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europei-di-calcio-2012

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2012 08:02
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Debutto amaro per il Trap: Irlanda-Croazia 1-3

Dopo il pareggio tra Spagna e Italia, la palla passa alle altre due protagoniste del gruppo C: Irlanda e Croazia si sfidano a Poznan, sotto una pioggia battente che, almeno in teoria, dovrebbe sfavorire i più tecnici croati. La realtà, però, è ben diversa, con la squadra di Bilic che imposta un inizio di partita a ritmi altissimi, mettendo in difficoltà gli uomini di Trapattoni con le scorribande di Srna sulla fascia destra, dal cui cross al terzo minuto di gioco scaturisce il vantaggio firmato da Mandzukic. L’attaccante del Wolfsburg è bravo a rialzarsi dopo aver perso l’equilibrio e a trafiggere Given con un preciso colpo di testa che si insacca alla sinistra del portiere dell’Aston Villa. Dopo il gol a freddo, l ‘Irlanda tenta una reazione con un tiro debole di Duff e al 19° trova il pareggio con il difensore centrale St. Ledger che conclude con un gran colpo di testa il pallone scodellato a centro area da McGeady. In seguito alla rete del pari irlandese la partita diventa ancora più intensa, con continui capovolgimenti di fronte e duri scontri al limite del regolamento: ci vorrebbe un episodio per spezzare l’equilibrio, e puntualmente questo arriva a duue minuti dalla fine del primo tempo, quando il centravanti dell’Everton Jelavic approfitta di una fortunosa carambola susseguente a un tentativo di Modric per battere Given e riportare la squadra slava in vantaggio. Sfortunati gli uomini di Trapattoni che, nonostante la loro proverbiale grinta, vengono puniti oltre i loro demeriti.

Il secondo tempo ricomincia senza cambi. Ci si aspetta un arrembaggio irlandese, ma è la Croazia a segnare, indirizzando l’andamento del match in maniera definitiva: al quarto minuto della ripresa Mandzukic raccoglie un cross di Perisic indirizzando di testa la palla verso l’angolino basso alla sinistra di Given che, complice una carambola della palla sul palo, colpisce involontariamente il pallone mandandolo in porta. La superiorità croata si delinea sempre di più, con l’Irlanda che fa fatica a impostare azioni degne di nota. La Croazia non si accontenta del doppio vantaggio e continua a macinare gioco, con Mandzukic e capitan Srna ancora pericolosi. Trapattoni capisce che è il momento di provare a cambiare qualcosa nel suo scacchiere tattico e al decimo della ripresa inserisce il dinamico Cox per un Mc Geady in evidente calo e Walters per Doyle. L’inerzia della partita però non cambia più, con i croati che gestiscono con relativa tranquillità il vantaggio, esaltando le qualità di un centrocampo dinamico e al tempo stesso tecnico, dove Modric detta i tempi e fa girare a meraviglia i compagni di reparto. Uno dei pochi brividi per la difesa croata arriva al 58°, quando Schildenfeld in piena area di rigore sgambetta da tergo Keane: i giocatori irlandesi protestano con veemenza, l’arbitro olandese Kuipers lascia correre. L’Irlanda cerca di aumentare il ritmo e di mettere alle corde gli avversari, ma lo fa in maniera spesso confusa e precipitosa, affidandosi ai classici lanci lunghi per le spizzate dei due attaccanti: neanche l’ingresso di Long per l’esperto Keane cambia le carte in tavola, con la Croazia che arriva vicinissima ala quarta segnatura. Al 78° l’ennesima discesa di Srna sulla destra mette in condizione Rakitic di calciare verso la porta di Given: il suo destro a giro va fuori di pochissimo. La risposta irlandese è affidata a mischie confuse davanti la porta di Pletikosa e a un gran colpo di testa di Andrews che, su corner di Duff, sfiora il gol della bandiera.

Il fischio finale dell’arbitro spegne le ultime velleità di una Irlanda generosa, volenterosa ma che ha pagato caro la differenza di tasso tecnico con i rivali slavi. Croazia che ora vola al comando del girone: Italia e Spagna dovranno guardarsi dagli uomini di Bilic, per ottenere il pass al turno successivo. Con il gruppo C appuntamento a giovedì 14 giugno con Italia-Croazia e Irlanda-Spagna!

Irlanda (4-4-2): Given; O’Shea, St. Ledger, Dunne, Ward; McGeady (9° s.t. Cox), Whelan, Andrews, Duff; Doyle (dall’8′ s.t. Walters), Keane (dal 30′ s.t. Long). Allenatore: Trapattoni.

Croazia (4-4-2): Pletikosa; Srna, Corluka, Schildenfeld, Strinic; Rakitic (dal 47′ s.t. Dujmovic), Vukojevic, Modric, Perisic (dal 44′ s.t. Eduardo); Jelavic (dal 27′ s.t. Kranjcar), Mandzukic. Allenatore: Bilic

Marcatori: 3 pt Mandzukic, 19 pt St.Ledger, 43 pt Jelavic, 4 st autorete Given
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Tra Francia e Inghilterra vince la noia: 1 a 1
by Mario Agostino · June 11, 2012


7
 Se tra Spagna e Italia l’1-1 aveva significato la vittoria del grande calcio, tra Francia e Inghilterra vince la noia. Forse il timore dell’esordio, forse la presenza di numerosi giocatori tanto possenti quanto macchinosi… ma il pareggio del derby della Manica non passerà certo alla storia per i colpi esibiti dai contendenti. Troppo poco per gli inglesi, inventori del calcio un secolo e mezzo fa, e troppo poco per la Francia, che dalla fine dell’era Zidane, chiusa con la celeberrima testata del 2006 al nostro Materazzi, si è distinta per inconcludenza e ammutinamenti nei confrotni del tecnico Domenech. Un grigiore non certo imputabile all’assenza tra le fila inglesi di Wayne Rooney, immarcabile attaccante squalificato per 2 partite, o a quelle sulla mediana di Lampard e Barry, infortunati alla vigilia, come non certo un’attenuante è

l’assenza sulla sponda opposta del gladiatore del centrocampo francese M’vila, sulle cui tracce era anche l’Inter fino a poco tempo fa. Inter chiamata in causa anche dai nomi delle panchine: Roy Hodgson, tecnico inglese, si ricorda a San Siro e dintorni soprattutto per avere preferito Pistone al giovane Roberto Carlos, parlando di incapacità difensiva di quest’ultimo, mentre Blanc, ct francese, ha lasciato il segno nei cuori nerazzurri per l’eleganza con la quale usciva palla al piede dalla difesa. Questo il tabellino con le formazioni scelte dalle due vecchie conoscenze nerazzurre:

FRANCIA (4-2-3-1): Lloris; Debuchy, Rami, Mexes, Evra; A. Diarra, Cabaye (39′ st Ben Arfa); Ribery, Nasri, Malouda (39′ st Martin); Benzema. A disposizione: Mandanda, Carrasso, Reveillere, Koscielny, Clichy, Valbuena, Matuidi, Menez, M’Vila, Martin, Ben Arfa, Giroud. All. Blanc.

INGHILTERRA (4-4-1-1): Hart; Jonhnson, Terry, Lescott, A. Cole; Oxlade-Chamberlain (32′ st Defoe), Milner, Gerrard, Parker (32′ st Henderson); Young, Welbeck (45′ st Walcott). A disposizione: Green, Butland, Jagielka, Jones, Baines, Downing, Carroll, Kelly All. Roy Hodgson

Arbitro: Nicola Rizzoli (ITA)

Ammoniti: Oxlade-Chamberlain (Ing), Young (Ing)

Marcatori: 31′ 1t Lescott, 39′ 1t Nasri

Dopo una fase di studio tanto evidente quanto povera d’occasioni, la prima palla gol arriva al quarto d’ora ed è clamorosa: Young tra le linee verticalizza in profondità per Milner il quale, saltato Lloris, conclude sull’esterno della rete. Alla mezz’ora però è l’Inghilterra a portarsi a sorpresa in vantaggio: la difesa della Francia resta imbambolata quando Lescott insacca di testa sfruttando direttamente un calcio da fermo proveniente dalla trequarti destra. Diarra al 35° incorna per due volte sugli sviluppi di un calcio di punizione, ma prima Hart si oppone respingendo, poi sul rimpallo lo stesso Diarra fa la barba al palo a pochi metri dalla porta. E’ il preludio del gol, che arriva pochi minuti dopo grazie ad un colpo da biliardo dal limite dell’area di Nasri, che sorprende uno statico Hart sul primo palo. Poco prima dell’intervallo, una combinazione allo scadere tra Nasri e Benzema consente a quest’ultimo di portarsi pericolosamente sul fondo a pochi metri dalla porta, difesa stavolta bene da Hart che chiude lo specchio deviando in angolo.



Al rientro dagli spogliatoi lo spettacolo non si discosta dalle sue corde monotone, così 60° la regia polacca decide di inquadrare un tifoso addormentato, emblema della gara probabilmente più deludente della manifestazione fino a questo momento sul piano del gioco, date le aspettative delle due nazionali alla vigilia del torneo. Per la prima conclusione della ripresa bisogna aspettare così il 65°, quando Benzema spara centrale da 25 metri trovando attento Hart. Prova a rispondergli subito dopo Johnson rientrando da destra sulla trequarti, ma il suo sinistro finisce talmente in orbita da spingere il commentatore Rai, Vincenzo D’amico, ad invitare il terzino destro inglese “a ricordare il tiro eseguito” per non riprovarci… Nel finale la Francia esercita maggiore pressione, giostrando il pallone in modo maggiormente insistito rispetto agli inglesi ma di fatto sterile, per un triplice fischio che, stavolta, nessuno avrebbe voluto attendere più di tanto.
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Sheva torna fenomeno: Ucraina-Svezia 2-1!
by GiorgioTosto · June 11, 2012



Trentacinque anni e non sentirli. La leggenda di Shevchenko si arricchisce di una nuova esaltante pagina, proprio quando sembrava che la sua carriera non potesse più riservare acuti significativi. In uno dei giorni più importanti per il calcio ucraino, infatti, Sheva ritrova le vecchie misure da bomber implacabile e trascina una nazione intera a un successo insperato, contro una Svezia che, acuti di Ibra a parte, non riesce a lasciare il segno. Finisce 2-1 per i padroni di casa la sfida dello stadio Olimpico di Kiev, con gli ucraini che così volano sorprendentemente in testa al girone D, distanziando di due punti Inghilterra e Francia.

Formazioni a specchio, con Ibrahimovic affiancato da Toivonen e Larsson a supporto dell’unica punta Rosenberg: nell’Ucraina, Sheva a sorpresa in campo in una formazione in cui tocca a Voronin, Yarmolenko e Konoplyanka provare a ispirare l’ex milanista.  Fase di studio interrotta solo da una botta di Kallstrom al quarto minuto, alta di poco. Al  16° si accende per la prima volta Ibrahimovic: il cross dell’attaccante milanista viene allontanato dall’estremo difensore ucraino Pyiatov, con Larsson e Rosenberg che non riescono ad avventarsi sul pallone. Ibra attira il pallone come una calamita e prova sempre a innescare i compagni di reparto, senza grandi risultati. Al 23° si vede l’Ucraina, con Sheva che entra in area in posizione defilata dopo un gran suggerimento di Yarmolenko, finendo però per strozzare troppo il suo destro. I padroni di casa provano ad alzare il baricentro, spinti da un tifo assordante: al 34° un’azione insistita di Voronin termina con una soluzione violenta e centrale che viene smanacciata dall’estremo difensore svedese Isaksson. La partita sale sensibilmente di tono, con ritmi forsennati e capovolgimenti di fronte continui: al 35° Ibra con un numero d’alta scuola si libera di due difensori ucraini, prova a entrare in area ma viene chiuso dall’onnipresente Gusev. Tocca poi all’estroso Konoplyianka mettere paura agli svedesi inventandosi dal vertice sinistro dell’area di rigore un tiro a giro che sibila a un soffio dall’incrocio dei pali: nonostante il forcing ucraino, l’occasione migliore capita sulla testa del solito Ibrahimovic che al 40° colpisce indisturbato di testa scheggiando il palo alla sinistra di Pyiatov. L’occasionissima svedese non intimorisce i padroni di casa, con l’ultima chance del primo tempo sui piedi di Konoplyanka che, su cross di Gusev, spara al volo da favorevole posizione.

La seconda frazione inizia con gli stessi elevatissimi ritmi con cui si è chiusa la prima parte dell’incontro. Tocca a Rosenberg saggiare la prontezza dei difensori ucraini, tirando a botta sicura in piena area di rigore e trovando l’efficace contrasto di Selin. E’ il preludio al gol: al 7° minuto cross dalla destra di Larsson, Kallstrom appoggia intelligentemente a centro area per Ibra che come un falco anticipa Mikhalik e con un tocco di prima brucia Pyiatov. Ma la gioia svedese dura il tempo di un sospiro. Al 10° Voronin avanza e allarga sulla destra, Yarmolenko calibra un cross perfetto per Sheva che brucia Mellberg e con uno splendido tuffo di testa sigla il gol del pari; gioia incontenibile per il capitano ucraino che, nel suo stadio e tra la sua gente, segna un gol fondamentale. L’Ucraina preme sull’acceleratore:  al 17° numero di Voronin che costringe Granqvist alla deviazione in angolo, sulla cui battuta Sheva di testa anticipa tutti (prendendo il tempo anche a Ibrahimovic) e beffa Isaksson sul primo palo. Un’altra pagina gloriosa nella splendida carriera dell’ex attaccante milanista sta per essere scritta. Il tecnico svedese Hamren prova a mischiare le carte facendo entrare in successione Svensson, Wilhelmsson ed Elmander: il forcing scandinavo porta al 76° Ibrahimovic a scoccare su sponda di Elmander un tiro violentissimo che Pyiatov fatica a bloccare. L’assalto dei nordici però non porta risultati: all’89° Ibra con uno splendido assist di tacco al limite dell’area serve l’accorrente Elmander che spara alto a due passi dal portiere ucraino, mentre in pieno recupero Olof Mellberg si butta alla disperata in avanti, tentando invano un difficilissimo pallonetto che si spegne sul fondo.
[SM=g21342]
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