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Odissea al gelo, nel treno fermo a Cesano

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2012 01:27
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04/02/2012 01:27
 
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Su Twitter il racconto in tempo reale di un pendolare

15 ore di viaggio per 35 chilometri di viaggio
I passeggeri bloccati sul vagone senza riscaldamento


MILANO - Partenza ore 11.36 di venerdì mattina. Arrivo ore 2.30. Ma non si tratta di Parigi-Pechino, ma di Roma-Anguillara, 35 km di distanza in 15 ore. È l'odissea di Angelo Contorti, programmatore informatico di 34 anni, e di quanti come lui hanno avuto la ventura di salire a bordo del treno regionale Roma-Viterbo, rimasto fermo a meno di un chilometro dalla stazione di Cesano per tutta la Notte. Questo è il racconto del suo viaggio da pendolare abbandonato al gelo e ai disagi, che Angelo ha fatto in tempo reale su twitter e sul suo blog.

ALLA STAZIONE TERMINI - «Ho perso quattro ore alla stazione Termini - racconta Conforti - con i treni annunciati e dopo un'ora annullati. Si fanno le 13, in un attimo di distrazione il tabellone cambia idea, prossimo treno 14:36... poi alle 14.10 ricambia idea, 15:36 ed infine 16:21 e nel frattempo la folla in attesa aumenta». Una piccola pausa per un panino, poi l'attesa del treno ricomincia: «Il tabellone è sempre fermo alle 16:21 anzi... dopo poco passa alle 17:36... un'altra ora di attesa?! No, alla chetichella arriva un doppio treno (due treni collegati tra loro), con una motrice (spenta) in mezzo. Nessun annuncio, nessuna direzione, ma è chiaro vada "in là". Saliamo e si parte».



Il racconto in tempo reale su twitter
IL VIAGGIO - Fino alla Storta, alle porte di Roma, nessun problema. «Ma alla stazione veniamo avvisati del fatto che bisogna cambiare treno. Noi arriveremo al binario 2 e per un problema di scambi non possiamo procedere, ma possiamo salire su un treno (in attesa) sul tre. Arriviamo, Saliamo, Attendiamo... diciamo fino alle 17:15. Poi ri riparte». Il capotreno rassicura tutti i passeggeri: «Il treno arriverà a Viterbo», il pronostico si rivelerà ottimistico. Alle 18 circa un altro stop: «Fermi a Cesano, chi conosce la zona dice a "a duecento metri". Gli avvisi preregistrati ci avvisano che: non bisogna aprire le porte prima del dovuto (ma tanto sono automatiche, non si aprono) e che bisogna essere muniti di un titolo di viaggio valido (ok, il mio è un giornaliero e quindi fino a mezzanotte sono in una botte di ferro)». Il treno intanto è fermo, spengono anche il motore, il riscaldamento va e viene. «In tutto questo facciamo una cosa molto simile al ballo dell'alligalli o del gambero; un po' avanti, molto indietro, un po' avanti, molto indietro. A volte staccano il riscaldamento, anche per mezz'ora, a volte la luce (non più di 5 minuti), a volte ci si muove».
IL RISCALDAMENTO - Fino alle 20 freddo e gelo, i quasi cento passeggeri si stringono nei loro cappotti per sopportare la temperatura scesa sotto lo zero. «Alle 20 il riscaldamento riparte. Fino alle 22 si aspettano soccorsi che non arrivano. Poi qualcuno forza la porta della prima carrozza e scende, per raggiungere a piedi la stazione di Cesano. Ad un certo punto, verso le 23, il treno si svuota, spariscono circa l'80% delle persone. Un carabiniere ci consiglia di incamminarci perché la stazione è vicina, circa 700mt, e non ci sono piani immediati per spostare il treno». Ma l'indicazione risulta sbagliata, o quanto meno non condivisa dalla protezione civile: «Due volontari ci fermano e ci dicono che la strada non è facile, fa un freddo allucinante e una persona si è anche fatta male. Si tratta di 1,5Km da fare e ci consigliano di rimanere al caldo, nel treno».

MALORI ED EMERGENZE - A bordo del treno, nel frattempo, le emergenze si moltiplicano: «Una ragazza non sta per niente bene, si parla di un'emorragia, e viene soccorsa dal 118». Verso l'una la svolta: «Ci caricano su un treno che passa sul binario a fianco trainato da un altro locomotore diesel. Noi saltiamo da una porta all'altra e in cinque minuti arriviamo in stazione». L'attesa in stazione a Cesano dura un'altra ora: «Poi salgo su un mezzo della protezione civile assieme ad altri passeggeri della zona di Bracciano, e finalmente mi avvio verso casa, ad Anguillara. Arrivo alle 2.30, la mia avventura finisce. I miei compagni di viaggio resteranno invece ancora per ore nella caserma della scuola di Fanteria dei carabinieri a Cesano. E per quanto ne so, alcuni di loro sono ancora lì».
[SM=g8083]
Sono bellissimo...
Gio71@
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