo se sene dispone un telaio con covata.
POPOLAMENTO CON NUCLEI
Il sistema di popolare le arnie razionali con alveari di limitato sviluppo acquistati da altri
apicoltori è senzaltro il più comodo anche se è più impegnativo degli altri dal punto di vista
economico.
Queste piccole famiglie, chiamate sciami artificiali o più diffusamente nuclei sono costituite da
cinque o sei telai da nido costruiti e ricoperti di api (controllate che non tutti i favi che le
compongono siano molto vecchi e scuri, preferite i nuclei con alcuni telai costruiti da poco), con
almeno tre telai con covata e regina fecondata dell'anno vanno sistemate per qualche giorno nel
luogo dove poi verra piazzata l'arnia definitiva.
Trascorsi alcuni giorni i nuclei vanno travasati nelle arnie razionali, a questo scopo si piazza
l'arnia con il nido vuoto al posto del nucleo da travasare e quindi, dopo avere aperto l'arnia nel
solito modo, si sollevano e si estraggono i telaini immettendoli nell'arnia nuova badando bene
che mantengano l'ordine precedente.
Le api che alla fine dell'operazione restassero raccolte nell'arnietta o nel coprifavo vanno
scosse o spazzolate all'interno dell'arnia stessa oppure sul predellino.
Se i favi trasferiti si presentano ricchi di api, di provvista e di covata dal lato rimasto libero
dell'alveare si aggiungono uno o due telai con fogli cerei o con favo già costruito chiudendo poi
il tutto con il diaframma, se l'alveare è spopolato o con poca covata è il caso di mettere
direttamente il diaframma , durante la successiva visita si valuterà se aggiungere o meno ulteriori
telai a seconda dello sviluppo dell'arnia.
7 Mano a mano che vengono aggiunti i telai il diaframma va spostato, una volta che l'arnia è
completa, se le condizioni metereologiche lo permettono, si può disporre l'escludiregina e un
melario con fogli cerei o favi gia costruiti.
Dagli apicoltori "professionisti" si possono acquistare anche delle famiglie complete, cioe su
dieci telaini da nido, queste famiglie presentano il vantaggio di potere entrare direttamente in
produzione e quello di non necessitare di troppo lavoro.
Tra gli inconvenienti che si possono riscontrare c'è quello dell'elevato costo della famiglia (ci si
aggira per l’inizio della primavera intorno ai 130 euro più IVA) e quello della mancanza di
manualità da parte del principiante che nel precedente caso invece per fare in modo che la
famiglia si sviluppi deve seguirla e nel contempo acquista destrezza nel trattare le api.
Sono bellissimo...
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