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Storia del pollo in Italia

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2012 08:25
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La storia del pollo in Italia


 

Lo sviluppo dell'avicoltura moderna
L'avicoltura di tipo moderno in Italia cominciò a svilupparsi negli anni Cinquanta. Allora si producevano meno di 100.000 t di carne di pollame e, in media, ogni italiano mangiava solo 24 kg di carne dei quali poco più di 2 kg erano di pollame.
Nel 2000 la produzione di carni avicole ha raggiunto quasi 1.195.000 t, il consumo totale si è collocato a 1.060.000 t, pari a 18,48 kg pro capite. L'avicoltura leader della zootecnia
L'avicoltura è dunque divenuta, e si è confermata col passare degli anni, settore leader della zootecnia italiana, l'unico autosufficiente dall'estero, ed ai primi posti in Europa per la qualità dei prodotti.
Questo successo è da ricondursi sia alla qualità degli allevamenti italiani, sia alle caratteristiche nutrizionali della carne di pollo e di tutti i prodotti del comparto avicolo: queste carni sono caratterizzate da un elevato contenuto proteico, da un basso contenuto di grassi e da un equilibrato contenuto in acidi grassi saturi e insaturi, in particolare se confrontate con le carni bovine e suine.

Un'alimentazione ideale
Le carni di pollo sono quindi ideali per quelle alimentazioni che richiedono un basso apporto calorico e un basso contenuto di colesterolo, come nel caso di persone in soprappeso o con patologie cardiovascolari.
L'autosufficienza raggiunta dal settore avicolo è una garanzia per il consumatore, il qual è certo di ritrovare sulla sua tavola un prodotto italiano di qualità.La produzione avicola inEuropa
A livello europeo l'Italia si posiziona al terzo posto nella classifica delle nazioni produttrici, l'offerta comunitaria si concentra per il 75% in soli cinque paesi: Francia (28%), Regno Unito (18%), Italia (14%), Spagna (12%), Germania (8%).

Il consumo di carne avicola in Europa
Per quanto riguarda i consumi di carne di pollame va notato che negli altri Paesi europei nell'ultimo decennio, questi sono cresciuti a ritmi notevolmente più sostenuti di quelli italiani. Ciò è potuto avvenire perché in tali Paesi si è verificata una più netta adesione dei consumatori ai modelli alimentari suggeriti dai nutrizionisti per prevenire le numerose cosiddette 'malattie del benessere' : tenere sotto controllo il contenuto lipidico della dieta , specie quello di grassi saturi. L'eccellenza nutrizionale delle carni di pollame, dovuta all'elevato contenuto proteico ed alla scarsa presenza di grassi, caratterizzati per di più da un favorevole grado di insaturazione, ha in quei paesi decisamente modificato a favore delle carni avicole la composizione dei consumi carnei, con una parallela riduzione della domanda di carni bovine e suine.

Il consumo di carne avicola in Italia
Il consumo pro capite delle carni avicole in Italia è cresciuto in ogni modo, passando dai 18,81 kg. del 1990 ai 19,6 kg. del 1998 e conquistando uno spazio più rilevante sul consumo totale di carni ( dal 22.5% del 1990 all'attuale 24%).
Situazioni di crisi di altri settori zootecnici hanno permesso al consumatore di avvicinarsi maggiormente a carni alternative e apprezzare le caratteristiche qualitative dei prodotti avicoli italiani.
Note: Dati di provenienza Unione Nazionale dell'AvicolturaLa produzione avicola in Italia
Tra le regioni della nostra penisola è il Veneto ad assicurare il maggior contributo ai volumi di carne avicola immessa sul mercato, con oltre 400.000 t, seguito dall'Emilia Romagna (280.000 t), dalla Lombardia (140.000 t), dal Piemonte (77.083 t). Queste quattro regioni coprono da sole circa il 79% della produzione italiana.
[Modificato da Giordy71@ 03/01/2012 08:25]
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La produzione avicola inEuropa
A livello europeo l'Italia si posiziona al terzo posto nella classifica delle nazioni produttrici, l'offerta comunitaria si concentra per il 75% in soli cinque paesi: Francia (28%), Regno Unito (18%), Italia (14%), Spagna (12%), Germania (8%).

Il consumo di carne avicola in Europa
Per quanto riguarda i consumi di carne di pollame va notato che negli altri Paesi europei nell'ultimo decennio, questi sono cresciuti a ritmi notevolmente più sostenuti di quelli italiani. Ciò è potuto avvenire perché in tali Paesi si è verificata una più netta adesione dei consumatori ai modelli alimentari suggeriti dai nutrizionisti per prevenire le numerose cosiddette 'malattie del benessere' : tenere sotto controllo il contenuto lipidico della dieta , specie quello di grassi saturi. L'eccellenza nutrizionale delle carni di pollame, dovuta all'elevato contenuto proteico ed alla scarsa presenza di grassi, caratterizzati per di più da un favorevole grado di insaturazione, ha in quei paesi decisamente modificato a favore delle carni avicole la composizione dei consumi carnei, con una parallela riduzione della domanda di carni bovine e suine.

Il consumo di carne avicola in Italia
Il consumo pro capite delle carni avicole in Italia è cresciuto in ogni modo, passando dai 18,81 kg. del 1990 ai 19,6 kg. del 1998 e conquistando uno spazio più rilevante sul consumo totale di carni ( dal 22.5% del 1990 all'attuale 24%).
Situazioni di crisi di altri settori zootecnici hanno permesso al consumatore di avvicinarsi maggiormente a carni alternative e apprezzare le caratteristiche qualitative dei prodotti avicoli italiani.
Note: Dati di provenienza Unione Nazionale dell'Avicoltura
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Dati notizie e curiosità relativi ai prodotti avicoli

Oggi meglio di una volta.
Le carni di pollo e tacchino oggi in commercio sono migliori di quelle dei nostri nonni, nel senso che contengono più proteine e meno grassi di una volta.
I contenuti proteici delle carni di pollo e tacchino sono oggi decisamente alti, a smentire il luogo comune che le riteneva carni poco nutrienti e dunque poco indicate per il regime alimentare degli sportivi e dei ragazzi. Da qui, la raccomandazione di molti esperti della nutrizione a includere più spesso il pollo, il tacchino e la faraona nella propria dieta.Pollo e tacchino si confermano inoltre tra le carni più magre, con minor contenuto in colesterolo e con un'ottima composizione in acidi grassi. Il petto di pollo, ad esempio, oggi contiene solo 0,8 g di lipidi per 100 g di parte edibile; il cosciotto di tacchina, invece, ne contiene 5,1 g. Inoltre, le carni di pollo e tacchino presentano un'ottima qualità in termini di proteine e di minerali quali ferro, zinco, sodio, potassio, calcio e magnesio. Una grossa sorpresa si rivela la faraona, che presenta carni molto magre e molto ricche di proteine. Sebbene non sia molto popolare sulla tavola degli italiani, è una delle carni bianche più saporite e più nutrienti.

Il metodo di allevamento
Tutti questi risultati sono merito di un attento metodo di allevamento, rispettoso del benessere degli animali, dell'ambiente e soprattutto di quelle norme igienico-sanitarie che sono la vera garanzia per il consumatore, tanto che le carni avicole italiane sono ormai riconosciute unanimemente come le migliori e più sicure d'Europa.
Inoltre, dall'inizio del secolo ad oggi i prezzi delle carni avicole - a valori costanti - sono più che dimezzati, rappresentando, insieme a uova e latte, la razione proteica più a buon mercato.Le proprietà nutrizionali
Le proprietà nutrizionali di pollo, tacchino e faraona fanno sì che questi alimenti siano molto importanti nella dieta di chi deve crescere. I bambini, per esempio, hanno bisogno di ferro, che non è contenuto solo nelle carni rosse, ma anche nelle carni bianche, in particolare in alcuni tagli come la coscia, ma anche nel petto di pollo e di tacchino. È un errore ritenere la carne bovina la sola indispensabile nella dieta infantile, trascurando le carni di pollo e di tacchino che hanno proprietà nutrizionali molto vantaggiose, visto che sono ricche di proteine essenziali e di ferro, ma sono anche povere di grassiAllevamento a terra dei polli
I polli, i tacchini e le faraone italiani sono allevati esclusivamente a terra: liberi di muoversi in ambienti spaziosi e luminosi, su strati di paglia o truciolato di legno assorbenti e igienici. L'allevamento a terra dei polli da carne è infatti una realtà da ormai più di 30 anni in Italia, nonostante il 77% degli italiani, come emerso da un sondaggio del CIRM, continui a credere che polli e tacchini vengano cresciuti nelle batterie. Effettivamente, nel dopoguerra, a seguito dell'avvento degli americani e del successivo sviluppo industriale, si era erroneamente pensato che l'allevamento intensivo in batteria dei polli potesse dare risultati soddisfacenti; tuttavia, non fu così, questi metodi si rivelarono assolutamente deludenti e per questo vennero subito abbandonati.Oggi le batterie non esistono più: chi ancora non ci crede dovrebbe visitare uno dei 3.000 allevamenti italiani per rendersi subito conto che i polli italiani non sono mai tenuti in gabbia. Da 30 anni polli e tacchini sono allevati a terra e razzolano in ambienti spaziosi e luminosi, muovendosi su strati di paglia o truciolato di legno assorbenti e igienici.

Il primato europeo degli allevatori italiani
La ricerca della qualità produttiva è obiettivo fondamentale degli avicoltori italiani, che oggi vantano il primato europeo di qualità e rappresentano il primo comparto zootecnico nazionale, l'unico autosufficiente al consumo interno.Solo le galline destinate alla produzione di uova sono allevate in batteria per garantire maggiore igiene al consumatore, riducendo al minimo le possibilità di contaminazioni microbiche. Malgrado ciò, in base a una direttiva Ue di recente approvata, dal 2012 questo sistema di allevamento sarà proibito. Già dal 2003 non sarà più permessa la presenza di gabbie di batteria nei nuovi allevamenti e le galline verranno allevate in gabbie più grandi (550 cm2 invece dei 450 attuali).
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Falsi luoghi comuni relativi ai prodotti avicoli
In Italia rimangono ancora radicate nella coscienza media delle persone alcune credenze relative ai prodotti di origine avicola che c'è sembrato giusto in qualche misura sfatare o ridimensionare.
I polli sono nutriti con mangimi chimici.
Falso. Nell'alimentazione di polli e tacchini italiani come dimostrano i risultati del 'Piano Nazionale Residui' del Ministero della Sanità si usano alimenti di origine naturale quali: cereali, soia, vitamine e sali minerali.
I polli sono allevati in batteria.
Falso. In Italia nessun pollo o tacchino è allevato in batteria. Da oltre trent'anni sono allevati tutti a terra e liberi di razzolare. Basterebbe visitare uno dei 3.000 allevamenti per averne conferma.
La carne rossa fa sangue.
Non è corretto. Si tratta di una credenza basata sulla convinzione che sia esclusivamente il colore della carne a determinare maggiore o minore ricchezza di principi nutritivi. Invece dal punto di vista dell'apporto proteico tutte le carni sono uguali. Le carni bianche sono meno nutrienti di quelle rosse.
Falso. Il pollo è un alimento ricco di proteine che, oltre a possedere pochi grassi, (e tra questi sono in maggiore quantità quelli insaturi) contiene una buona quantità di acido stearico e oleico in grado di controbilanciare l'effetto dei grassi saturi ipercolesterolemizzanti. L'elevato contenuto in minerali (ferro, zinco, potassio, ecc.) è un ulteriore pregio di queste carni.L'uovo fresco è solo di giornata.
Non è corretto. Le uova vengono classificate in tre categorie di qualità: A, B, C, in funzione delle caratteristiche del guscio, del tuorlo, dell'albume e della loro freschezza. Le uova destinate al consumo delle famiglie sono esclusivamente quelle classificate nella categoria A. Per questa categoria qualità e freschezza sono di fatto sinonimi. 'A' significa infatti 'fresco' e come tale si giudica un uovo la cui camera d'aria non superi i 6mm di altezza per tutto il periodo della sua vita commerciale. Sulle confezioni di uova viene riportata l'indicazione 'da consumarsi preferibilmente entro il'. Per norma europea di tutela sanitaria del consumatore, la data massima che il produttore può indicare è il ventottesimo giorno dalla deposizione.
Le uova fanno male al fegato.
Falso. Le uova non sono assolutamente dannose per il fegato. Anzi, considerando l'elevato contenuto di sostanze ad azione protettiva della cellula epatica, sono utili per il metabolismo dell'epatocita. L'uovo tuttavia ha una notevole azione colecistocinetica (stimola la contrazione della colecisti), e pertanto è controindicato nei soggetti portatori di calcolosi delle vie biliari.
Le uova vanno evitate perché contengono molto colesterolo.
Non è corretto. Se è innegabile, infatti l'elevato tenore in colesterolo del tuorlo delle uova, anche se oggi ridotto di un quarto rispetto al passato, altrettanto vero è che nell'uovo la prevalenza - fra gli acidi grassi - di quelli insaturi ne diminuisce l'impatto sulla lipemia e perciò sul rischio di malattie cardiovascolari.Prima di una competizione sportiva è bene evitare un pasto
a base di carni bianche.
Falso. Le carni avicole sono un alimento nutriente, leggero,
facilmente digeribile e fonte di proteine. Queste carni sono inoltre ricche di aminoacidi utili nel metabolismo proteico e nel promuovere lo smaltimento delle tossine che si formano nei muscoli sottoposti a un'intensa attività atletica.
La carne avicola italiana è qualitativamente equiparabile a quella europea.
Non è corretto. Le carni avicole di produzione italiana sono di qualità più elevata rispetto alla media europea e internazionale. L'Italia, infatti, si contraddistingue per i controlli adottati durante tutto il ciclo produttivo. Gli allevatori italiani sono rigorosi nel rispettare le normative nazionali, ancor più severe di quelle europee e scelgono le razze da allevare tra quelle più pregiate. A tutto questo si aggiunge la grande tradizione italiana in questo settore.
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I controlli delle autorità sanitarie italiane sono fra i più completi al mondo.
Per decidere se i nostri animali siano idonei al consumo ci vogliono almeno tre veterinari ufficiali inviati dalle ASL per certificare la salubrità degli stessi.

1. Appena nato, l'animale viene visitato da un primo veterinario che controlla che sia sano prima di immetterlo nell'allevamento.
2. Un secondo veterinario visita gli animali prima che siano inviati alla macellazione: analizza la storia di tutto l'allevamento e poi passa all'ispezione di quello specifico lotto di animali.
Oltre a ispezionare con cura i nostri animali, controlla i registri di allevamento, dove sono segnati i consumi di acqua, di mangime e gli eventuali trattamenti farmacologici effettuati: nel caso in cui siano stati somministrati dei farmaci per proteggere la salute degli animali verificherà che siano stati rispettati i tempi di eliminazione del farmaco assunto dall'animale (il cosiddetto 'tempo di sospensione'): tale periodo di tempo varia a seconda del farmaco somministrato. 3. A questo punto quel lotto di polli (o tacchini, o faraone, ecc.) sarà avviato al nostro stabilimento riconosciuto secondo le norme UE dove un altro veterinario della ASL, procederà ad un'ulteriore verifica (dopo la macellazione) esaminando l'interno e l'esterno, controllerà che non ci siano anomalie o alterazioni e, se lo riterrà utile o necessario, sottoporrà le carni ad ulteriori accertamenti analitici.

Tutto questo va ad aggiungersi agli innumerevoli controlli comunque effettuati dai nostri veterinari per il controllo costante degli animali nelle varie fasi della crescita.
Solo dopo questa lunga serie di accertamenti il nostro pollo, tacchino o altro animale viene bollato per dimostrare la sua idoneità al consumo ed è quindi pronto per viaggiare nel rispetto della catena del freddo ed arrivare sulla nostra tavola.
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Per chi ne volesse sapere di più consigliamo una visita ai seguenti siti:
Siti istituzionali

www.pianetapollo.com Sito divulgativo dell'Unione Nazionale dell'avicoltura

www.unionenazionaleavicoltura.it Unione Nazionale dell'avicoltura

www.aia.it Associazione italiana allevatori

www.ismea.it Istituto per studi, ricerche ed informazioni sul mercato agricolo

www.inea.it Istituto Nazionale di Economia Agraria

www.politicheagricole.it Ministero delle politiche agricole e forestali

www.coldiretti.it Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti

www.confagricoltura.it Confagricoltura

www.cia.it Confederazione italiana agricoltori

www.agraria.it Associazione Emiliano Romagnola Avi-Cunicola

www.aiab.it Associazione italiana per l'agricoltura biologica

Siti relativi a fiere e mercati

www.fiere.parma.it Ente autonomo fiere di Parma

www.fieragricola.com Fiera agricola di Verona

www.fieraforli.it Ente fiera di Forlì

www.avicola-forli.com Mercato avicunicolo di Forlì

www.fiereitalia.com Fiere d'Italia

www.agrofood.it Agrofood Repertorio agroalimentare italiano
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