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Segugio dell'Appennino (Piccolo Lepraiolo Italiano)

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2012 00:50
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17/05/2012 00:50
 
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Origine, classificazione e cenni storici
Origine: Italia.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 6 - segugi e cani per pista di sangue.
Utilizzazione: Segugio specializzato nella caccia alla lepre, viene utilizzato anche per la caccia al cinghiale e ad altri animali da pelo.
I piccoli lepraioli italiani nel 1800 venivano distinti nelle seguenti varietà: Montanino delle Alpi, Piccolo segugio dell’Appennino, Cravin, Vertreddu sardo, Cirneco dell’Etna (Angelo Vecchio). Don Nando Armani, appassionato difensore e promotore sagace al riconoscimento di questa razza, nelle due regioni più praticate da Lui per la caccia, descriveva questi cani con nomi per distinzioni ma con lo stesso significato. Nell’Appennino ligure lo chiamavano “Can da lever”, in quello emiliano, da molti ritenuta “l’Università del piccolo segugio dell’Appennino”, razza molto diffusa, “Can brac”, distinguendo in “spinoni” i peli forti ed in “ciaplein” i peli raso.
Fra il Montanino delle Alpi ed il Piccolo lepraiolo dell’Appennino non sono rilevabili differenze di tipo e di struttura morfologica o di statura, ma solo differenze nel colore del mantello, mentre il Cravin – ancora presente, seppur in numero assai limitato – è più piccolo, varia nel tipo, nel mantello e nella tessitura del pelo. Nel 1994 si è ritenuto opportuno riunire le tre razze, rappresentandole con l’appellativo di “Piccolo lepraiolo italiano”, perché raggiunto il riconoscimento ufficiale della F.C.I. sarà poi facile ottenere anche il riconoscimento delle tre varietà.
Tracce storiche assai probanti si trovano verso la fine del primo millennio, ed il primo riconoscimento e documento storico ce lo offre Dante nel 1200 con un celebre sonetto dove parla di “Bracchetti”.
Altri autori parlano di piccoli segugi, citiamo Agostino Gallo per il Montanino delle Alpi e la classificazione delle stesse varietà, sopra menzionate, da parte di Angelo Vecchio verso la fine del 1800. Si deduce con certezza probatoria che i piccoli segugi italiani detengono una storia che va oltre un millennio.
Aspetto generale
Il Segugio dell'Appennino (o Piccolo lepraiolo italiano) è un cane di mole medio-piccola, la cui statura non dovrebbe superare i 46 cm misurati da terra al garrese. La struttura morfologica è quella di un dolicomorfo il cui tronco sta nel rettangolo, armonico rispetto al formato (eterometria) e disarmonico rispetto ai profili (alloidismo). Di natura socievole, molto affezionato al canettiere. Colpisce la nevrilità e la scioltezza nei movimenti, l’aspetto gradevolmente rustico. Tronco appena nel rettangolo, di simmetria perfetta, sorretto da arti asciutti, guarniti da muscoli robusti e salienti. Testa mesocefala, con assi cranio-facciali superiori paralleli o leggermente divergenti.
Comportamento, carattere ed uso
Cane da seguita specializzato per la caccia alla lepre, ma anche per il cinghiale, per il quale è un ottimo e prudente abbaiatore a fermo, e per altri animali da pelo. Vive in simbiosi perfetta con il suo canettiere, pur essendo di forte temperamento e di esagerata passione per la caccia. La sua obbedienza è dote atavica, tanto da renderlo naturalmente collegato al canettiere ed ai compagni di caccia. Voce con suono acuto e chiaro dalle tonalità piacevoli, ma emessa con un certo nervosismo, sempre diversamente differenziata nelle diverse fasi del suo lavoro in caccia. Sicuro accostatore, ottimo scovatore, grande inseguitore. Si trova particolarmente a suo agio sui terreni di montagna, in quanto pur sempre collegato al canettiere non necessità di essere accompagnato. Caccia bene sia singolarmente che in coppia, si adatta bene alla muta quando i componenti non sono troppo numerosi.

Standard morfologico
TESTA
Mesocefala. La sua lunghezza totale è pari a: 4 / 10 dell’altezza al garrese, mentre la sua larghezza è poco meno o uguale alla metà della sua lunghezza.
Indice cefalico totale - I.C.T. 49; più leggera nelle femmine, con linee cranio facciali parallele o leggermente divergenti. Sempre di buon cesello. Pelle priva di rughe o di parti lasse perfettamente aderente ai tessuti sottostanti.
CRANIO
Seni frontali appena accennati di forma lievemente convessa. La sua larghezza è di pochissimo inferiore alla sua lunghezza (1 cm.), cresta occipitale sensibile al tatto. La sua proiezione sul piano è di forma ellittica, la sommità è leggermente convessa (mai piatta), la sua larghezza costituisce la metà della lunghezza totale della testa. La depressione naso-frontale (stop) è poco marcata, ma più evidente di quella del segugio italiano.
MUSO
La lunghezza rappresenta il 50% o poco meno della lunghezza totale della testa. La canna nasale è rettilinea. Tartufo sempre nero di media grandezza, non molto prominente, con narici bene aperte. Le facce laterali del muso sono fra di loro convergenti, ma senza eccesso, tanto da non formare un muso troppo appuntito. Le labbra superiori sono sobrie e tese, coprono poco quelle inferiori, commessura labiale non evidente. I bordi labiali sono sempre di pigmentazione nera.
MASCELLE
Di forma tronco conica e di uguale lunghezza. I denti, con formula dentaria completa sono inseriti perpendicolarmente di completo sviluppo e di colore bianco candido. La chiusura è a forbice, tollerata a tenaglia.
GUANCE
Asciutte, con assi laterali leggermente convergenti.
OCCHI
In posizione tendente al semilaterale. L’angolo dell’asse delle palpebre con l’asse mediano della testa corrispondente ai 20°. Il loro sviluppo deve essere ampio con palpebre bene aderenti e di forma arrotondata, con bordi sempre neri. Il colore deve andare dall’ambra scuro al marrone bruno. La loro espressione denota intelligenza, vivacità e dolcezza.
ORECCHI
Con attacco ampio ed inserzione a livello della linea degli occhi. Scendono piatti con cartilagine sottile e aderenti alle guance, la cui lunghezza raggiunge la metà della lunghezza del muso. Terminano ad apice arrotondato.
COLLO
Di lunghezza media (quanto la testa) con muscolatura di buon sviluppo, ma nello stesso tempo asciutto, inserito non troppo alto sul garrese. Netto il distacco nel punto di inserzione della testa; assolutamente privo di giogaia.
ARTI ANTERIORI
Spalla con muscolatura bene sviluppata, la sua inclinazione sull’orizzonte oscilla dai 45 ai 55°. Braccio leggermente più corto dell’avambraccio con angolo scapolo omerale da 105 a 115°. Angolo omero radiale circa 130° . Gomiti né convergenti né divergenti.
Avambraccio perfettamente perpendicolare al terreno, con regioni carpiana e metacarpiana forti e giustamente flesse (75°). Piede da lepre con dita compatte e articolazioni digitali forti. Suole coriacee, unghie forti e ricurve ambedue pigmentate di nero.
TRONCO
Fortemente costruito ma leggero. La sua lunghezza è da 1,5 a 2,5 cm superiore all’altezza al garrese. Il piccolo lepraiolo italiano sta nel rettangolo. L’indice corporale oscilla mediamente da 86 a 92 (dolicomorfismo). Linea superiore rettilinea dal garrese alla groppa. Il garrese supera di poco la linea dorsale; le scapole al margine superiore sono molto ravvicinate.
TORACE
Ben sviluppato nelle tre dimensioni. La sua discesa deve arrivare all’altezza del gomito. Costole di buona cerchiatura, ma senza esasperazione. L’indice toracico (I.T.) corrisponde al valore medio di 50,40.
REGIONE LOMBARE
Robusta, leggermente convessa, molto muscolosa e bene sviluppata in larghezza. Il suo sviluppo longitudinale determina la costruzione rettangolare della razza.
GROPPA
Lunga non meno di 1/3 dell’altezza al garrese e di larghezza non inferiore alla metà della sua lunghezza, di inclinazione non superiore ai 25° riferiti all’orizzonte.
ARTI POSTERIORI
Coscia larga con muscolatura bene sviluppata, gamba leggermente inclinata verso il posteriore con un’angolazione corretta. Angolo coxo femorale di 95 ÷ 100°. Articolazione del piede non troppo alta, secca. Metatarso verticale corto e relativamente forte. Il piede è meno ovale dell’anteriore. Visto di profilo, la verticale calata dalla punta della natica deve cadere sulla punta del piede. Gli speroni sono tollerati quando presenti.
CODA
Inserita in modo da formare un prolungamento della linea dorsale, forma di solito nel suo terzo distale una leggera curvatura. Discretamente pronunciata alla radice. La sua lunghezza raggiunge la punta del garretto; in lavoro è di norma portata orizzontale. La lunghezza della copertura pilifera sarà inferiore a quella del tronco nel pelo forte; nel pelo raso è uniforme al tronco.
MANTELLO
I colori del pelo ammessi sono:
- il fulvo nelle sue diverse tonalità
- il nero focato
- il grigio lepre
Il bianco in particolare nel fulvo è indice di tipicità se opportunamente distribuito nelle giuste sedi come:
- sui quattro arti
- sui tarsi, metatarsi, carpi e piedi
- sul petto a forma di stella
- sulla fronte a forma di lista
- sulla punta della coda
In rapporto alla tessitura del pelo esistono due varietà: il pelo raso e il pelo forte con le seguenti caratteristiche:
PELO RASO: Tessitura vitrea densa, uniformemente distribuita su tutto il corpo. Qualche pelo ruvido sparso sul tronco, sul muso, sugli arti, non costituisce difetto.
PELO FORTE: in questa varietà il pelo è ruvido al tatto di lunghezza prossima ai 3 cm. guarnito da un sottopelo, denso che impedisce all’umidità di bagnare la pelle. La sua distribuzione è uniforme. Fanno eccezione la parte volare degli arti e la testa, dove si fa più denso ma meno lungo. Sulle orecchie invece, il pelo può essere meno denso o addirittura raso. Il pelo comunque deve essere bene aderente al corpo senza formare mai riccioli o boccoli.
ANDATURA
Alternanza di trotto e galoppo a seconda delle fasi della cacciata. Movimento sciolto, vivace ed elegante.
TAGLIA E PESO
Altezza al garrese nelle femmine da 40 ÷ 44 cm., nei maschi da 42 ÷ 46. Sono tollerati in altezza 2 cm. in più e 1 in meno in soggetti eccellenti. Il peso dovrebbe preferibilmente oscillare fra 11 e 16 kg.
DIFETTI
Ogni deviazione delle caratteristiche indicate nella descrizione delle varie regioni costituisce difetto.
DIFETTI DA SQUALIFICA
Enognatismo, prognatismo esagerato, assi cranio-facciali convergenti, monorchidismo, criptorchidismo. Anurismo e brachiurismo (sia congenito che acquisito). Colori diversi da quelli indicati, parziale depigmentazione, occhio gazzuolo o eterocromia oculare.
DIFETTI ELIMINATORI
Quando le altezze sono superiori o inferiori ai margini di tolleranza.
MISURE PRINCIPALI (VALORI MEDI)
ALTEZZA AL GARRESE
- maschio: 42 ÷ 46 cm. + 2 cm; - 1cm. per i soggetti eccellenti
- femmina: 40 ÷ 44 cm. + 2 cm ; - 1cm. per i soggetti eccellenti
LUNGHEZZA DELLA TESTA
maschio: 18 ÷ 20 ; femmina: 17 ÷ 19
LUNGHEZZA CRANIO
maschio: 9 - 10 cm. ; femmina: 8 - 10 cm.
LUNGHEZZA MUSO
maschio: 8 - 10 cm. ; femmina: 7 - 9 cm.
DIAMETRO TORACICO
maschio: 12.98 cm. ; femmina: 11.90 cm.
ALTEZZA TORACE
maschio: 25 cm. ; femmina: 24,50 cm.
CIRCONFERENZA TORACICA
maschio: 56 cm. ; femmina: 54 cm.
ANGOLO SCAPOLO – OMERALE 105 ÷ 115°
ANGOLO OMERO – RADIALE 130 °
ANGOLO COXO – FEMORALE 95 ÷ 100°
ANGOLO FEMORO – TIBIALE 120 ÷ 125°
ANGOLO TIBIO – TARSAL 135 ÷ 140°
INDICE CEFALICO TOTALE 49
INDICE CORPORALE 89
INDICE TORACICO 50
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